Relazione Croce: il caso resta aperto. Lo Presti aggiunge nuovi elementi inquietanti

Dopo l’allarme e lo stupore, a Palazzo Zanca, è calato nuovamente il silenzio sulla relazione dell’ex commissario straordinario Croce. Il documento e la lettera di accompagnamento, con cui a maggio 2013 l’ex procuratore capo fotografava la drammatica situazione delle casse comunali ed invitava il Consiglio comunale (il precedente) a prendere in considerazione l’ipotesi di dichiarare il dissesto, è stata per giorni al centro del dibattito politico (vedi correlati), ma poi è nuovamente caduta nel dimenticatoio.

Nessuno lo dice esplicitamente, tuttavia emerge chiaramente la precisa volontà da parte di molti consiglieri comunali di non continuare a tenere accesi i riflettori su un argomento così spinoso, il dissesto, che rimette in discussione l’intero percorso seguito sino ad oggi dalla giunta Accorinti. E già perché se "delitto" c’è stato non è stata commesso in solitario dall’esecutivo di Palazzo Zanca, che ha avuto al suo fianco validi complici, in gergo politico fedeli alleati: ovvero i partiti rappresentati in Consiglio Comunale, su tutti Udc, Dr, Forza Italia, Ncd e pezzi di Pd, con il contributo – numericamente ininfluente – delle uniche due superstiti di “Cambiamo Messina dal Basso”, Lucy Fenech e Ivana Risitano.

Dopo aver gridato allo scandalo, nessuno parla più della relazione di Croce, l’argomento è stato repentinamente – o forse è meglio dire cautelativamente – archiviato, perché stava diventando troppo scomodo. Per tutti. Con la scusa che non è stato ancora eletto il sostituto di Nicola Cucinotta è stata rinviata a data da destinarsi anche la discussione in commissione bilancio sul pesante documento lasciato in eredità dal commissario Croce.

Ma se per molti il principale intento è stato quello di chiudere frettolosamente il caso, per far cessare il troppo rumore che stava provocando anche fuori dalle quattro mura di Palazzo Zanca, ci pensa la consigliera Nina Lo Presti (nella foto) a tenerlo aperto e a riaccendere i riflettori sulla relazione di Croce.

L’ex accorintiana non solo ribadisce che è assurdo che la relazione sia letteralmente scomparsa da tutti gli Uffici, sia da quelli da cui è partita sia da quelli a cui era destinata, ma aggiunge nuovi elementi inquietanti.

La consigliera spiega, infatti, che il documento che porta in calce la firma del commissario straordinario non viene mai citato né nella relazione di inizio mandato del sindaco Accorinti né in nessuna delle tre versioni del piano di riequilibrio presentato dall’attuale amministrazione: come si ricorderà, la prima versione presentata a gennaio 2014 rimodulava il piano di riequilibrio targato Croce, mai formalmente bocciato né dal Ministero né dalla Corte dei Conti; la seconda versione, presentata a settembre 2014, rimodulava il piano bocciato a gennaio (con giubilo della giunta che poteva così accedere ad una ulteriore proroga ) dal Consiglio Comunale; la terza ed ultima versione, approvata il 28 febbraio 2015, apportava al piano esitato a settembre i correttivi richiesti dal Ministero.

In nessuno di questi documenti viene richiamata la relazione di Croce. Come se non fosse mai esistita, come se Croce non l’avesse mai scritta, come se la parola dissesto non dovesse mai comparire negli atti presentati dalla giunta Accorinti.

Il giudizio di Nina Lo Presti sulla vicenda non poteva che essere severo: «Questa amministrazione – dice – ha sottratto la relazione di Croce al dibattito pubblico. Nel momento in cui non viene citata in alcun atto è stato impedito a questo Consiglio Comunale di prenderne atto attraverso i richiamati e di adottare atti consequenziali, viste le criticità denunciate in quel documento dal commissario straordinario Croce».

«La relazione è passata sottobanco e questo a discapito dell’attuale Consiglio comunale». C’è una cosa che invece il sindaco Accorinti ed i suoi assessori non hanno mai nascosto, secondo la consigliera comunale: «l’ interlocuzione con la vecchia politica per scongiurare il dissesto, con dichiarazioni di ringraziamento anche pubbliche da parte del vice-sindaco Guido Signorino ai vari Genovese, D’Alia e Garofalo. Vorrei a questo punto sapere – aggiunge l'esponente del Civico Consesso – chi sono gli stupratori di cui parla sempre il sindaco».

Per Nina Lo Presti, c’è un aspetto fondamentale in questa vicenda, in cui gli indizi si sommano e portano alla medesima conclusione: «tra Accorinti ed i partiti che c’è stato l’accordo politico. Forse anche prima del ballottaggio».

L’improvvisa virata di Accorinti a metà campagna elettorale sul tema dissesto induce la consigliera comunale a ritenere che nulla è successo per caso in questi 20 mesi. A maggio 2013, per l’allora candidato sindaco il default era nei fatti. Poi, entrato a Palazzo Zanca, per scongiurare il fallimento ha chiesto ed ottenuto l’aiuto di “quelli che c’erano prima”. Trovando appoggio sia nei “capi” locali dei partiti, cioè i deputati nazionali e regionali, sia nei “soldati” semplici, i consiglieri comunali.

Da quasi due anni, il vecchio ed il nuovo lottano insieme, e a via di proroghe, per evitare il dissesto finanziario. Quel dissesto, invece, addirittura invocato dal commissario straordinario Luigi Croce.

Danila La Torre