Giaimi risponde a Tignino: “Solo 10 palme attaccate su 96. Assurdo abbatterle tutte”

Gentile redazione di Tempostretto, sono il dott. Alessandro Giaimi, e scrivo la presente in conseguenza delle considerazioni del dott. Saverio Tignino, da Voi pubblicate in data 06.10.2014, in quanto, nella qualità di esperto del Sindaco per le questioni afferenti il verde urbano, ritengo che contenga diverse inesattezze che, per rispetto dei Vostri lettori, meritano di essere puntualizzate.

Vengo ai punti. Salto a piè pari l’intera prima parte delle considerazioni del dott. Tignino, senza alcuno contenuto tecnico, e parto direttamente dal punto in cui lo stesso dichiara che nell’ottobre 2013 aveva osservato, dallo stato della chioma, la presenza del punteruolo rosso. A seguito di questa osservazione, lui conclude che tutte le palme siano state attaccate, e che pertanto i trattamenti che sono stati avviati nella primavera del 2014 siano stati completamente inutili e, quindi, «che queste Palme sono già destinate a morire tutte poiché non si è intervenuti tempestivamente». Peccato che il sottoscritto, in data 8 novembre 2013, abbia accompagnato i funzionari del Servizio Fitosanitario Regionale durante un sopralluogo, in seguito al quale gli stessi redigevano una “Scheda di accertamento fitosanitario” in cui rilevavano la presenza di sole quattro palme con sintomi specifici. E peccato che, ancora in data 30 aprile 2014, la ditta Marchetta Antonino, responsabile del preventivo monitoraggio e dei successivi trattamenti (che ho fortemente caldeggiato, fin dal giorno dopo la mia nomina a esperto), abbia acclarato, nella sua relazione tecnica: «n° 2 palme morte; n° 6 palme attaccate con presenza di insetti vivi all’interno del fusto; n° 4 palme con segni di attacco in chioma ma senza presenza certa di insetti all’interno del fusto; n° 86 palme apparentemente sane». Di conseguenza, al contrario di quanto asserito dal dott. Tignino, su 98 palme, anzi 96 perché due erano già morte, solo 10, al 30 aprile 2014, presentavano sintomi di attacco, ossia il 10%. E per questo 10% si dovrebbero tagliare 86 palme ancora sane? Ci perdoni, il dott. Tignino, se l’assessore Ialacqua e il sottoscritto la pensiamo diversamente, se, nel principio della preservazione della pubblica incolumità, riteniamo che valga la pena porre in atto tutti gli interventi necessari a preservare il doppio filare di palme che hanno caratterizzato il viale San Martino, prima di decretarne la loro fine.

Seconda inesattezza: il dott Tignino asserisce che i trattamenti sono stati effettuati con piattaforma elevabile, mentre lui suggerisce di impiegare le lance telescopiche. Ebbene, dott. Tignino, le do una notizia reale: sono state utilizzate proprio le lance telescopiche, non capisco come abbia potuto confonderle con una piattaforma elevabile.

Sull’ultima parte dell’intervento, che rispecchia il carattere sarcastico della prima, non vale la pena soffermarsi. Meraviglia che una persona notoriamente preparata, puntigliosa e precisa come il dott. Tignino abbia potuto incorrere in simili sviste.