Css, oltre 1500 persone al corteo contro l’inceneritore. FOTO

Oltre 1500 persone – secondo la Polizia di Stato – si sono riunite a Milazzo per manifestare, in maniera del tutto pacifica, contro la riconversione della centrale Edipower di San Filippo del Mela a CSS. Il corteo è stato il culmine di due giorni di eventi organizzati da #DecidiamoNoi, una sigla che riunisce 36 associazioni della valle del Mela. E compattezza è stata la parola d’ordine degli organizzatori, che hanno tentato di ritrovare un fronte comune con le istituzioni – e in particolare con i sindaci della valle, quasi tutti presenti. Assente – per motivi familiari – il sindaco di San Filippo del Mela, Pasquale Aliprand, che ha inviato in sua vece l’assessore Saporita; era presente anche il presidente del Consiglio Comunale, Gavino Paulesu.

La partecipazione ha risentito delle previsioni meteo; eppure, il cielo ha concesso uno spiraglio proprio ai manifestanti, che hanno potuto sfilare senza ombrelli. Così, dopo l’appello – di rito – di padre Trifirò, il corteo è partito da piazza San Papino, ampliato dai tanti ambientalisti venuti da tutta la Sicilia e dalla Calabria. Certo, si sperava in una maggiore adesione: per tutta la durata della sfilata, i megafoni hanno chiamato all’appello gli “assenti”, affacciati dai balconi o ai lati delle strade; e già si parla di una nuova manifestazione in primavera, col bel tempo.

I presenti, però, hanno fatto sentire la loro voce. In particolare, contro i governi Renzi e Crocetta, visti come i principali responsabili dell’eventuale realizzazione dell’inceneritore. E, con la presenza dei No Triv a contestare lo stesso decreto che prevede l’incenerimento – lo Sblocca Italia – la politicizzazione del corteo è stata inevitabile.

I manifestanti hanno terminato la loro sfilata in via Medici, dove era prevista la lettura del documento unico redatto dalle associazioni e la simbolica firma di Formica; a parlare, nelle previsioni degli organizzatori, dovevano essere solo i rappresentanti degli studenti, per ribadire la natura trasversale della manifestazione. Al sindaco è stato comunque concesso un commento: “Vogliamo l’autodeterminazione per quanto riguarda le direzioni del nostro sviluppo industriale” – ha dichiarato.

Poi, però, sono iniziati gli interventi di alcuni ambientalisti. A sintetizzare le posizioni più dure è stato Samadhi Lipari: “C’è stato un tentativo di sabotare i referendum consultivi promossi sul CSS” – ha dichiarato – “così come c’è stato un tentativo di sabotare la manifestazione di oggi, paventando addirittura la presenza dei black block; nonostante questo siamo andati avanti nella lotta contro l’inceneritore”. E, davanti al primo cittadino mamertino – tesserato PD – Lipari ha chiamato in causa proprio i democratici: “Non dimentichiamo che a volere gli inceneritori sono proprio i dirigenti del Partito Democratico, e una parte dei deputati. Bisogna smarcarsi chiaramente da questi signori, e opporsi al progetto anche in via legale”.

Nel documento delle associazioni, firmato da Formica, c’è infatti l’impegno a ricorrere a tutti gli strumenti amministrativi utili alla causa; e, in particolare, al ricorso al TAR, facendo valere le prescrizioni del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9. Una soluzione che, tuttavia, non sembra la priorità del sindaco: “Confido nel fatto che questa manifestazione, questa evidente unità d’intenti, sia sufficiente a far cambiare idea sul progetto; eventualmente, valuteremo anche il ricorso” – ha ribadito Formica.

Giovanni Passalacqua