Le 13 criticità del consuntivo 2013. Il Comune torna ad essere un ente strutturalmente deficitario

Mancato rispetto del termine di approvazione del rendiconto 2012; continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria; mancato rispetto di almeno la metà dei parametri di deficitarietà strutturale; mancato rispetto della percentuale prevista dalla legge per la copertura dei servizi a domanda individuale; errata operazione di regolarizzazione contabile relativa alla contabilizzazione del pagamento della sanzione per lo sforamento del patto di stabilità; fitti attivi sovrastimati. Quelle appena elencate sono solo alcune delle 13 criticità riscontate dal Collegio dei revisori dei conti nel bilancio consuntivo 2013 e messe nere su bianco nella relazione di 95 pagine depositata a Palazzo Zanca e già illustrata dal presidente Dario Zaccone in Commissione bilancio (vedi articolo correlato).

I punti deboli del rendiconto 2013 non si discostano tanto da quelli che hanno caratterizzato i vecchi bilanci comunali, la differenza rispetto al passato è che quest`anno il consuntivo approvato dalla Giunta Accorinti ha incassato il parere negativo dei revisori, che condizionerà, e molto, il voto in Aula, anche e soprattutto alla luce dell`inchiesta della Procura sui bilanci comunali 2009-2010- 2011, che vede indagati dirigenti ed ex amministratori di Palazzo Zanca, consiglieri comunali compresi.

Come detto, il Collegio dei revisori dei conti, composto dal presidente Zaccone e dagli altri due componenti, Giuseppe Zingales e Federico Basile, evidenzia 13 criticità, che attestano la disastrosa situazione finanziaria del Comune di Messina.Il dato più significativo è che il Comune di Messina torna ad essere un ente strutturalmente deficitario, come nel 2011, condizione questa che apre le porte di Palazzo Zanca al default..

Innanzitutto, i revisori dei conti puntano il dito contro l`amministrazione per il mancato rispetto del termine di approvazione del rendiconto 2012. Certamente più grave risulta però appunto il mancato rispetto di almeno la metà dei parametri di deficitarietà strutturale, che secondo i revisori sarebbero stati calcolati in modo difforme rispetto a quanto previsto dalla norma. A far sballare i conti è soprattutto il parametro n. 6, relativo alle spese del personale. « In ordine al parametro n. 6– scrivono i revisorisi evidenzia che l’Ente non ha indicato il costo del personale delle società partecipate… La rideterminazione del parametro n. 6 a seguito delle indicazioni del Collegio non permette di raggiungere l’obiettivo previsto dallo stesso parametro che prevede il limite del 38% nel rapporto fra spesa del personale-entrate correnti. L’elaborato dell’Ente indica una percentuale raggiunta pari al 29,87% indicando pertanto in rispetto del parametro. Il Collegio nel ricalcolare il parametro secondo le proprie determinazioni determina che la percentuale in parola è pari al 45,74% rendendo pertanto l’obiettivo non raggiunto. Per effetto di tali modifiche l’Ente non ha rispettato cinque sui dieci parametri previsti dalla norma e pertanto risulta essere “Strutturalmente deficitario”».

Il Collegio dei revisori sottolinea inoltre nella relazione il continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria , che «evidenzia la scarsa propensione dell’Ente a riscuotere i propri crediti. Il Collegio – si legge testualmente – evidenzia inoltre, che la Sezione delle Autonomie, nella relazione al Parlamento per il 2009 e 2010 (delibera 7/AUT/2011), ha individuato fra le cause principali e ricorrenti, che portano un Ente al dissesto, fra l’altro, la crisi irreversibile di liquidità con ricorso sistematico ad anticipazioni di tesoreria di notevole entità».

Per quanto riguarda i residui attivi e passivi, l’organo di controllo rileva l’errata operazione di regolarizzazione contabile relativa alla contabilizzazione del pagamento della sanzione per lo sforamento del patto di stabilità per l’anno 2011, pari a € 7.052.209,00. «Occorreva regolarizzare il pagamento della sanzione e ridurre corrispondentemente i residui attivi nei confronti del ministero a titolo di trasferimenti. Allo stato pertanto risultano residui attivi superiori per l’importo della sanzione e residui passivi superiori di pari importo in quanto la stessa non risulta contabilmente ancora liquidata. Il Collegio rileva inoltre difformità nella registrazione dei residui attivi e passivi eliminati, in relazione alle determine dirigenziali. In relazione poi ai residui relativi alla risorsa 525/17 “Fitti attivi relativi anni precedenti” il Collegio rileva una potenziale sovrastima rispetto a quanto indicato».

