La consigliera Russo: “Non ho cambiato idea sulla commissione di inchiesta sui rifiuti”

Nel Vostro articolo sono riportate alcune mie dichiarazioni in base alle quali la “commissione di inchiesta sui rifiuti sarebbe diventata una sorta di strumento per gli usi più diversi, per avere visibilità o per fare populismo, demagogia o semplice retorica”.

A tali mie dichiarazioni virgolettate, segue una considerazione del giornalista, che così afferma: “a leggere queste dichiarazioni risulta persino difficile riconoscerla come la promotrice della commissione speciale, probabilmente avrà cambiato idea…”

A tale riguardo desidero precisare che la dichiarazione che mi si attribuisce è correttamente riportata, ma è soltanto la premessa di un ben più lungo e consistente intervento, avente come oggetto una ricostruzione oggettiva dei fatti che mi riguardano, ben diversa da quella che appare dalla semplice lettura di tale premessa; che considero riportata male, in quanto male estrapolata dal suo intero contesto!

In realtà, e ciò può essere confermato dalla lettura del resoconto sommario della commissione congiunta I-V del 6 febbraio 2014, la parte centrale del mio lungo intervento ribadiva i seguenti FATTI:

1)sono stata la materiale ideatrice e redattrice della proposta di delibera di costituzione della commissione di inchiesta sui rifiuti, insieme al collega Piero Adamo;

2)sono stata tra i pochi consiglieri che, nella prima seduta utile di consiglio comunale, si è opposta al rinvio del trattamento della delibera in commissione, chiedendo e votando che la stessa venisse immediatamente discussa e votata in consiglio;

3)sono stata il consigliere che ha chiesto, nel corso della seduta di consiglio nella quale la proposta di delibera è stata ritirata, che l’oggetto della commissione di indagine venisse ampliato a tutte le società partecipate del comune di Messina;

4)sono stata il consigliere che, alla prima seduta di commissione bilancio, quando si discuteva delle problematiche della delibera ATO, poi ritirata dall’amministrazione comunale, anche ai fini dell’istituenda commissione di indagine, ha invitato gli altri commissari a formare un gruppo di studio delle fatture e degli atti dell’Ato e di Messinambiente, chiaramente nel tempo libero dei commissari, ed ha offerto spontaneamente, come luogo a ciò adibito, il suo studio professionale e gli strumenti di lavoro ivi esistenti. Preciso che questo tavolo di lavoro si è riunito presso il mio studio soltanto in una occasione, alla presenza, oltre che della sottoscritta, dei soli consiglieri Santalco, Adamo e Sindoni, nonostante fossero stati tutti invitati a parteciparvi, e che non si è più riunito perché la commissione ha preferito continuare il lavoro di esame degli incartamenti nella sede di rito;

5)sono stata il consigliere che ha redatto e che ha per prima firmato un odg contenente richiesta di consiglio comunale aperto, e con invito esteso ad assessore, commissari, revisori dei conti e dirigenti al ramo, sui conti economici e sulla gestione del personale di Messinambiente, che però è stato trattato previamente in commissione, anzi proprio nella commissione del 6 febbraio 2014; con la conseguenza che la stessa commissione da cui parte l’odierna “critica” è stata da me richiesta!

Da quanto sopra, e dall’impegno che ritengo di aver profuso sull’argomento, e che può essere documentato dalla lettura dei vari resoconti sommari, non ritengo sia giustificabile, legittima e condivisibile l’affermazione del giornalista allorquando dichiara di “non riconoscermi più come promotrice della commissione speciale, perché avrò cambiato idea…” Le chiacchiere restano tali, i fatti che ho sopra elencato, sono documentati e dimostrano inequivocabilmente tutto il contrario di quanto si voglia far apparire nell’articolo in questione.

Alla luce di quanto sopra, invito codesta spettabile testata a leggere per intero l’intervento da me svolto nella seduta congiunta di commissione dello scorso 6 febbraio, perché così facendo si capirà perfettamente che non ho cambiato idea, e che dai fatti da me sopra elencati non risulta affatto difficile riconoscermi come la stessa consigliera promotrice della commissione speciale d’inchiesta, anzi avvalorano il fatto che mi sono battuta, nelle sedi istituzionali, affinchè tale commissione prendesse vita ed avesse anche un oggetto più ampio di quello iniziale.

Il riferimento al facile populismo sull’argomento è dato proprio dal fatto che c’è chi fa dichiarazioni sulla stampa o in altri luoghi non istituzionali da “salvatore della patria”, ma poi non può annoverare atti concreti nelle opportune sedi, che vadano in quella direzione… Forse se anch’io avessi fatto, per ogni azione istituzionale, un comunicato stampa, le mie dichiarazioni non sarebbero state travisate…

Antonella Russo

N.B.: Informiamo la consigliera Russo, qualora avesse qualche dubbio a proposito, che i verbali li abbiamo letti integralmente . Come peraltro specificato nell’articolo, abbiamo riportato i passaggi più significativi degli intereventi dei singoli consiglieri, estrapolando, è vero, alcune parti ma senza mai stravolgere il senso del discorso fatto da ciascun rappresentante del Civico Consesso.