Ospedale Piemonte,il Comitato: “Nessun attacco, il sindaco chiarisca la sua posizione”

Il sindaco concentra tutta l’attenzione sull’aggressione subita durante la manifestazione a difesa dell’ospedale Piemonte, dichiarando che si è trattato di un attacco premeditato, per spostare l’attenzione dal vero problema e dal suo ruolo nella vicenda che porterà con ogni probabilità il nosocomio a chiudere battenti per essere trasformato in altro.

E’ questa in sintesi la posizione del Comitato Salvare l’ospedale Piemonte che con una nota chiede anche un incontro chiarificatore ad Accorinti.

Siamo stati parte della manifestazione ed Accorinti, considerando anche le nostre storie personali, non può pensare ad un agguato- scrive il presidente del Comitato, Marcello Minasi-. La violenza è sempre condannabile ma sostenere che la folla accorsa per difendere l’Ospedale sia stata strumentalizzata dagli organizzatori è eccessivo. Piuttosto, la gente ha lanciato i segnali della disperazione, protestando contro l’ennesimo scippo che si sta consumando ai danni di questa città. Al sindaco la piazza ha contestato quella lettera alla Borsellino, ovvero il non aver difeso il mantenimento del Piemonte, inteso come Ospedale e non come Rsa (Residenza sanitaria assistita). E’ lui il primo cittadino e a lui si sono rivolti come ultimo baluardo per la difesa di un diritto”.

Il primo cittadino, nella conferenza stampa di ieri, a proposito della lettera alla Borsellino ha chiarito che il suo intento originario e principale era quello di difendere l’ospedale come presidio d’emergenza/urgenza e che la seconda parte, quella che lasciava le porte aperte all’alternativa, ovvero a soluzioni non compatibili con il presidio, come Rsa o gli ambulatori, dal suo punto di vista rappresentava un elemento “aggiuntivo” e non una resa.

Noi vogliamo ancora credere al sindaco Accorinti- prosegue Minasi- vogliamo credere che il contenuto della lettera del 7 agosto sia stato frainteso. Per questo gli chiediamo un incontro chiarificatore per ascoltarci, per far vincere la verità e la giustizia, per acquisire dati e organizzare insieme ogni azione che possa scongiurare questo catastrifico evento”.

L’attenzione quindi deve essere riportata al cuore del problema, ovvero alle sorti del nosocomio che proprio in questi giorni saranno all’attenzione della Commissione voluta dal direttore generale dell’azienda Papardo-Piemonte, Michele Vullo. Il nodo infatti è rimasto quello del 29 settembre e dei mesi precedenti: quale destino si prospetta per il pronto soccorso, il punto nascita, e l’ospedale?

Vecchia o nuova politica che sia, vecchie o nuove responsabilità, l’urgenza è capire cosa si vuol fare del nosocomio. Nessuna replica dai sindacati, che Accorinti ha indicato come “i mandanti” se non addirittura gli esecutori, dell’aggressione, insieme ai tre deputati Santi Formica, Franco Rinaldi e Carmelo Briguglio, intervenuti alla manifestazione venerdì sera. Per la verità anche nei confronti di Rinaldi si sono registrate contestazioni a margine della manifestazione. Nessuna replica quindi al sindaco da Cisl e Uil, anche se è probabile che si sia segnato un punto di non ritorno nei rapporti tra le organizzazioni sindacali e Accorinti. Tra i deputati “mandanti” solo Carmelo Briguglio ha risposto con un tweet alle accuse di non aver mosso un dito in questi anni né da deputato regionale né nazionale. Ecco la replica: Accorinti grida complotto, fischiato#Messina da piazza vs chiusura Osp.Piemonte, io applaudito. Di me taccio, fischi sua inerzia meritati.

Insomma gli animi non si sono affatto placati e sul Piemonte le nubi sono ancora lì, sempre più nere, sempre più pesanti.

Rosaria Brancato