Palme a rischio vicino alla linea tranviaria. L’allarme di Gioveni

Il verde urbano torna ad interessare la cronaca cittadina. Dopo il crollo di due palme, avvenuto nelle scorse settimane, rovinosamente cadute sulle strade del Viale San Martino, il Consigliere Comunale Udc, Libero Gioveni, volendo saperne di più sulla questione ha inviato una nota all’Assessore all’Arredo Urbano, Daniele Ialacqua, ed al Sindaco Renato Accorinti.

Gioveni spiega come il problema delle palme non riguardi solo la terribile minaccia del punteruolo rosso, ma anche e soprattutto la posizione che queste occupano all’interno della tranvia, definendo la situazione come “vera emergenza”. Il Consigliere non si riferisce unicamente agli alberi caduti nei giorni scorsi, ma più nel dettaglio alle palme che crescono troppo vicine ai fili dell’alta tensione della linea di trasporto, toccati dalle foglie, “In moltissimi punti del lungo tratto compreso fra piazza Cairoli e viale Europa, infatti, partendo in particolare dall’incrocio con via Maddalena, si possono notare le lunghe foglie di parecchie palme addirittura al di sotto della linea elettrica e comunque a stretto contatto con essa”.

Ricordando il blocco del tram nel 2012, causato proprio da un crollo improvviso di diverse palme sui binari, Gioveni spiega come la fragilità delle piante e la loro posizione dovrebbero rappresentare un forte campanello d’allarme per l’Amministrazione, onde evitare una nuova interruzione del servizio. Il Consigliere lancia anche un attacco all’Assessorato, “Non si riescono tra l’altro a comprendere, stante questa grave condizione, i criteri adottati da codesto assessorato nella pianificazione dei lavori di rimozione o potatura delle palme pericolanti, vista la decisione presa di iniziare da piazza Municipio”. Infine, volendo concludere la nota, Gioveni chiede proprio all’Assessore Ialacqua quali saranno le modalità d’azione per risolvere la questione e quando verranno messe in pratica, “al fine di garantire la pubblica sicurezza e il regolare esercizio tranviario.”

(Claudio Panebianco)