Domani Crocetta a Messina: tutti i nodi da sciogliere nel Cas travolto dal caos

Mentre il provvedimento cautelare nei confronti del geometra Agostino Bernava è foriero di nuove bufere giudiziarie sul Cas e prossimi sviluppi nell’inchiesta, domani il governatore Crocetta sarà a Messina, nella sede del Consorzio Autostrade, per incontrare, insieme al presidente Faraci, la stampa. Era stato lo stesso Presidente ad annunciare, nel corso della sua visita a Messina due settimane fa, quella che nelle sue intenzioni voleva essere “una conferenza stampa di bilancio delle attività del Cda”. Più che probabile però, che alla luce dei nuovi risvolti dal governatore ci si attenda di più di un semplice “bilancio”, anche perché dall’insediamento di Rosario Faraci, nell’ottobre 2013, il Cas ha attraversato una lunga stagione di inchieste (scaturite dalle denunce di imprenditori e ditte), polemiche e veleni.

Al di là degli arresti, al di là delle continue perquisizioni di atti da parte degli investigatori,, al di là delle visite ispettive da parte dell’assessore regionale Pizzo e dei suoi dirigenti, al di là delle visite in Procura che Crocetta ha fatto, è indubitabile che siano troppe le zone d’ombra che gravano sul Consorzio. Nuvole che pesano sulle vicende dei contenziosi, sulla gestione degli incarichi legali, degli affidamenti, degli appalti, sui 30 recenti comandati, sulla confusione che interessa diversi uffici.

Nelle scorse settimane con diversi articoli (vedi allegati) abbiamo sottolineato alcuni aspetti che il Cda targato Crocetta (manca ancora il quarto componente all’appello, dopo le dimissioni di Vermiglio) ha dovuto affrontare. Pur ereditando una situazione disastrosa, però, i primi atti del neo presidente del Cas Faraci, nell’ottobre 2013, sono stati l’adeguamento dei rimborsi alle tabelle Aci (fatto questo che ha fatto crescere le spese anche per il pagamento postumo delle integrazioni dei rimborsi 2012) e l’aumento delle indennità, lievitate da 17 mila a 40 mila annui per il vicepresidente (nel frattempo diventati due perché Faraci ha nominato Gazzara secondo vicepresidente) e da 48 mila a 50 mila quelle del presidente. Il Cda del Cas attualmente risulta composto da tre componenti, dei quali uno è presidente e due i vice. Conti alla mano i rimborsi medi mensili vanno dai 3 ai 5 mila euro e del resto se una sola trasferta a Palermo costa la bellezza di 500 euro, basta tirare le somme. Ma questi sono solo gli aspetti d’impatto mediatico di una macchina che gestisce ingenti risorse pubbliche ma nella quale non c’è un albo avvocati né di professionisti, né di ditte di fiducia o di fornitori, non c’è un sistema di rotazione, né una cronologia nel pagamento di fornitori e professionisti, un archivio informatico, ed ogni area tecnica può fare affidamenti di somme urgenze in totale autonomia. In questo clima di confusione se un dirigente segnala ripetutamente che i pagamenti per contenziosi o forniture sono stati effettuati due volte, ed evidenzia una serie di irregolarità, quando gli scade il comando viene rispedito all’Ente di appartenenza (senza rinnovare più il comando). Nel frattempo, oltre al personale in organico e ai comandati “storici”, il Cas decide di chiamare al Consorzio altri 30 comandati, fatto questo che non è andato giù all’assessore regionale alle infrastrutture Giovanni Pizzo, che alla terza visita ispettiva (quella della scorsa settimana e durata due giorni) ha chiesto lumi anche su questo. Trenta comandati in un Consorzio al centro di veleni e indagini non è esattamente la soluzione più adatta, soprattutto se l’assessore non ne conosce né le motivazioni né i criteri di selezione o le competenze. Pizzo, alla terza ispezione in pochi mesi si è presentato con una “squadra” di dirigenti, settore per settore.

Ci sono poi altri fronti roventi: i contenziosi e le transazioni, la vicenda legata all’albo dei legali, l’assenza degli altri albi. Il capitolo dei contenziosi è un vero e proprio libro perché viste le condizioni delle nostre autostrade la mole dei risarcimenti e delle cause perse con automobilisti, imprese e fornitori, è enorme e tale da trasformare l’Ente in una sorta di “cassa continua”. All’interno del capitolo contenziosi c’è la parte dedicata alle transazioni, una ricetta magica adottata negli ultimi anni per chiudere i procedimenti giudiziari (singolare e tutto da verificare il caso Bonatti, vedi articolo allegato). Strettamente collegata con la vicenda contenziosi c’è quella dell’albo dei legali di fiducia, del quale, nonostante l’avviso pubblico del gennaio 2013 non c’è traccia, così come non c’è traccia nel sito alla voce amministrazione trasparente di un elenco dei legali incaricati, né eventuali criteri, né le somme.

Se proprio deve fare un bilancio domani Crocetta dovrebbe essere preparato ad un bilancio negativo e che ha visto nell’ultimo anno il Cas sulla stampa solo per inchieste, disagi, sprechi. Probabilmente, alla luce della catena di arresti, sequestri di atti, ispezioni della Regione, ombre su incarichi e appalti, perplessità sull’esercito dei comandati e sulla confusione strutturale ed organizzativa, il Cda dovrebbe riflettere sulla possibilità di presentarsi al governatore con un “passo indietro” (pur sapendo che sarebbe respinto da Crocetta). Un’ipotesi doverosa se non altro sul piano dell’immagine, perché un “Cas nel caos” non è il migliore dei biglietti da visita e probabilmente un commissario potrebbe essere una soluzione da non scartare. All’aumento delle indennità e dei rimborsi, in oltre un anno, non è corrisposto un miglioramento della situazione nel Cas nè una maggiore efficienza o funzionalità.

E a tutte queste domande, che sono poi quelle legittime degli utenti siciliani, qualcuno dovrà rispondere.

Rosaria Brancato