Nove dirigenti fanno causa al Comune: chiedono gli arretrati dell’indennità di risultato

Nove dirigenti comunali, alcuni dei quali attualmente in servizio ed e altri ormai in pensione, battono cassa e fanno causa al Comune di Messina. Per chiedere gli arretrati dell’indennità di risultato, più interessi e rivalutazione monetaria. Si tratta dell’ex ragioniere generale di Palazzo Zanca Ferdinando Coglitore, dei dirigenti in quiescenza Francesco Rando, Giacomo Leotta, Placido Bruno, Giuseppe Mauro e dei dirigenti ancora operativi Salvatore De Francesco, Calogero Ferlisi, Giovanni De Leo e Letteria Santa Pollicino.

I nove dirigenti hanno unito le forze e presentato ricorso unico al Tribunale del Lavoro di Messina contro l’ente presso cui svolgono o hanno svolto attività dirigenziale, con funzioni apicali.

Prima di addentrarci nelle richieste specifiche avanzate dai nove “manager” della pubblica amministrazione, è bene ricordare che la retribuzione del personale dirigente del comparto autonomie locali è costituito dal trattamento economico fondamentale (retribuzione base) e dal trattamento accessorio. Quest’ultimo a sua volta è composto dalla retribuzione di posizione e dalla retribuzione di risultato, tra loro strettamente connesse, perché il Fondo da cui si attinge è il medesimo.

In base alla normativa vigente, gli Enti devono provvedere annualmente alla costituzione del Fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato del personale.

«Il fondo da destinare al finanziamento della retribuzione di risultato– si legge nel ricorso presentato dall’avvocato Rosario Raffa per conto dei 9 dirigenti comunali – è composto dalla percentuale destinata dall’amministrazione, nel limite massimo del fondo, e dalle economie risultate eccedenti nell’esercizio a seguito del pagamento della retribuzione di posizione. Il Comune di Messina… ha destinato una quota pari al 15% del fondo». Alla quota del 15% del fondo devono essere aggiunte – come detto – le economie verificatesi sulle risorse destinate al pagamento della retribuzione di posizione.

Il legale di Coglitore, Ferlisi, De Francesco e colleghi sottolinea nel ricorso che, per quanto riguarda gli anni 2005-2006-2007-2008-2009-2010-2011 e 2012, il Comune di Messina ha liquidato ai ricorrenti solo acconti sulle somme dovute a titolo di retribuzione di risultato. Fa, inoltre, presente che il Comune, attraverso il Nucleo di Valutazione (sostituito adesso dall’Organismo Indipendente di Valutazione) ha valutato le performance ed il raggiungimento degli obiettivi di ciascun dirigente per gli anni 2005,2006 e 2007, trasmettendoli al sindaco pro tempore e per gli anni 2008 e 2009 trasmettendoli al commissario regionale. Secondo quanto scrive l’avvocato Raffa, «per gli anni 2010 e 2011, invece, il Nucleo di valutazione non ha svolto alcuna attività, anche se sono stati assegnati gli obiettivi e a fine anno è stata richiesta a ciascun dirigente la relazione finale con l’indicazione dei risultati raggiunti».

Il legale dei nove dirigenti ritiene, quindi, che l’amministrazione abbia omesso «illegittimamente» di ripartire i fondi destinati alle indennità di risultato, causando un danno economico ai dirigenti. Da qui la richiesta ai giudici del Tribunale del Lavoro di riconoscere il diritto dei ricorrenti di “intascare” le somme arretrate della retribuzione di risultato relative agli anni che vanno dal 2005 al 2011 e di condannare il Comune di Messina al pagamento in favore di ciascuno dei ricorrenti delle seguenti somme:

Ferdinando Coglitore: € 152.134,21

Francesco Rando: € 33.755,98

Giacomo Leotta: € 51.616,46

Placido Bruno: € 53.344,31

Giuseppe Mauro: € 119.704,32

Salvatore De Francesco: € 73.435,18

Calogero Ferlisi: € 74.330,13

Giovanni De Leo: € 78.359,00

Letteria Santa Pollicino: € 75.704,31

Come precisa l’avvocato, tali somme, che ammontano complessivamente a € 712.383,90, dovranno essere maggiorate di interessi legali e rivalutazione monetaria.

Per quanto riguarda il periodo 2012-2013, il legale dei 9 dirigenti segnala al giudice del lavoro che l’Amministrazione non ha ancora provveduto a costituire il fondo e non ha assegnato gli obiettivi impedendo la valutazione dei suoi assistiti. Secondo l’avvocato Raffa, dunque, «sussiste un grave inadempimento del Comune e una conseguente responsabilità contrattuale con conseguente diritto al risarcimento dei danni…».

In questo caso, il legale chiede di condannare il Comune di Messina al pagamento in favore di ciascuno dei ricorrenti delle seguenti somme:

Ferdinando Coglitore € 28.251,83

Salvatore De Francesco: € 10.323,76

Giovanni De Leo: € 10.893,08

Calogero Ferlisi: € 10.779,22

Giuseppe Mauro: € 21.812,50

Letteria Santa Pollicino: € 10.665,36

Anche per tali somme, che ammontano complessivamente € 92.725,75, il legale dei dirigenti chiede pure interessi legali e la rivalutazione monetaria. E’ lo stesso avvocato a spiegare che ai ricorrenti Leotta, Bruno e Rando non sono dovute somme per gli anni 2012-2013, in quanto già collocati a riposo.

La causa intrapresa dai nove dirigenti rischia di costare carissimo al Comune di Messina, che se dovesse soccombere si troverebbe costretto a sborsare ben 805.109,65 euro. A cui andrebbero aggiunti interessi legali, rivalutazione monetaria e spese legali.

Danila La Torre