Lucia Tarro Celi: “Quante cose chiede al mondo la notte dell’8 novembre e l’elezione di Trump?”

Credo che avremo tempo per comprendere tutte le ragioni che hanno portato Trump al suo trionfo,se, intanto, riusciremo a reinventarci quelle categorie di pensiero, quelle analisi politiche che ci consentono di stare dentro l'oscurità della notte scorsa, una notte che ci ha sconvolti non solo per gli esiti, ma per le contraddizioni che ci consegna. Tenterò di coglierne qualcuna. Trump, vince la Casa Bianca da combattente libero, con un Partito Repubblicano che lo smarca per l'arroganza e i contenuti xenofobi della sua campagna elettorale. Hillary perde con accanto un Partito Democratico coeso e con una campagna elettorale di grande impatto mediatico, compreso l'impegno di Obama. Non tutte le donne hanno votato una Presidente donna, quale prima grande esperienza al vertice dell'America.
I sondaggi hanno sbagliato tutto. Gli opinionisti quasi tutti prigionieri dell'ovvietà e della prevedibilità. L'Europa, seduta sugli antichi valori dell'Occidente . Tutti su Marte.
Mi hanno insegnato che nei passaggi d'epoca è difficile che una società sappia leggere sè stessa e le proprie contraddizioni, ma il suo destino è segnato dalla capacità di saper produrre nuove idee, nuove categorie mentali, nuove prospettive di vita, pena l'arretramento. Oggi, l'arretramento è della stessa idea di Occidente e dei suoi valori, con gli agguati che la crisi da una parte, la globalizzazione dall'altra pongono ai ceti medi sempre più impoveriti. In America, in Europa, nel Sud del mondo.
Mi chiedo e vi chiedo. La storia si sta ripetendo e basta un ciuffo biondo su una massa corporsa muscolosa narrante di ricchezza per incarnare quell'antico e tragico bisogno di cambiamento antipolitico che continuiamo a chiamare populismo senza saper costruire quegli anticorpi necessari per non essere infettati dalla stupidità, dagli umori della pancia, da quella fatale attrazione verso la gestualità scenica che ci fa dimenticare persino i diritti, i reali bisogni e la stessa libertà di pensiero. E questo è avvenuto anche in America, il paese umanamente più articolato del mondo, dove creatività e sperimentazione alimentano la vita quotidiana dei giovani, quegli stessi giovani, tuttavia, che non hanno visto nelle parole di Hillary speranza di futuro.
quella donna, che forse con i suoi capelli ingessati, con il sorriso sempre uguale, con i suoi vestitini perfetti e con dentro le tracce indelebili della casta politica, non ha saputo neanche parlare alle donne, ritenendole complici di un destino che oggi,invece, chiede ripensamento e nuova idea del femminile. Quante cose chiede al mondo la notte dell'8 Novembre ? Ma soprattutto come risponderà l'Europa a quella contagiosa febbre xenofoba ,ammantata di bisogno di sicurezza, già presente come carta da giocare per le prossime elezioni in Francia, in Germania, in Olanda. E in Italia, si riuscirà a ripensare al ruolo della Nato,della nostra politica estera, del nostro rapporto con i conflitti in Medio Oriente e in particolare in Siria, stretti dalla nuova complicità tra Trump e Putin. Speriamo che lo shock di quella notte ci aiuti a intravvedere una possibile nuova alba e che l'imprevedibilità americana ci porti a costruire una rinnovata direzione di senso tra politica e consenso, tra coscienza politica e democrazia,tra cultura e sviluppo. Consapevoli di abitare nel terzo millennio. Lucia Tarro Celi