Borse lavoro, l’assessore Cucinotta risponde alle domande di Tempostretto.it

«Desidero dare la mia, personale, risposta ai quesiti che mi sono stati posti pubblicamente da Tempostretto». Scrive così in una mail inviata alla nostra redazione l’assessore Filippo Cucinotta, intervenuto nelle scorse ore con un comunicato sul caso delle Borse lavoro alle figlie dei colleghi di giunta e Mantineo e De Cola (vedi correlato).

Per rendere più agevole la lettura, oltre a mettere le risposte dell’assessore Cucinotta ricordiamo anche le nostre domande.

Se la De Cola partecipa ugualmente, ma a titolo gratuito la stessa cosa può essere chiesta da altri partecipanti che magari non rientrano tra i primi 25?

No, chi non rientra fra i primi 25 in graduatoria non ha diritto a partecipare neanche a titolo gratuito proprio perché i progetti si basano sui titoli acquisiti: chi non ha i titoli, non ha ovviamente la documentazione indispensabile che attesti le conoscenze necessarie.

Come si crede possibile portare avanti un progetto senza i requisiti fondamentali per tale progetto?

Desidero sottolineare a tal proposito che questi bandi non hanno logica assistenzialista, puntano piuttosto alla formazione e alla qualificazione delle persone più meritevoli.

Cosa le fa ritenere che 500 euro al mese a Messina in questo periodo di crisi possano ritenersi una cifra insufficiente a giustificare una congiura di palazzo? Magari le commesse in nero, o i giovani messinesi (neo laureati e non ) non la pensano esattamente come lei. 500 euro al mese a Messina hanno un valore.

Innanzitutto devo precisare che laddove si “virgoletta” una mia presunta affermazione, si commette un errore. Del resto le mie dichiarazioni erano prelevate da un comunicato scritto per cui è abbastanza semplice riportarne il testo. Tra “Speculazioni, sono solo 500 euro al mese” e “Il compenso di 500 € al mese per quattro mesi sembra del resto del tutto insufficiente a giustificare una congiura di palazzo” ce ne passa. Il significato viene completamente stravolto.

Non avevo alcuna intenzione di sminuire il valore di quei soldi per un ragazzo che cerca faticosamente di trovare una strada nel mondo del lavoro di oggi. Sono stato e sono tutt’ora un precario anch’io e ho più volte subito l’ansia e il degrado di dover lavorare per diversi mesi gratis e per altri con compensi che non permettono di guardare con fiducia al futuro. E so altrettanto bene quanto sconforto anche solo il sospetto di una raccomandazione al momento della partecipazione a un concorso, possa suscitare. Il significato che volevo dare è che sarebbe stato illogico immaginare chissà quali pressioni da parte dei miei colleghi assessori, esponendosi a queste polemiche, per quella borsa. Ho sentito il dovere di effettuare questa precisazione per non mancare di rispetto ai 55 giovani che ho incontrato oggi e che non vorrei potessero essere indotti ad attribuirmi tali snobbismi.

Perché lei paragona l’opportunità di un comportamento con reati quali sono il peculato e il malaffare, dal momento che non sono categorie comparabili?

Io non mi sono mai espresso sull’opportunità o meno della decisione delle dottoresse De Cola e Mantineo. Non mi è stata posta prima questa domanda e la mia risposta sarebbe stata inutile. La domanda potete farla direttamente alle interessate. Certamente il fatto che abbiano fatto rinuncia, pur se nessuno davvero le obbligava, oggi un po’ mi lascia amareggiato. Probabilmente avrebbero fatto bene all’inizio a non partecipare, specie per la tutela della loro intimità, ma ora avrebbero potuto, a mio avviso continuare il percorso in tutta tranquillità, essendo i loro curriculum al di sopra di ogni possibile sospetto.

Poiché lei ritiene opportuno che i figli di un amministratore partecipino ad un bando emesso dall’amministrazione del genitore, riteniamo che questo valga per gli amministratori attuali ed anche per i precedenti, oppure esiste una graduatoria di opportunità in base alla quale ciò che per questa giunta è opportuno e quindi consentito, non lo è per altri?

Il riferimento al passato, fatto opportunamente oppure no, era ben evidentemente indirizzato agli sprechi milionari, quelli si fatti sulle spalle dei giovani, in merito allo scandalo ancora aperto, attuale e putrescente del mondo della formazione messinese e siciliana. E non mi riferivo tanto ai risvolti penali che hanno le indagini in corso. Pensavo piuttosto all’immane delitto che si consumava con gli sprechi di milioni di euro destinati a formare i giovani al mondo del lavoro e invece andati ormai irrimediabilmente perduti.

A proposito della frase di Borsellino citata nel nostro articolo (“In politica non basta essere onesti, occorre APPARIRE onesti”) Cucinotta replica: «E’ vero, non basta essere onesti, serve anche “apparire” onesti… Ma l’onestà non si improvvisa e si può continuare a lavorare proficuamente solo se si è forti della forza morale che ne discende sperando che ciò emerga con fatti concreti, ma l’apparenza, oggi, è “business” di qualcun altro. Noi, preferiamo essere».