Messa in liquidazione di Messinambiente, il presidente del Consiglio Previti chiede chiarezza

Sono passati due mesi dalla messa in liquidazione di Messinambiente, decisa in un pomeriggio dal sindaco Buzzanca nel corso di un’assemblea dei soci che non si è rivelata essere come le altre. Due mesi in cui polemiche sono arrivate da più fronti: ovviamente quello sindacale, con Cgil, Cisl e Uil da subito sul piede di guerra, ma anche quello politico. Il Pd, che era stato promotore dell’ordine del giorno votato in consiglio comunale per chiedere il rilancio della stessa Messinambiente, si è subito opposto. Duri anche diversi consiglieri comunali, come Nino Carreri di Risorgimento Messinese e il “trio” Nello Pergolizzi (Fli) – Giuseppe Melazzo (Udc) – Ivano Cantello (Sicilia Vera), questi ultimi hanno definito addirittura illegittima la procedura seguita dal sindaco, che sarebbe andato oltre le proprie competenze nel liquidare la società. Nelle scorse settimane Messina ha subito anche un’emergenza rifiuti durata diversi giorni mentre, paradosso finale, pochi giorni fa il sindaco ha affidato alla stessa Messinambiente messa in liquidazione la gestione post-mortem di tutte le discariche del messinese.

Tanti eventi, tutti finiti su un tavolo riunitosi oggi a Palazzo Zanca in cui il presidente del consiglio comunale Pippo Previti ha incontrato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Al termine della riunione, Previti ha inviato una nota al sindaco Buzzanca ed al commissario liquidatore di Messinambiente, l’ex amministratore unico (e anche ex direttore generale, quando presidente era Dalmazio) Armando Di Maria, sottolineando «la necessità di fissare un incontro per chiarire le ragioni della messa in liquidazione della società Messinambiente e gli eventuali provvedimenti che il Consiglio sarà chiamato ad affrontare». Ecco cosa resta da chiarire: il consiglio comunale dovrà giocare un ruolo nell’iter di messa in liquidazione di Messinambiente?