L’assessore Panarello: «Sono stata aggredita dagli ambulanti e non ho avuto solidarietà»

Dopo il nostro articolo sul periodo di riposo prescritto dal medico in seguito alle due mattinate infernali che si sono vissute al Comune a causa della violenta invasione degli ambulanti , l’assessore Patrizia Panarello ha deciso di raccontare come sono andati i fatti che l’hanno vista coinvolta in prima persona e di spiegare perché quegli avvenimenti l’hanno traumatizzata a tal punto da essere condotta nella sua stanza.

«Tali fatti non sono mai stati descritti finora dalla sottoscritta con dovizia di particolari», scrive in una lettera indirizzata alla nostra redazione che vi proponiamo di seguito integralmente:

"Durante la riunione ristretta nella stanza del Sindaco per discutere sul problema della regolarizzazione degli ambulanti abusivi abbiamo sentito ad un certo punto qualcuno che cercava di sfondare la porta con calci e pugni. A quel punto sono scattate le prime telefonate alle forze dell'ordine per scongiurare quanto invece è accaduto, ovvero l'aggressione fisica e verbale ai presenti. Non è arrivato nessuno nei minuti successivi e anzi due donne sono riuscite ad entrate nella stanza da una seconda porta inveendo contro la sottoscritta e contro il Sindaco Accorinti ritenuti i responsabili del sequestro. La prima ad essere stata aggredita sono io. Una donna mentre urlava mi ha messo le mani al collo e mi ha spinto. A quel punto il dirigente e i funzionari presenti sono intervenuti in mia difesa.

Contemporaneamente è stato aggredito il Sindaco e altri presenti, sono state scaraventate all'aria sedie e distrutti tutti gli oggetti che si trovavano a portata di mano, incluso un grosso busto bianco. Anche la prima porta è stata aperta e si sono riversati altri ambulanti che hanno caricato di botte il Signor Montalto. A quel punto la situazione era diventata ingestibile tra le urla, le minacce e i colpi volanti perciò il Dirigente mi ha preso e portato via: "Assessore lei qui non può stare, l'ammazzano!"

Così mi ha accompagnato nel mio ufficio da dove ho chiamato i Vigili urbani, il Corpo di Polizia annonaria e la Digos denunciando quanto accaduto e chiedendo conto del perché alle 10 non c'era nessuno a tutela del Sindaco. Il fatto grave è che questi ambulanti sono riusciti ad aggirare la sicurezza entrando da una porta nascosta che conduce alle stanze del Sindaco che nessuno conosce se non agli addetti ai lavori. Nel frattempo sono venute nel mio ufficio oltre ai vigili anche le signore responsabili dell'aggressione chiedendo scusa e porgendo la mano.

A quel punto, scortata, sono andata alla conferenza stampa. Vorrei dire che io ci sono sempre, in ogni circostanza, forse Nora Scuderi avrebbe potuto esprimere solidarietà per i fatti accaduti. Invece, al silenzio assordante si aggiunge la beffa: una semplice comunicazione interna di assenza diventa motivo di attacco politico e personale.

E' vero avrei dovuto riposare nei giorni successivi all'aggressione perché il momento di stress è in questo momento molto forte per me e invece non l'ho potuto fare a causa di impegni istituzionali già assunti e inderogabili. Queste dunque le mie due colpe: essere stata aggredita e aver lavorato anziché rispettare il riposo prescritto».