Santoro: “Giampilieri è ancora insicura. Opere incomplete e tanti aspetti critici”

Il villaggio di Giampilieri non è ancora del tutto sicuro. A dirlo è l’ingegnere capo del Genio Civile, Leonardo Santoro, nella sua relazione sulle opere realizzate dopo la devastante alluvione del 2009, alcune delle quali ancora incomplete.

Nella relazione – protocollata lo scorso 24 ottobre e finita sul tavolo del Dirigente Generale del Dipartimento Regionale, Foti; del Dirigente del Dipartimento regionale tecnico, Bellomo, del prefetto Trotta, del presidente dell’Ars, Ardizzone, e dell’assessorato regionale Infrastrutture e Mobilità, da qualche giorno guidato dal neo assessore Pizzo – Santoro segnala in particolare «l’attuale mancata funzionalità idraulica delle opere nell’abitato di Giamplieri; il mancato avvio delle opere appaltate; e le criticità delle procedure di esproprio adottate».

L’ingegnere capo sottolinea che le opere realizzate dall’Ufficio del Genio Civile, nella qualità di supporto tecnico al soggetto attuatore in virtù dell’Opcm numero 3815/2009, per un costo complessivo di circa 40 milioni di euro, sono rimaste incomplete e dunque non mettono al riparo dai rischi gli abitanti di Giampilieri.

Santoro spiega, infatti, che sino ad oggi è stato realizzato un canale di gronda in cemento armato nella parte a monte e sempre in cemento armato il finale del tratto del canale fugatore con innesto nel torrente Giampilieri, restando così ancora scoperta la parte intermedia, che permetterebbe «la continuità idraulica tra il sopracitato canale di gronda ed il tratto finale di collegamento con il torrente Giampilieri».

«Senza peraltro entrare nel merito delle scelte dei materiali adottati … non può non rilevarsi – scrive testualmente Santoro – lo stato di criticità estrema delle condizioni di sicurezza dell’abitato di Giampilieri imputabile al mancato completamento delle opere descritte ed indispensabili per il conseguimento delle finalità emergenzialiTali lavori residui se non completati in tempi brevi – continua Santoro – vanificherebbero la funzionalità idraulica dell’intero sistema di convogliamento veloce delle acque già eseguito a monte ed a valle».

Oltre ad evidenziare espressamente l’urgenza di portare a termine i lavori, da quanto scrive, Santoro lascia trapelare anche una certa perplessità circa l’utilizzo del cemento armato.

L’altra criticità riscontrata dall’ingegnere capo del Genio Civile riguarda «la consegna soltanto parziale dei lavori di completamento delle descritte opere idrauliche nel tratto centrale attraversante l’abitato di Giampilieri ed il mancato avvio dei lavori di sistemazione del versante soprastante, che comportano anch’essi la regimentazione delle acque meteoriche».

A non convincere Santoro è soprattutto l’eccessiva dilatazione dei tempi di realizzazione, nonostante «tali opere, per un ammontare di circa 15milioni di euro, risultano appaltate da circa 14 mesi peraltro con procedura negoziata – gara informale secondo procedure residuali connesse al regime transitorio di deroga alla normativa sugli appalti …»

Tra le criticità, l’ingegnere capo del Genio Civile ha rilevato anche «lo stallo delle procedure di esproprio che impedirebbero, se non concluse, la consegna delle aree e la demolizione dei fabbricati e dei ruderi interessati dalla realizzazione delle citate opere».

A tal proposito, Santoro chiarisce già nella sua relazione che l’impasse si è sbloccata dopo aver «inoltrato i necessari solleciti all’Amministrazione Comunale», che curerà le pratiche espropriative, ed avere avviato la necessaria sinergia tra gli Enti.

Anche rispetto alle altre criticità evidenziate nella sua relazione, l’ingegnere capo del Genio Civile – raggiunto telefonicamente – rassicura di aver provveduto a compiere le azioni necessarie per mettere i sicurezza la zona di Giampilieri, incaricando le ditte di pulire il torrente ma soprattutto attivandosi per accelerare i tempi di nomina del nuovo Rup dopo la rinuncia degli incarichi da parte del suo predecessore, Gaetano Sciacca. Il nuovo responsabile unico del procedimento, Salvatore Lizzio, è già al lavoro per procedere velocemente alla ultimazione delle opere rimaste incomplete.

Per fare il punto sullo stato dell’arte, domani Santoro sarà a Palermo, al Dipartimento di Protezione civile, e relazionerà sull’attuale situazione di Giampilieri, entrando nel dettaglio delle singole criticità elencate nella relazione. Nel corso dell’incontro sarà affrontata anche la questione delle procedure espropriative, che sono tornate ad essere disciplinate dalla normativa ordinaria, che non possiede cioè le caratteristiche di specificità dell’Opcm.

Santoro ricorda nella sua relazione che, in virtù dell’Opcm 3865, il commissario delegato, cioè il presidente della Regione, con disposizione commissariale numero 1 del 10 maggio 2010, aveva individuato l’Ufficio del Commissario delegato quale struttura di supporto della quale avvalersi “per tutta l’attività e per tutti gli atti di natura tecnico-amministrativa contabile”.

L’Opcm 3865 prevedeva, per i proprietari di unità immobiliari adibite ad abitazioni distrutte dall’evento calamitoso, la corresponsione di un contributo per la ricostruzione o la delocalizzazione dell’immobile fino al 70% del valore e nella misura massima di 150mila euro nel caso di abitazione principale; fino al 50% del valore e nella misura massima di 100mila euro se trattasi di unità immobiliare non destinata a prima abitazione.

L’ingegnere capo del Genio civile scrive nella relazione che i valori degli immobili venivano determinati attraverso perizie giurate redatte da tecnici di fiducia delle ditte, che facevano riferimento allo stato preesistente degli eventi alluvionali che ne hanno determinato la distruzione.

«Stante l’attuale regime ordinario instaurato dall’OCDPC n. 35/2013 al fine di garantire la massima imparzialità – si legge nella relazione firmata da Santoro – si ritiene opportuno che gli immobili vengano valutati dall’Agenzia del Territorio di Messina…».

Nella relazione inviata a Palermo, Santoro spiega in ultimo di aver superato la criticità riscontrata e connessa alla realizzazione dei “lavori di messa in sicurezza di un’area lungo la via Scavello a monte del centro sociale e demolizione dell’immobile danneggiato dall’evento franoso nel villaggio Briga Superiore”.

«La problematica – scrive testualmente – era legata alla mancata consegna dell’ex plesso scolastico destinato a depositeria comunale e che risultava, a tutt’oggi, ancora invaso dal fango e dai detriti dell’1 ottobre 2009. La criticità è stata risolta grazie all’attivazione dei contatti con l’amministrazione comunale… che ha comunicato di poter procedere con la citata consegna».

Danila La Torre