Dubbi e perplessità dei revisori sono sorte anche in merito al maggiore accertamento dei “Fitti attivi relativi anni precedenti” per i quali è stato già effettuato un accertamento straordinario pari a € 4.070.000,00 nell’esercizio 2011. «I risultati attesi in termini di incasso reale – viene riportato nella relazione – sono stati, in tre anni, pari a € 312.776,95. Il Collegio rileva, considerato anche il costante accertamento annuale dei fitti attivi di competenza pari a € 1.100.000,00 circa, che l’ulteriore accertamento per i fitti degli anni pregressi effettuato nel 2013, pari a € 1.917.576,61 sia fortemente sovrastimato, e ciò anche in relazione ai flussi di incasso registrati».

Non convince il Collegio dei revisori dei conti neppure il riaccertamento in conto residui risorse 484/00 – 484/02. Si tratta di crediti derivanti dalla concessione all’utilizzo del suolo pubblico alle società cooperative che gestivano i parcheggi comunali fino all’anno 2001. «Da una verifica effettuata dal Collegio emerge che la totalità delle società cooperative costituite al tempo per le ragioni di cui sopra, sono in liquidazione da diversi anni e dagli ultimi bilanci depositati dalle stesse, che risalgono agli anni 2000 – 2001, non risultano debiti corrispondenti ai crediti indicati fra i residui attivi nel bilancio consuntivo del Comune. Il Collegio ritiene che tali crediti, sebbene oggetto di contenzioso, siano fortemente inesigibili».

Nella relazione dei revisori dei conti non poteva mancare il tema spinoso dei debiti fuori bilancio. Come già anticipato (vedi sempre correlato), i revisori "bacchettano" l`attuale amministrazione per il debito fuori bilancio sorto dai costi extra causati dal conferimento dei rifiuti nella discarica di Motta S.Anastasia. « Tralasciandoscrivono nella relazionel’enorme mole di debiti esposti nel suddetto prospetto in quanto oggetto di valutazione da parte del Collegio in occasione della imminente valutazione del piano di riequilibrio pluriennale, alla cui procedura l’Ente intende aderire, il Collegio rileva la presenza di debiti fuori bilancio derivanti dall’affidamento alla società che gestisce la discarica di Motta S. Anastasia (CT) dello smaltimento dei RSU per il IV trimestre 2013. Dalle valutazioni del Collegio emergono irregolarità in ordine alla definizione del servizio che ha determinato il debito fuori bilancio in oggetto, quantificato dal dirigente in € 789.561,31. Considerato che il Bilancio di previsione 2013 è stato approvato in data 30.12.13 e che l’affidamento del servizio è avvenuto in data 02.10.13, il Collegio rileva una incomprensibile quanto dannosa, sottostima degli impegni previsti».

Irregolarità sono state riscontare anche sui servizi a domanda individuale Dall’analisi è emerso in particolare il mancato rispetto della percentuale del 50% di copertura del servizio Asili Nido. «Il Collegio rileva, che essendo l’Ente sottoposto nell’anno 2013 ai vincoli previsti per il mancato rispetto dei parametri di deficitarietà strutturale nell’anno 2011, l’Ente avrebbe dovuto rispettare il 36% di copertura complessivamente per i suddetti servizi e, fra questi, il 50% per il servizio di asili nido».

Nella loro relazione i revisori dei conti puntano ,ovviamente , i riflettori anche sul rapporto con le società partecipate, che continua ad essere «la causa di gravi e perniciose criticità, con pesanti ripercussioni sugli equilibri economico-finanziari dell’Ente. Permangono ad oggi le criticità connesse alla mancanza di contratti per l’affidamento dei servizi rispetto alla definizione dei quali il Collegio evidenzia le gravi responsabilità dell’ente e degli amministratori delle stesse società partecipate» (vedi articolo a parte).

