Se la città fosse amministrata dalle donne …. Evidente il fallimento di sindaci e consiglieri maschi

Quante volte abbiamo visto capannelli di maschietti che proclamano con aria di sufficienza l’incapacità delle donne a gestire aziende o a “fare affari”? Affermazioni che si possono ascoltare soprattutto nei bar di piazza Cairoli o di via Garibaldi. Con una mano in tasca e l’aria furbetta, professionisti, commercianti e nullafacenti commentano con aria di commiserazione l’assenza del “bernoccolo per gli affari” nel così detto sesso debole. Un’incapacità spesso giudicata direttamente proporzionale alla misura del reggiseno o all’avvenenza.
Ebbene, a quanto pare, sbagliano clamorosamente.
Uno studio del Credit Swisse (https://infocus.credit-suisse.com/app/article/index.cfm?fuseaction=OpenArticle&aoid=360157&coid=284071&lang=EN) sembra dimostrare incontrovertibilmente – 2.360 società quotate nel mondo, nell’arco di 7 anni sono un dato certamente più attendibile dell’esperienza locale dei maschi messinesi – che le prestazioni delle società con almeno una donna nel CdA hanno ampiamente superato quelle senza alcuna donna nel board.
Per essere più precisi, fino a quando la crescita economica è stata relativamente robusta, la differenza nel prezzo delle azioni era minima, dopo l’inizio della crisi del 2008 il valore aggiunto rappresentato dalla presenza femminile ha raggiunto dimensioni straordinarie: +14% di utile netto e +4% di ROE (Return on Equity, rendimento del capitale netto). Non è poco!
E allora, come la mettiamo?
Il report della banca elvetica individua 7 cause. Alcune di queste ci sembrano particolarmente significative:

  • Maggiore capacità di comprensione delle necessità della clientela.
  • Migliore capacità di definizione dei compiti e delle responsabilità dei collaboratori;
  • Più acume nell’individuazione delle risorse umane;
  • Una minore propensione a indebitare la società.
  • In sintesi: maggiore equilibrio e buon senso rispetto ai colleghi maschi.
    Cioè, nulla di nuovo sotto il sole.
    Tornando dalle nostre parti, a quanto pare i Messinesi sembrano non aver ancora assimilato il concetto che il mondo non comincia a piazza Castronovo e non finisce al Ponte americano. E’ qualcosa di più complesso e, negli ultimi decenni, è andato avanti. Molto avanti.