Papardo, la Uil all’assessore Borsellino: “Avvii un’attività ispettiva sulla gestione”

La Uil torna alla carica sulla vicenda Papardo. E lo fa con una nota trasmessa all’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino, alla Corte dei Conti ed alla Procura, firmata dal coordinatore provinciale area medica Uil Mario Macrì e dal segretario provinciale UilFpl Giuseppe Calapai. Nella nota si ripercorrono tutte le tappe delle polemiche che hanno scandito la gestione dell’azienda targata Michele Vullo, finito nel mirino della Uil (ed inizialmente anche di Cisl e Cgil) per una serie di vicende che vanno dal punto nascite al caso Piemonte per finire alla nomina dello 007.

I due sindacalisti, nella lettera inviata a magistrati e assessore Borsellino, fanno riferimento a quanto dichiarato dallo stesso Direttore Generale a dicembre: “Il manager Vullo il 17 dicembre ha formalmente aperto l’Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte quale “casa della trasparenza e della legalità”. Nel frattempo tutta una serie di azioni amministrative poste in essere prima di quella data, ma anche dopo, non possono definirsi effettivamente rispondenti alla logica gestionale posta in essere dal manager”.

Macrì e Calapai passano quindi ad elencare le vicende finite al centro di una serie di scontri: la condanna del giudice del lavoro per attività antisindacale per indebita sottrazione di risorse del Fondo della contrattazione decentrata; il caso Deloitte & Touche. (due affidamenti diretti a distanza di 4 mesi l’uno dall’altro per una cifra complessiva di 58.000 euro per la revisione del bilancio 2013 ); la nomina dell’ex 007 Ciacio, quale esperto a titolo gratuito per la direzione generale.

“Entrambe queste due ultime delibere- ricordano Calapai e Macrì- sono state revocate da Vullo in conseguenza dell’intervento dell’Assessore Regionale alla Salute che ha fortemente bacchettato il manager. Ci chiediamo, peraltro, se in relazione alla nomina del sig. Ciacio è stato mai verificato dallo stesso manager l’assenza del conflitto d’interessi dichiarato dallo stesso? Sembrerebbe di no, altrimenti qualche revoca d’incarico di direzione sarebbe già stata effettuata”.

La UilFpl ricorda poi d’avere, nelle scorse settimane, presentato una denuncia all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, per la questione delle posizioni organizzative la cui procedura di selezione, ad avviso del sindacato, è stata inficiata dalla presenza nell’organo valutatore di un componente del direttivo del collegio IPASVI (che ha anche esaminato 7 dei componenti dello stesso Ipasvi che risultavano tra i candidati alla selezione).

In ultimo la Uil Fpl fa riferimento al bando di gara per la mensa: “A seguito di recente notizia pubblicata sui media abbiamo appreso di una fattura di circa 24 mila euro emessa dall’ANCI, priva di propedeutica deliberazione per prestazioni ancora sconosciute e quindi priva di CIG (codice identificativo di gara) che la rende pertanto non liquidabile! Ci sorge spontaneo un dubbio: Vullo è veramente il paladino della trasparenza e della legalità? La palla passa all’Assessore Regionale alla Salute per l’avvio urgente di una indagine ispettiva, per accertare la regolarità del procedimento che ha determinato l’emissione della fattura di 24.400 euro da parte dell’ANCI, di cui lo stesso Vullo ricopre la carica di Coordinatore del Forum dei DG per l’Area dell’Italia meridionale”.

In merito alla questione il dg Vullo (vedi articolo allegato) ha spiegato che è stata affidata, insieme al Policlinico, alla Federsanità- Anci la predisposizione del bando di gara per il servizio mensa, dal momento che il provveditorato è privo del dirigente e la gara è complessa, ed in ogni caso la fattura sarà pagata dalla società che si aggiudicherà l’appalto.

“Tanto il personale medico quanto e quello del comparto- concludono Macrì e Calapai- vogliono chiarezza perchè non intendono assistere impotenti ad una gestione aziendale poco trasparente e incline allo spreco di risorse, quando invece le legittime spettanze, vedi fasce economiche, produttività e indennità di esclusività del rapporto di lavoro non vengono riconosciute. Attraverso l’intervento delle Autorità preposte auspichiamo un forte segnale di discontinuità che contribuisca a riconquistare la perduta autorevolezza nel campo della gestione della sanità messinese”.

Rosaria Brancato