Le ultime tre criticità elencate da Zaccone, Zingales e Basile appaiono meno gravi, ma in realtà la dicono lunga sulla condizione di crisi dell`ente che – nonostante i vari richiami, anche del Collegio dei revisori – non è ancora riuscito a dotarsi del Piano triennale di contenimento delle spese per individuare le misure finalizzate alla razionalizzazione dell’utilizzo dei propri beni. Lo strumento in questione «consentirebbe all’Ente di ottimizzare e ridurre considerevolmente alcune voci di spesa, con ovvi benefici derivanti dalla possibilità di impiegare le risorse rese disponibili, per altri impieghi».

In merito alle verifiche sugli adempimenti degli obblighi fiscali, il Collegio dei revisori rileva che l’Ente non ha inviato nei termini prescritti la dichiarazione dei sostituti d’imposta modello 770/14, «a causa dell`inadeguatezza del sistema integrato che gestisce l’elaborazione dei cedolini paga dei dipendenti il quale, non sembra essere interfacciato con il software di elaborazione del modello suddetto. Ciò determina annualmente un laborioso lavoro manuale di caricamento dati con le conseguenze» . I revisori invitano l’Ente «a rimuovere, con tempestività, le cause che determinano questa ricorrente criticità».

Il Comune risulta inadempiente anche per quel che riguarda l`adozione dei sistemi contabili previsti dal D.lgs. 118/11 , che detta le regole sulla armonizzazione dei sistemi contabili, dirette a garantire la trasparenza e la comparabilità dei dati di bilancio sia per l’Ente che nei rapporti con le società partecipate e gli organismi strumentali. «L’armonizzazione dei bilanci degli enti locali – rammentano i revisori -costituisce una operazione necessaria per disporre di dati contabili omogenei e confrontabili per il consolidamento dei conti delle pubbliche amministrazioni, anche al fine della raccordabilità dei sistemi di bilancio degli enti territoriali con i sistemi adottati in ambito europeo secondo le regole sulla procedura per i disavanzi eccessivi».

La tredicesima criticità in elenco riguarda l`immobilismo seguito ai continui e circostanziati rilievi della Corte dei Conti, sistematicamente caduti nel vuoto. I revisori ricordano in particolare: il mancato adeguamento alle disposizioni sul personale contrattista; l’incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente non computando le spese sostenute dalle società o organismi partecipati; la grave incertezza relativamente a basilari informazioni sugli organismi partecipati e di gravi inadempienze dell’ente in merito alla governance delle stesse con riferimento ai servizi resi, alle condizioni contrattuali e agli equilibri economico-patrimoniali, fonte di precarietà e pregiudizio per gli equilibri di bilancio – presenza di discordanze tra debiti e crediti reciproci; le inadempienze emerse dall’analisi del referto semestrale.

La lista delle criticità riscontrate nel bilancio consuntivo non solo è lunga ma attesta una serie di irregolarità a cui l`amministrazione dovrà porre rimedio. L’Organo di Revisione, infatti non si è limitato a «non esprimere parere favorevole» ma è andato oltre,«invitando l’Ente a rettificare il rendiconto osservando le prescrizioni indicate e di seguito elencate e, per le proprie competenze l’organo consiliare ad adottare i provvedimenti di competenza».

«In ordine alle rettifiche necessarie per l’adeguamento del Bilancio alle indicazioni del Collegioscrivono i revisori nelle Conclusionisi ritiene imprescindibile la rimozione delle seguenti criticità: rideterminazione dei residui attivi e passivi, in particolare con riferimento alle risorse e capitoli di spesa descritti nei rilievi; rideterminazione dell’accertamento dei fitti attivi per gli anni pregressi; verifica e ridefinizione dei residui attivi e passivi eliminati in riferimento al disallineamento evidenziato rispetto alle determine; regolarizzazione contabile sanzione patto di stabilità; verifica ed eventuale rideterminazione del risultato di amministrazione; revisione parametri obiettivo art. 242 D.Lgs.267/2000 secondo le indicazioni del Collegio dei Revisori».

La palla passa, dunque, di nuovo alla giunta Accorinti, che dovrà cercare di apportare in breve tempo i correttivi richiesti. Intanto, i giorni passano, la crisi economico-finaziaria del Comune sembra solo peggiorare e l`ombra del dissesto avanza inesorabile e minacciosa su Palazzo Zanca e sulla città.

Danila La Torre

IN ALLEGATO LA RELAZIONE