Rifiuti, Limosani e Barbalace: “Indispensabile coinvolgere i territori”

Gli enti locali – i Comuni – sono i soggetti responsabili della gestione del ciclo integrato dei rifiuti mentre la Regione è chiamata a svolgere le funzioni di programmazione, indirizzo e coordinamento, a fissare gli obiettivi in relazione alla quota di differenziata, a favorire l’adozione delle politiche a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani e del riuso dei beni a fine vita, a sostenere le infrastrutture e gli impianti necessari per consentire ai territori di essere autosufficienti.

Per ottenere un servizio efficiente ed economico, infatti, occorre ritornare al modello di governance fondato sulla delimitazione territoriale per ambiti territoriali ottimali di dimensioni coincidenti con i confini delle aree vaste – liberi consorzi e Città metropolitane – con conseguente attribuzione delle funzioni di regolazione del servizio a enti di governo di natura pubblicistica. E’ indispensabile, ancora, sostenere una politica per un ciclo dei rifiuti che si chiuda all’interno del territorio/ambito diventando, quanto più possibile, autosufficiente nel recupero e smaltimento dei propri rifiuti e quindi produttivo di economie di scala.

Si tratta, di fatto, di declinare il principio di autosufficienza, valido a livello nazionale e regionale, anche a livello locale e quindi realizzare sul territorio un sistema integrato per garantire un equilibrio tra produzione e smaltimento. A tal fine, risulta necessaria l’individuazione di una serie di impianti di gestione integrata la cui varietà va commisurata alla loro adeguatezza e completezza rispetto agli obiettivi fissati e che consenta di eliminare il ricorso alla discarica, primo e improrogabile obiettivo che le politiche di un territorio nella gestione del ciclo dei rifiuti devono poter raggiungere.

L’analisi delle best practices in Europa suggerisce che il mix ottimale di gestione dei rifiuti per annullare completamente il ricorso in discarica sia 50-60% differenziata (da destinare al riciclo ed al compostaggio), 40-50% di termovalorizzazione (con recupero termico ed energetico). Rispetto ai Paesi con la più efficiente gestione dei RU, l’Italia, ed in particolare la Sicilia, mostra un grave ritardo per gli scarsi livelli di recupero energetico e l’eccessivo conferimento in discarica. Ostacolare il recupero energetico finisce per alimentare il conferimento in discarica con gravi danni per l’ambiente, senza considerare che la saturazione delle discariche autorizzate rende più complicata la gestione dei rifiuti e aumenta il rischio di smaltimenti illegali.

Coerentemente con questa impostazione generale si muove il DDL n. 1243, di iniziativa governativa, recante “Norme in materia di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani” che ha già superato il vaglio della Commissione legislativa Ambiente e Territorio dell’ARS. Un disegno di legge che intende risolvere le molteplici criticità insorte in fase di attuazione della legge regionale 8 aprile 2010, n. 9 e succ. mod. ed eliminare le discrasie registrabili, sul piano normativo, rispetto al quadro nazionale e comunitario.

La proposta normativa prevede l’individuazione di nove ambiti territoriali ottimali che coincidono con i confini degli attuali dei liberi consorzi e delle Città metropolitane e vengono individuati nove Enti di governo, titolari delle funzioni di regolazione, vigilanza e controllo i cui organi sono composti dai Sindaci dei Comuni dell'isola ricadenti nell’ambito territoriale di riferimento. Viene eliminata, inoltre, la possibilità di affidare il servizio di raccolta, spazzamento e trasporto attraverso i piani d’intervento presentati dai Comuni in forma singola o associata.

Le funzioni di regolazione saranno distinte da quelle di gestione puntando alla netta separazione tra il ruolo dell’Ente di governo, nel nostro caso la Città metropolitana di Messina, quale soggetto regolatore ed organizzatore della domanda di servizio e quello del Gestore. Spetta poi all’ente di governo metropolitano o del libero consorzio procedere all’affidamento del servizio utilizzando esclusivamente uno dei modelli di gestione previsti dall’ordinamento nazionale e comunitario vigente con conseguente superamento delle eventuali gestioni dirette poste in essere dai Comuni in questi anni.

Si può e si deve fare ancora meglio nella politica dei rifiuti a livello regionale ma la sostenibilità delle politiche del ciclo sui rifiuti passa per un pieno e responsabile coinvolgimento di tutti gli stakeholders interessati ed, in primis, degli enti locali.

Michele Limosani, Nicola Barbalace