Emergenza acqua, l’Amam non concilia. Si allarga il rischio mega contenzioso

Chiuso a vuoto il tentativo di conciliazione che l'Associazione dei consumatori Club aveva aperto con l'Azienda Acquedotti Messinese, dopo l'emerga idrica del novembre scorso. Lo ha disposto il giudice di pace di Messina, la dottoressa Panarello, davanti la quale si era istaurata la procedura di conciliazione extra giudiziale, una procedura che consente di "chiudere" anticipatamente e con un rimborso forfettario le eventuali cause di indennizzo. All'udienza precedente l'Amam aveva chiesto un rinvio per depositare della documentazione, ma la volta successiva semplicemente non si è presentata. Il giudice ne ha quindi dedotto la non volontà di conciliare, ed ha dichiarato chiuso il verbale.

Più che probabili, adesso, le cause a pioggia per ottenere il rimborso dei disagi causati dagli oltre 20 giorni di scarsità di acqua registrati in città a causa della frana a Calatabiano. Cause che rispetto alla conciliazione fanno prevedere ovviamente costi più alti.

"Avevano scelto questa procedura per evitare un probabile aggravio di costi a carico di quella che è un'azienda pubblica, quindi degli stessi cittadini", spiega l'avvocato Valentino Gullino della Club.

L'azione dell'associazione a tutela dei consumatori e antiracket si basa sulla Carta dei Servizi Amam, che impegna l'azienda a garantire l'approviggionamento minimo alle utenze anche nel caso di guasti.

"Note le vicende che hanno palesato evidenti responsabilità sui disservizi e sulla mancata erogazione dell’acqua – continua il legale – la nostra associazione, prima ancora di adire alle vie giudiziarie ordinarie, preso atto della parziale ammissione di responsabilità da parte dei vertici AMAM, ha tentato di addivenire ad una soluzione di interesse pubblico, che prevede sgravi o agevolazioni economiche nei confronti dell’utenza messinese. Azioni di agevolazione sulle distribuzioni di acque sono ben note nel panorama nazionale, come avviene anche nella vicina Reggio Calabria, dove l’utenza, considerato i disagi della distribuzione acque, paga il 50% delle bollette addebitate".

(Alessandra Serio)