Cultura

“Riccardino”: il romanzo postumo in cui Camilleri diventa un personaggio di Montalbano

“Col cavolo che faccio morire il mio personaggio!” aveva dichiarato Andrea Camilleri nel 2007 e, per questo motivo, consegnò alla casa editrice Sellerio un manoscritto con il compito, per la sua amica Elvira Sellerio, di conservarlo in cassaforte sino alla morte dello scrittore.

Riccardino

E adesso, a quasi un anno dalla sua scomparsa, il 17 luglio scorso, conosciamo questa nuova, ed ultima, avventura. È “Riccardino”, le cui prime pagine ha letto Antonio Manzini, amico e allievo di Camilleri, durante una delle dirette del Salone del Libro di Torino che, per l’edizione di quest’anno, a causa della pandemia, ha dovuto spostarsi online, raggiungendo, così, ancora più persone.

E, come anticipato, Montalbano non finirà di certo la sua storia morendo, non andrà via, sembra, invece, di aver soltanto perso quel suo distintivo “piacere indescrivibile della caccia”, scocciato dalla fama che il suo personaggio ha raggiunto a causa di un “tale Camilleri”.

Camilleri personaggio

Questo è l’incredibile dell’ultimo mistero che il commissario dovrà svelare: l’entrata in scena del suo creatore, come un vero personaggio.

Il professore Camilleri, una “gran camurria d’uomo”, racconta il romanzo Riccardino, sin dalle prime pagine, si è arricchito costruendo dei gialli sulle indagini di Montalbano.

E adesso “a Montalbano gli girano i cabasisi”, legge Manzini, perché le persone sono più interessate alle vicende interpretate da quell’attore che è bravissimo, bisogna ammetterlo, ma che a lui non assomiglia neanche un po’, ed è addirittura “più picciotto di una quindicina d’anni, cornuto”, piuttosto che a quelle sue, e reali.

Quando il commissario arriva sul luogo del delitto, la gente è già fuori dai balconi super incuriosita, ma non per l’omicidio; quello che si domanda è proprio se Montalbano sia arrivato: “Cu, chiddru della televisione?”. “No, chiddru vero”.

Un affascinante gioco pirandelliano in cui si confondono realtà e finzione, analizzando il tutto con quella profondità e ironia caratteristica di Camilleri, e con la sua, e nostra, “lingua bastarda”.

Quando uscirà?

Era abitudine per i libri di Camilleri uscire nel pieno del maggio dei libri; quest’anno, i soliti piani sono stati stravolti dal Coronavirus. La casa editrice ha, però, promesso che uscirà a breve. I lettori vogliono poterlo avere tra le mani in prossimità, magari, del primo anniversario dalla sua morte. Non ci sarebbe modo migliore per ricordare la magia eterna dello scrittore siciliano, per sognare con lui, meravigliarsi, emozionarsi, ridere e sentire i sapori, gli odori, i suoni, i colori, della nostra meravigliosa Sicilia, che solo lui ha saputo raccontare così, trasferendone l’amore a tutti i lettori.