Una sezione del museo etnoantropologico di Castanea intitolata al fotografo Pintaldi

Il direttore del Museo Etnoantropologico di Castanea, Domenico Gerbasi, ha deciso di intitolare un’intera sezione della struttura al maestro messinese Aldo Pintaldi, fotografo noto in tutto il mondo. L’iniziativa, alla quale oltre a Gerbasi e Pintaldi parteciperà anche la dirigente della Soprintendenza di Messina, Melina Prestipino, si svolgerà domani mattina al Museo Etnoantropologico del villaggio di Castanea.

Il Museo è nato il 1 agosto 2010 per volontà di Domenico Gerbasi che è sempre stato coadiuvato in tutta la sua attività dalla moglie Benedetta Cannizzaro. Gerbasi ha iniziato la raccolta di pezzi d’Arte dal 1963 e il primo oggetto poi esposto fu un crocifisso in legno in avorio. Per la presentazione del museo partecipò anche l’orchestra sinfonica Tolstoj Romania, diretta dal maestro Orazio Baronello. “Siamo orgogliosi – spiega Gerbasi – di ospitare oggi numerose foto di Aldo Pintaldi che ricordano, tra l’altro, momenti di vita di vari periodi storici di messinesi che vivevano a Castanea”.

IL RITRATTO DI PINTALDI
Nato a Messina il 16 dicembre del 1928, ma registrato all’anagrafe il 1 gennaio 1929, il maestro Pintaldi sin da giovanissimo si appassiona e si accosta al mondo della fotografia eseguendo i primi scatti con una vecchia Voigtländer Brillant di proprietà della mamma e, a rischio della propria vita, fotografa dalle colline della zona nord di Messina, le fortezze volanti mentre bombardano la città di Messina (nella foto). Diventa il primo fotoreporter della Fiera Internazionale di Messina e il fotografo della Rassegna Cinematografica internazionale che si è svolta per diverse edizioni all’interno della cittadella fieristica. Nelle sue foto ha ritratto tutti gli attori della cinematografia mondiale del periodo, da Gassman a Manfredi a Sordi a Ingrid Bergman. Fototecnico ufficiale del Policlinico Universitario di Messina, per anni unico riferimento nella sua città dei centri ospedalieri, degli studi di specializzazione, dell’istituto di Fisiologia dell’ospedale Piemonte, diviene ben presto il più ricercato per eseguire particolari lavori di ricerca anche da Catania e Reggio Calabria.