E’ già toto-sindaco, tra indiscrezioni e prime polemiche

C’è chi si è già fatto avanti, chi si affida alla rete, chi pensa alle primarie, chi deve riflettere alla luce dei risultati del voto regionale. Il pensiero alle amministrative 2013 prende corpo ogni giorno di più. Le prime voci sul toto-sindaco iniziano a circolare e persino a scatenare le prime polemiche. A bruciare tutti sul tempo, in piena campagna elettorale per le regionali è stato il Movimento Reset che ha puntato tutto sul tandem Alessandro Tinaglia-Adriana Russo. Da alcune settimane, in rete, si raccolgono le firme per Renato Accorinti, che in tanti vogliono vicino (soprattutto sul piano degli ideali e delle battaglie) al M5S che comunque sceglierà il candidato con il consolidato sistema della votazione dei curricula inviati. A sinistra Rifondazione comunista pare stia pensando ad una donna, l’avvocato Aurora Notarianni. Tra le fila dell’ex Mpa oggi Partito dei Siciliani, il deputato regionale Beppe Picciolo scommette su Fabio D’Amore (già candidato a sindaco per Risorgimento Messinese). Più complesso il discorso nelle due coalizioni attuali: Pdl da un lato e Pd-Udc dall’altro, reduci dagli esiti delle regionali. In entrambi i fronti si parla di primarie, con più forza nel centro-sinistra,in modo più sfumato nel centro-destra, con l’ex sindaco Buzzanca che le ha rilanciate sull’onda di quanto si sta decidendo a livello nazionale.

In casa Pd le voci si rincorrono, l’unico dato certo sono le primarie, come più volte ribadito dal segretario cittadino Grioli, purchè siano con regole certe e trasparenti, come chiedono i renziani, ed allargate alla coalizione di centro-sinistra ed ai movimenti come propongono tutti gli esponenti del partito. Difficile però che gli attuali alleati del Pd, i centristi del partito di Casini si lancino in una formula così poco consona a chi preferisce le riunioni delle segreterie, è presto per dirlo, anche perché gli Udc sono alle prese con i conti che non tornano dopo il voto. Restando tra i democratici i nomi più gettonati sono due: Giuseppe Grioli, segretario cittadino del partito e Felice Calabrò, coordinatore dei gruppi Pd al Comune. Per Grioli sindaco è nato anche un gruppo su Facebook , segnale questo che il segretario cittadino è seguito ed apprezzato dalla gente e dalla base. L’ iniziativa all’interessato ha fatto piacere, ma ribadisce che lui non è autocandidato né candidato, visto che il passo prioritario sono le primarie. Ma le indiscrezioni che circolano hanno già causato le prime polemiche, ad intervenire è stato il consigliere comunale del Pd Paolo David, che, scrive, vuol farsi interprete delle perplessità generate da queste candidature. “Mi chiedo se si tratti di candidature spontanee o siano espressione del Pd. Se fosse corretta la seconda ipotesi sarebbe opportuno conoscere in seno a quale consiglio direttivo siano emerse queste indicazioni e se non sia opportuno renderle ufficiali prima che sia la rete a renderle tali”. In verità è abbastanza chiaro che i nomi di Calabrò e Grioli sono espressione del Pd, dal momento che sono entrambi esponenti del partito, con tanto di cariche, nonché colleghi dello stesso Paolo David. Quanto poi alle indiscrezioni è proprio questo il bello delle voci sul totosindaco che tanto appassionano sia i cronisti che i navigatori in rete. Non si può contestare la mancanza di ufficialità ad un’indiscrezione, visto che ne è proprio l’essenza, del resto è dalla rete e dalla base che finora son venute fuori le candidature vincenti, in barba a qualsiasi ufficialità, e Crocetta è l’ultimo caso. Qualcuno infine alle primarie del Pd dovrà pur candidarsi, altrimenti diventa un’acclamazione. Il comunicato di David fa però presagire le prime fibrillazioni interne. Restando nell’alleanza Pd-Udc vincente nei numeri soprattutto a Messina, dove si può parlare di asse Genovese-D’Alia, i centristi devono ancora riflettere su alcuni conti che non tornano dopo il voto. Forse si aspettavano di più dalle truppe di Beninati, fresche di divorzio dal Pdl ed il risultato di Bivona ha lasciato qualche interrogativo. Sarà stato complicato, a pochi giorni dal voto, riuscire a far votare a sinistra gli uomini di Forza Italia che probabilmente avranno preferito, nel segreto dell’urna, dare un aiutino a Nino Germanà rimasto unico baluardo anti-An. A urne chiuse c’è da discutere su chi sarà il candidato Udc e per quale Palazzo. Il nome di Nino Beninati è in pole position, non sappiamo se ci saranno malumori, soprattutto in casa Naro che per qualche manciata di voti si è visto sfuggire il secondo seggio per Saro Sidoti. Ma il nome di Beninati, che da fondatore di Forza Italia a Messina tutto è tranne che un comunista di vecchio corso, paradossalmente potrebbe piacere all’area moderata del centro-destra. La lettera di Nanni Ricevuto al Presidente Crocetta con un appello ad una sorta di governo Monti-in salsa sicula rientra in questa nuova tesi che punta ad un “patto per la città” tra moderati, al momento ancora inespressa ma che sta prendendo forma. Se Buzzanca lancia l’ipotesi primarie a gennaio (i nomi ex An sono quelli di Miloro e Scoglio) nessun altro si sbilancia. Probabilmente non si esclude neanche di affidarsi ad una figura esterna ai partiti, di spessore e competenza, una candidatura dalla società civile che possa essere sposata senza divisioni. Impossibile, neanche con le tenaglie, far parlare il coordinatore cittadino del Pdl Enzo Garofalo: “è il momento di parlare di progetti, non di nomi”, ma pare che si stia cercando un nome nuovo, giovane, moderato, e persino “trasversale”, in virtù appunto di un patto per salvare Messina al di là dei partiti tradizionali. Tesi questa che piace molto al neo deputato Nino Germanà, deciso a restare saldo nella poltrona di deputato regionale, conquistata con i voti di preferenza “non sopportavo di essere considerato un nominato” e da lì, dopo aver lasciato la carica alla Camera senza tentennamenti, è pronto a impegnarsi al progetto per Messina “senza paraocchi né steccati”, conclude quello che potremmo quasi definire il “Renzi del Pdl nostrano”. E se a Ricevuto farebbe piacere un Ricevuto bis schiacciando l’occhio all’Udc è improbabile che questi movimenti portino ad una soluzione gattopardiana. Anche se in riva allo Stretto, i partiti tradizionali, ci hanno abituato davvero a tutto.

Rosaria Brancato