Annamaria Raffa: “Accorinti da Cesare a Caligola. Messina, il buio oltre la siepe”

Non passa giorno senza che il povero Cesare riceva alle spalle la pugnalata dal Bruto di turno che rivendica a sua volta di essere stato tradito e chiede dunque la testa della povera Maria Antonietta, colpevole di aver offerto brioches anzichè le soluzioni promesse a chi aveva fame. E così hanno cominciato per primi i movimenti e le organizzazioni sociali che avevano sostenuto elettoralmente Accorinti a ritirare il proprio consenso; sono poi seguite le organizzazioni politiche, sindacali e fino Gettonopoli era un fiorire di sfiducie dei vari gruppi di partito del Consiglio.

Se non si fosse capito, oramai è chiaro che Accorinti e la giunta continueranno il loro mandato e dalla loro prospettiva anche legittimamente; le costanti richieste di dimissioni hanno sortito l’effetto contrario, rafforzando la contrapposizione e l’idea di “missione” del gruppo rispetto al resto della comunità. Da Cesare però Accorinti è divenuto Caligola, nella realtà di emergenze che quotidianamente viviamo i suoi provvedimenti e quelli della giunta appaiono più che mai illogici e bizzarri; il sindaco è quasi sempre, in senso letterale “fuori luogo”: se si parla di Area Metropolitana lui risponde con l’interculturalità con Reggio Calabria; se deve firmare un documento al Rettorato, sposta l’appuntamento al Comune; il giorno dell’anniversario dell’alluvione di Giampilieri, si trova a Firenze a celebrare Gandhi; nei giorni di paralisi locale per assenza di bilancio cerca il gemellaggio con Assisi e anche se la possibilità di docce è sempre a rischio ci invita a sudare mettendoci in tuta.

E’ doveroso ricordare che Accorinti lì dov’è ce lo abbiamo messo noi: chi ha contato sull’uomo della provvidenza è stato uno sprovveduto, contare sul carico di lupini per cambiare le proprie sorti, pensando che la buona fede bastasse, quando neanche forse il più esperto dei marinai avrebbe portato in salvo la Provvidenza, ha da prendersela solo con se stesso e la propria ingenuità. Ricordiamo inoltre che, oltre ad Accorinti, abbiamo messo proprio lì, dove potessero essere protagonisti degli spettacoli più indecorosi, pantalone, pulcinella, colombina e arlecchino. Gran parte dei consiglieri, come ulteriori protagonisti della commedia dell’arte, si costernano, si indignano, si impegnano, minacciano e reggono la scena al sindaco e giunta: per loro è necessario che essa rimanga inalterata, hanno il capro espiatorio che si presta quotidianamente alle loro invettive. Peggio degli illusi, dei moralisti, dei sognatori ci sono gli ipocriti: fra sfiducie presentate in solitaria che hanno l’esito del nulla e quelle solo annunciate, le commissioni fantasma, transumanze di partito degne dei più abili saltimbanchi, ogni protagonista ciclicamente prende la scena con particolareggiati sproloqui, senza risparmiarci nulla. In settimana un consigliere di Forza Italia, il partito che ha oramai la maggioranza in Consiglio e la sfiducia in tasca, qualora si ricordassero di presentarla, chiede le dimissioni ad Accorinti “da cittadino”, al fine di aggregarsi all’innocuo gregge, con una lettera piene di esclamazioni, stampatello, punti di sospensione, in cui mancavano solo gli emoticon.

Diversi articoli di Tempostretto hanno in queste settimane affrontato il tema di coloro che sono costretti a partire per mancanza di opportunità nella loro terra; in uno di questi articoli uno dei commenti dei lettori descriveva Messina come una meretrice che odia i suoi figli, e loro costretti ad allontanarsene trovano l’amore altrove, ma in cuor loro saranno sempre alla ricerca dell’amore negato della madre originaria. Messina è una donna dalla bellezza sfiorita per essersi ripetutamente affidata agli uomini sbagliati; tutti l' hanno usata, senza che nessuno si innamorasse veramente di lei, anche l'ultimo, un idealista proiettato su se stesso e sempre rivolto altrove, incapace di sbarcare il quotidiano; Accorinti ha rappresentato un sogno, da cui presto o tardi potremmo svegliarci, i suoi due predecessori sono sotto processo invece. Questo ci aspetta per altri due anni e più, ma il peggio è che la farsa si appresta a diventare tragedia perché oltre a questa siepe, sembra non ci aspetti che il buio e l'ennesimo letto sbagliato.

di Annamaria Raffa