Di Matteo cittadino onorario di Messina: “orgoglioso di essere siciliano”. LE FOTO

L’Irrera a mare, assolata e battuta dal vento, ha ospitato la emozionante cerimonia di riconoscimento della cittadinanza onoraria a Nino Di Matteo, il magistrato palermitano minacciato dalla mafia, non sempre appoggiato dalla categoria alla quale appartiene, diventato il simbolo aggregante della lotta alla mafia. La città di Messina gli ha tributato la cittadinanza nel corso di un incontro alla presenza delle istituzioni, dei magistrati in servizio nel distretto ma soprattutto delle scolaresche: decine di ragazzi con gli insegnanti scandivano il discorso del magistrato al ritornello di “io sto con Di Matteo” ed esponevano cartelloni di ringraziamento e sostegno. E’ proprio a loro che Di Matteo ha voluto rivolgersi.

“Non è facile prendere la parola in un contesto simile – ha detto il magistrato – davanti a tutti questi giovani. Non lo nascondo, questo è un bel momento anche per me, perché occasioni come queste, più che per il riconoscimento in sé tributatomi, sono occasioni che ci confortano, ci ricordano il nostro vero ruolo, la bellezza alta del nostro ruolo, cioè l’esercizio a servizio della comunità, in particolare dei più deboli, di quelli che non si sono voluti piegare ai compromessi, alla sopraffazione, alla corruttela. Oggi, insieme a tutti questi giovani, possiamo prendere spunto per una riflessione sulla mafia, e non tanto sulla mafia nei suoi aspetti più tipici e violenti, ma soprattutto sul metodo mafioso che tanto si sta diffondendo nel nostro paese anche nell’esercizio del potere istituzionale”.

Il magistrato che conducendo la più recente inchiesta sulla Trattativa Stato –Mafia vi è in qualche modo entrato dentro, quando le rivelazioni dei pentiti hanno svelato che era finito nel mirino dei progetti di morte di Cosa Nostra, ancora oggi considerati pericolosamente attuali, ha richiamato i ragazzi a tenere alta la guardia su quel particolare settore “grigio” della società dove la mafia si insinua per riciclare i propri capitali e i propri uomini, confondendoli tra i ranghi della politica, delle amministrazioni locali, tra i professionisti della finanza. Ed ai quali spesso il nostro “sistema giudiziario a due velocità, attraverso la prescrizione, fa un grande regalo: a tutti i servitori infedeli, agli imputati dei reati di corruzione e concorso esterno offre una garanzia di impunità”.

“Io sono palermitano – ha ricordato di Matteo rivolgendosi ancora una volta ai ragazzi – quindi siciliano come voi, e da siciliani non dobbiamo nascondere che questa è la terra in cui sono successe cose che non sono accadute in nessun altra parte del mondo occidentale: qui la mafia ha ucciso magistrati, uomini delle forze dell’ordine, giornalisti, testimoni scomodi. Ma è proprio da qui che è partita l’offensiva più forte, qui hanno cominciato gli uomini che hanno sferrato i colpi più duri alla mafia, di questi uomini dobbiamo essere orgogliosi. In questa terra tristemente appesantita dalla mentalità del ‘ è tutto inutile, non cambierà mai nulla’, dico che non è vero, che molte cose sono cambiate in questi venti anni e tante altre ne cambieranno. Abbiamo fatto passi avanti negli strumenti che ci consentono di lottare contro le mafie,s soprattutto a livello conoscitivo, ma se vogliamo davvero arrivare ad un punto di svolta è la cultura che deve cambiare, ma soprattutto la politica, che non deve più fare affari con quella mafia “pulita” che si nasconde tra i colletti bianchi ”.

Infine Di Matteo ha ringraziato il nutrito gruppo dei familiari delle vittime di mafia, oggi presenti a Messina – una per tutti, a titolo di esempio, Angelina Manca, la madre dell’urologo barcellonese scomparso in circostanze ancora non del tutto chiarite . A loro Di Matteo ha rivolto una accorata preghiera: “Auspico che abbiano il giusto riconoscimento per stare al processo in una posizione adatta a contrastare gli assassini dei loro cari. Ma comunque li prego di non stancarsi, non spazientirsi, di continuare a lottare. Perché fino a che esisteranno dei magistrati liberi troveranno sempre una speranza”.

Accanto a Di Matteo, sul palco, anche il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, che del collega palermitano è “difensore” nei procedimenti disciplinari davanti al Csm. Parlando delle difficoltà di vivere sotto scorta, come quelle che pesano a Di Matteo ma anche a tutti quei magistrati caparbi, scomodi, bravi, Ardita ha voluto ricordare e ringraziare anche tutti gli uomini delle scorte, di tutti i corpi delle forze dell’ordine, gli agenti penitenziari che di fronte agli stessi rischi, le stesse difficoltà, i medesimi momenti di sconforto e stanchezza, dimostrano ogni giorno di servire con dedizione lo Stato.

“Per noi messinesi consegnare oggi la cittadinanza onoraria al magistrato Nino Di Matteo è motivo di grande onore ed orgoglio, perché Nino è il simbolo della nostra lotta alla mafia. Questa giornata deve essere l'inizio di un percorso diverso se ognuno di noi fa la sua parte, prendendo spunto ed esempio dalla vita professionale di Di Matteo” ha detto visibilmente emozionato il sindaco Renato Accorinti. “Invito tutti noi, che fondiamo le nostre azioni sulla legalità e sulla trasparenza, a non fare mai un passo indietro ma cento in avanti. Rivolgo un pensiero ai cittadini per aumentare la loro presa di coscienza e la partecipazione alla lotta alla mafia con azioni concrete tutti i giorni e in ogni angolo di strada, evitando silenzi di complicità ed omissioni. Le istituzioni dello Stato facciano la loro parte, supportando coloro che contrastano la criminalità organizzata, attuando riforme ormai indifferibili, e la scuola, quale palestra di vita, dia un contributo concreto attraverso la crescita delle giovani generazioni all'insegna dei valori della legalità e della trasparenza. La presenza oggi di centinaia di giovani rafforza il mio pensiero. La partecipazione degli studenti è il segno tangibile di una comunità che vuole risorgere a partire dalle nuove generazioni per l'affermazione della legalità e della trasparenza, rappresentando un segnale di svolta per coloro che sono i cittadini di oggi e di domani”.

La presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, ha sottolineato che: “Grazie, innanzitutto signor Sindaco, di aver desiderato una condivisione palese di quest'occasione così importante per la nostra città e grazie a tutti Voi che avete voluto partecipare a questo fondante momento in cui ringraziamo il giudice Di Matteo per la testimonianza che ci regala giorno per giorno con la sua vita ed il suo operato umano e professionale. Sono onorata e fiera di aver deliberato, in quanto presidente del Consiglio Comunale che ho l'onore di rappresentare, il conferimento di questa cittadinanza onoraria che, di fatto, lega simbolicamente un vero servitore dello Stato ad una comunità che lotta perché, a tutti i livelli, il valore della legalità venga introiettato quale valore assoluto”.