Politica

Stop agli “sprechi” nelle Commissioni e presidenze assegnate anche alle minoranze

La prima seduta del Consiglio comunale dopo quella dedicata all’ insediamento , ai casi di ineleggibilità ed incandidabilità e all’elezione dell’Ufficio di Presidenza si terrà giovedì 1 agosto alle ore 10. All’ordine del giorno ci saranno due delibere improcrastinabili: quella relativa all’istituzione delle dieci commissioni consiliari e quella relativa alla nomina di tre componenti della Commissione elettorale, già sollecitata da una nota della Prefettura. Le due proposte deliberative si aggiungeranno alle delibere rimaste in stand by in questo periodo di vacatio: l’ex presidente del Civico Consesso, Pippo Previti, invierà al nuovo Ufficio di presidenza, oggi composto da Emilia Barrile, Nino Interdonato e Nicola Crisafi, l’elenco degli atti “congelati” pronti ad essere discussi e votati dall’Aula.

Dei prossimi passi del Consiglio Comunale, che è pronto a ripartire dopo la pausa forzata ed obbligatoria del periodo elettorale, si è discusso nella Conferenza dei capigruppo, che si è svolta in tarda mattinata nell’Aula consiliare. A parte gli step burocratico-amministrativi, sono state però altre le questioni che hanno infiammato gli animi: in particolare le presidenze da “spartire” tra i vari partiti e la richiesta di nuove regole per l’effettiva partecipazione nelle commissioni consiliari. Per molti, la parola d’ordine deve essere discontinuità, altri preferiscono la conservazione delle vecchie logiche.

I Dr, attraverso la capogruppo Elvira Amata, hanno chiesto la modifica del regolamento per abolire la doppia firma nelle commissioni e garantire il gettone di presenza ai consiglieri solo in caso di reale apertura dei lavori. Il capogruppo del Pdl , Pippo Trischitta, ha proposto invece l’abolizione della doppia convocazione, riducendola ad una soltanto, concedendo ai consiglieri la possibilità di firmare a lavori iniziati e trascorsi almeno 30 minuti, a meno che la commissione abbia una durata inferiore. Ancora più drastica la posizione della consigliera di “Cambiamo Messina dal Basso”, Nina Lo Presti, che ha formalizzato la sua richiesta in una nota inviata all’Ufficio di Presidenza, ai capigruppo ed al sindaco Accorinti. Parlando a nome dell’intero movimento, la consigliera scrive testualmente «Chiediamo appellandoci alla vostra sensibilità politica di attuare una riduzione del numero delle commissioni e di svolgerle in orario pomeridiano non coincidente con l’orario di lavoro». Gli obiettivi di tale proposta sono due , come specificato nella nota dalla Lo Presti: «ridurre notevolmente i costi aggiuntivi (oneri riflessi) e migliorare l’efficienza del lavoro all’interno delle commissioni».

Arrivate sul tavolo della Conferenza dei capigruppo, per concretizzarsi le tre proposte dovranno seguire l’iter formale e servirà tempo, per il momento dunque restano solo buoni propositi di inizio consiliatura. Le buone intenzioni si sono invece già tramutate in fatti nella IV circoscrizione, dove nel corso della conferenza dei capigruppo , su proposta dei consiglieri Daniele Travisano (SiAmo Messina), Giovanni Caruso (Pdl), Alessio Mancuso, Antonio Giannetto (PD), Raffaella Lombardo (Cambiamo Messina dal basso), è stato deciso che 2 su 4 delle Commissioni costituite si riuniranno in orari pomeridiani . «La proposta trasversale e generazionale (a farla sono stati i consiglieri tra i più giovani) – si legge in un comunicato – si fonda da una parte sulla necessità, aggravata dall’attuale momento storico, di non sottrarre ai datori di lavoro (pubblici e privati) importanti unità di personale e dall’altra può rappresentare anche un risparmio per le casse comunali. Inoltre, la proposta vuole essere anche un segnale di concepire la politica come una passione da svolgersi al fianco alla propria attività lavorativa».

Torniamo adesso alla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Zanca , dove la discussione si è animata anche sull’assegnazione delle presidenze. Le poltrone a disposizione sono 10, ma per una maggioranza di centro- sinistra che vuol far valere il proprio peso numerico, c’ è una minoranza che rivendica rappresentatività, non solo in termini di componenti all’interno di ciascuna commissione ma anche in termine di presidenze. Gli accordi interni alla coalizione di centro-sinistra, Udc compresa nonostante lo strappo sull’elezione dell’Ufficio di presidenza, prevedono in linea di massima: 2 presidenze ai centristi, 2 al Megafono, 3 in totale al Pd e liste collegate (Felice per Messina e Progressisti democratici) e 2 ai Dr . Ne resterebbe solo una da assegnare a Pdl o a Cambiamo Messina dal Basso.

Tuttavia, persino alcuni esponenti del centro sinistra chiedono una suddivisione più equa, garantendo al centro-destra e agli accorintiani almeno una presidenza ciascuno. Trischitta ne vorrebbe addirittura due per accontentare anche gli alleati di “SiamoMessina”. I Consiglieri di “Cambiamo Messina dal Basso” ambiscono a conquistare la Commissione sui Beni Comuni, per la cui presidenza hanno già pensato a Gino Sturniolo. Il problema è però capire chi del centro-sinistra è disposto a rinunciare per fare posto anche agli esponenti della minoranza. Secondo qualche consigliere, il Pd e liste collegate dovrebbero limitarsi a chiedere due presidenze e non tre , secondo qualche altro a rinunciare devono essere i Dr, a cui ne basterebbe una, vista l’elezione di Interdonato a vice-presidente del Consiglio Comunale. Al momento sembrano intoccabili le due presidenze destinate ad Udc e ad al Megafono. Ma visto lo scherzetto a Gioveni quando i giochi sembravano ormai fatti, tutti i partiti farebbero bene a non dare nulla per scontato e a non peccare di superbia, soprattutto se dettata dal numero presunto dei voti. Che possono sempre prendere una direzione diversa da quella che ci si aspetta. Come andrà a finire lo sapremo solo quando saranno finalmente operative le dieci commissioni, all’interno delle quali si eleggeranno i presidenti.

Nel frattempo, una notizia non bellissima per il capogruppo di “SiamoMessina”, Fabrizio Sottile, arriva dal Tar Catania, dove l’ex consigliere comunale Sebastiano Tamà , primo dei non eletti in quella lista per una manciata di voti di differenza con Sottile, ha depositato il ricorso, chiedendo il riconteggio delle schede e sperando di poter tornare in Consiglio Comunale. (Danila La Torre)