Nel Mezzogiorno, cittadini vittime ignare di giochi molto più grandi di loro. II puntata

Non posso fare a meno di chiedermi che impressione può trarre un elettore calabrese o (soprattutto) siciliano nel leggere sul sito del PD (http://www.partitodemocratico.it/doc/240366/il-sud-una-risorsa-per-il-paese-rilanciamo-il-mezzogiorno.htm) la notizia della presentazione di una mozione per il rilancio della Calabria, che sarà calendarizzata in Aula dopo la pausa estiva. E, contemporaneamente, mi domando come possa essere resa nota ai lettori di Tempostretto senza rischiare di passare per berlusconiano. Il che farebbe passare in secondo piano il contenuto della mozione, riaccendendo la disastrosa dicotomia amico o nemico creata da Bonvi nelle straordinarie strip di Sturmtruppen. Una contrapposizione che, da anni, impedisce di comprendere qual è la vera essenza dei problemi di questo sfortunato Paese: l’avere oggi, tra maggioranza e opposizione, una rara combinazione di incompetenti e tornacontisti, totalmente disinteressati al benessere generale.
Leggere quanto è scritto nel sito – che, ripeto, è quello ufficiale del PD – significa leggere il nulla. O quasi. Al di là di ridicoli slogan del tipo “ Tutte le volte che il Sud si è avvicinato al Nord, l’Italia si è avvicinata all’Europa”(Bersani) o banalità come “Se non c’è un’inversione di tendenza. La Calabria rischia di morire” (Minniti), oltre al solito e stantio “Il Sud è una risorsa del Paese” (Franceschini), l’unica proposta concreta avanzata dal vertice del partito è stata: “Va chiuso il capitolo del ponte sullo Stretto. E’ venuto il momento di chiudere quel miraggio, la società ponte sullo Stretto andrebbe sciolta”.
Come lo scioglimento della società concessionaria e la cancellazione definitiva dell’opera possano rilanciare le infrastrutture e ridurre l’isolamento della Calabria è un mistero di fronte al quale gli enigmi di Dan Brown appaiono semplici indovinelli. Pur se la notizia in sé non è certo una novità.
Rileggendo un cortese – ancorché sterile – personale scambio di email con Marco Minniti, infatti, era fin troppo evidente notare un forte pregiudizio nei confronti dell’attraversamento stabile; un pregiudizio affatto scalfito dalla necessità di inquadrarlo in un’ottica di sviluppo dell’intero Paese e fondata sulla captazione dei flussi commerciali mediterranei.
Secondo l’analisi di Peppe Caridi (http://peppecaridi2.wordpress.com/), le evidenti contraddizioni – che accomunano buona parte dei vertici del PD, da Bersani a Franceschini, da Letta a Boccia – sono spiegabili solo come segnali di pura follia. Tant’è che, acutamente, sottolinea come una cosa che non c’è non può essere causa dei problemi esistenti. Per poi concludere: se vengono a chiedervi perché in Calabria (i pieddini) non riescono ad arrivare neanche al 10%, sapete bene cosa rispondergli ….Tutto chiaro, allora?
Forse no, forse la spiegazione potrebbe essere un’altra
Proviamo a immaginare che questo (forzato ) inserimento del tema Ponte in una mozione sulla Calabria sia solo un assist opportunamente concordato allo scopo di far dire, a chi di dovere, che la chiusura della società concessionaria non comporta automaticamente il pagamento delle pesanti penali previste nel contratto a favore del General contractor. Che, alla fin fine, un accordo si può sempre trovare.
A pensar male si commette peccato ma, spesso, si azzecca, diceva Andreotti, che, di questo tipo di politica, se ne intendeva, eccome.
Cosa ha fatto sospettare l’esistenza di un ping pong studiato a tavolino? E’ stata proprio la sbalorditiva e inattesa dichiarazione, rilasciata in occasione della conferenza stampa sull’esodo estivo (!?), dalla persona che dovrebbe avere il compito istituzionale di difendere, senza se e senza ma, la realizzazione del Ponte. O, se vogliamo buttarla sul pratico, che è lautamente pagata da 10 anni per costruirlo.
Per chi non l’avesse capito, parlo dell’AD della Stretto di Messina, Pietro Ciucci.
Leggete cosa ha detto il megapresidente dell’ANAS: “… se si dovesse fermare l’opera definiremo una way out con le parti meno onerosa per noi e per loro“.
Vi pare questa una dichiarazione intonata con l’incarico ricevuto? O non si concilia di più con una strizzata d’occhio ai probabili vincitori delle prossime elezioni?
Magari per ottenere la promessa di un incarico altrettanto prestigioso. Che so? Un posto alle Ferrovie.
Con Siciliani e Calabresi, pro e contro il Ponte, a fare da carne da cannone in una guerra di interessi molto concreti (Giovanni Mollica)