L’Italia peggiore e la peggior politica

Roma, martedì 14 maggio, convegno sull’innovazione, ore 18, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta conclude il suo intervento. Dal pubblico una signora chiede di parlare, raggiunge il palco e si presenta come “rappresentante della Rete dei precari”. Preso dal panico Brunetta scappa, gridando “Voi siete l’Italia peggiore”, corre verso l’auto blu e sparisce dalla scena senza nascondere il suo disprezzo verso 4 milioni d’italiani che sopravvivono con stipendi da fame.

Roma, martedì 14 maggio, studio televisivo “Otto e mezzo”, LA7. Alla giornalista Lilli Gruber il ministro della Funzione pubblica spiega meglio il suo nobile pensiero: “Ogni tanto c’è una madre che si lamenta con me perché suo figlio non trova lavoro. Io gli dico di andare al mercato alle 5 del mattino a scaricare cassette”.

Roma, mercoledì 15 maggio, Internet, video del ministro Brunetta: “Ribadisco, siete l’Italia peggiore, quella di quanti, non avendo niente di meglio da fare irrompono sistematicamente nei convegni per insultare i presenti. L’Italia peggiore è quella che usa la rete per agguati squadristici”.

Messina, mercoledì 15 maggio, ore 17, studio di un cardiologo. Sala d’attesa, due donne, madri di precari “storici”, discutono sulla difficoltà nel trovare lavoro: “Mio figlio è laureato, non è ancora andato via da Messina per restare con noi genitori – racconta una delle due- e la mattina scarica cassette al mercato. Prende 20 euro per 8 ore di fatica.”

La cosa davvero “peggiore” è che quello che ho scritto è accaduto realmente. Vorrei che il nostro illuminato ministro ascoltasse le parole della madre messinese. Suo figlio, dopo una vita di studi scarica cassette al mercato come il signor ministro ha suggerito, alla cifra di 2 euro e 50 centesimi l’ora. Vorrei ricordare a sua eccellenza che il suo “misero” stipendio ministeriale è pagato dai genitori dei precari che lui tanto disprezza. Questi soldi di genitori che avrebbero sperato in un futuro migliore per i loro figli e finiti nel suo stipendio da ministro sono senza dubbio i “soldi spesi nel modo peggiore”. Quasi 4 milioni di precari non hanno uno stipendio decente, non possono progettare futuro né famiglia, non hanno né contributi per la pensione (a differenza di sua eccellenza Brunetta) né assegno di disoccupazione. Ma non si aspettavano di certo anche gli insulti da parte di un rappresentante del popolo. Il diritto alla dignità di persona, almeno questo, un Ministro della Repubblica, dovrebbe riconoscerlo. Evidentemente non in Italia. Dopo le offese, sua eccellenza ha rincarato la dose in rete, profondamente convinto che chi sopravvive con 500 euro di stipendio, ha il bizzarro hobby di andare a disturbare i convegni dei politici e invece di inchinarsi al cospetto di chi davvero lavora “OSA” addirittura alzare la mano per fare una domanda, magari provocatoria, su quanto ancora dovrà vivere sulla sua pelle l’abisso della precarietà. Pura follia poi il definire l’unico strumento di libertà che oggi esiste e cioè Internet, come un mezzo per “agguati squadristici”, perché, evidentemente, secondo Brunetta chi manda in rete i video che attestano la verità dei fatti è un violento squadrista. E’ vero, signor ministro, la verità è violenza per quanti preferiscono la menzogna. Non voglio commentare oltre perché le sue parole hanno offeso sia intere famiglie che pagano a stento studi e master ai figli che migliaia di ex giovani invecchiati con i co.co.co e le promesse. Qualcuno ha detto che Brunetta ha “divorziato con la realtà”. Io credo che abbia divorziato dalla ragione, dall’umanità e dal limite della decenza. Un’ultima nota voglio riservarla alla donna che ha chiesto di fare una domanda: si chiama Maurizia Russo Spena, ha 39 anni, due figli, due lauree, un master, un dottorato di ricerca in islamologia. E’ precaria dal 1996. Probabilmente potrebbe andare alle 5 del mattino a scaricare cassette per 2,50 l’ora, come suggerisce sua eccellenza, ma magari è anche legittimo poter sognare di far quello per il quale si è studiato tutta la vita. E’ anche legittimo sognare di poter avere non solo una vita migliore, ma anche una politica migliore. Invece, oltre alla peggiore delle vite, ci sta capitando anche la peggior politica possibile.
Rosaria Brancato