Michele Bisignano: “Camera di commercio, da ente erogatore di servizi a strumento di sviluppo”

Un anno, fa denunciai per primo il tentativo, poi portato avanti, di colpire l’autonomia della Camera di commercio di Messina basato sulla proposta di accorpamento con altre realtà territoriali e camerali “più forti”.

Tale accorpamento però è stato bloccato da due elementi: il rifiuto delle Camere di commercio di Catania e Siracusa a causa delle pesanti situazioni finanziarie pregresse dell’ente di Messina e, soprattutto, la nuova legge di riforma del settore, approvata recentemente, in cui, su iniziativa dei senatori messinese e reggino Mancuso e Caridi, è stata salvaguardata l’autonomia delle Camere di commercio delle Città metropolitane a prescindere dal numero degli iscritti, fissato a 75mila.

Tale nuova situazione, per quanto ci riguarda, viene ora codificata tramite l’avviso relativo al nuovo bando per la costituzione degli organismi di gestione della Camera di commercio di Messina. Ma va registrato come l’attenzione, invece che essere rivolta ai contenuti salienti della riforma, che risponde a un necessario riordino di tutte le realtà territoriali e istituzionali del nostro Paese, viene concentrata sui meccanismi di individuazione della governance e dei vertici di tali enti. Mentre tale riforma va a toccare e rimodulare profondamente le funzioni stesse delle Camere di commercio, industria, artigianato, agricoltura e pesca. E non saranno più enti erogatori di servizi ma enti promotori di sviluppo del territorio.

Nuove funzioni, quindi, che mirano all’accompagnamento delle start-up, alla promozione dei processi di innovazione nei vari settori produttivi, alla crescita delle imprese costituite da giovani e da donne, e anche all’assistenza alle aziende per il reperimento e lo sfruttamento dei fondi comunitari strutturali.

Una nuova Camera di commercio che deve agire in stretta sintonia con la nuova Città metropolitana, alla quale sono state attribuite funzioni similari, quali la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale e la partecipazione diretta alla programmazione, assegnazione e gestione di interventi finanziati con i fondi europei.

Per cui credo che, anche riguardo alla futura gestione del nuovo ente camerale, vada adottata una netta inversione di tendenza, attenzionando le necessarie visioni e prospettazioni strategiche e superando le logiche settoriali e di categoria, se non addirittura corporative.

Michele Bisignano