Firmata la convenzione tra l’amministrazione Accorinti e il carcere di Gazzi

E’ stato uno dei “pallini fissi” del sindaco e adesso è diventato realtà: ieri è stata messa la firma alla convenzione tra l’amministrazione comunale ed il carcere di Gazzi per i progetti di pubblica utilità.

Il percorso l’hanno voluto in due, Accorinti e il direttore della casa circondariale di Gazzi Calogero Tessitore.

L’obiettivo è da un lato il reinserimento sociale dei detenuti, dall’altro la valorizzazione delle competenze professionali, nonché la formazione in specifici ambiti, attraverso progetti di pubblica utilità o lavori socialmente utili. Il protocollo s’inserisce nell’ambito di quanto stabilito dal decreto legge n°78 di luglio, che modifica alcuni articoli della legge 354/’75 che prevede che “i detenuti possano prestare la propria attività a titolo volontario e gratuito, tenendo conto delle loro specifiche professionalità ed attitudini lavorative, nell’esecuzione di progetti di pubblica utilità in favore della collettività”.

Sarà quindi la Casa circondariale di Gazzi ad individuare tra i detenuti quelli per i quali sussistono le condizioni per l’ammissione al lavoro esterno,alla semilibertà, all’affidamento in prova ai servizi sociali, ai permessi e alle licenze. L’amministrazione comunale invece metterà a disposizione i progetti e le opportunità lavorative per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità a titolo volontario e gratuito. Il Comune coordinerà anche la gestione dei progetti, fornirà attrezzi e apparecchiature e provvederà al trasferimento dei detenuti nei luoghi di lavoro, oppure al rimborso spese per i viaggi sui mezzi pubblici, o dotandoli di una carta di libera circolazione per l’uso del trasporto pubblico.

Periodicamente saranno effettuate verifiche sull’andamento dei progetti.

“E’ una delle cose alle quali tenevo di più- ha dichiarato Accorinti- perché all’interno del carcere ci sono persone che hanno sbagliato, è vero, ma troppo spesso pagano di gran lunga di più. Ho incontrato numerosi detenuti e mi hanno detto che loro hanno l’ora d’aria, hanno aria quanta ne vogliono, ma non fanno attività. Ecco, a loro manca l’attività, il fare qualcosa, imparare qualcosa, dare qualcosa. Noi vogliamo offrigli opportunità e nel contempo organizzeremo periodicamente nel teatro del carcere incontri di vario genere, culturale, formativo,sociale”.

Rosaria Brancato