L’Autorità dello Stretto e di Gioia Tauro rinviata alla Legge di stabilità

Il Pd non è in pieno caos solo in Sicilia, ma anche a livello nazionale. Pertanto le liti e le “divergenze di vedute” hanno finito con il condizionare gli articoli del decreto Sblocca Italia che riguardano la riforma dei porti, ovvero l’art.39.

Nulla di grave per il destino di Messina, solo un rinvio della nuova rete dei porti e delleAutorità portuali alla Legge di stabilità.

In linea di principio quindi, se strada facendo non dovessero sorgere ostacoli o trappole, la riforma dei porti e quindi gli accorpamenti sono semplicemente rinviati.

Per quel che riguarda la città dello Stretto l’art.39, prevede l’accorpamento delle Autorità portuali di Messina e Gioia Tauro, così come indicato dalla proposta che ha visto insieme partiti, associazioni, ordini professionali, ateneo e che il sindaco ha portato all’attenzione dello stesso Renzi e del ministro Lupi.

“Ribadisco per l’ennesima volta- ha detto ancora oggi Accorinti- Nella proposta è scritto chiaro e tondo che la nostra prima richiesta è l’autonomia e il mantenimento della specificità dell’Autorità portuale di Messina. Qualora questo non fosse assolutamente possibile la nostra idea è, per quanto detto nelle ultime settimane, l’accorpamento con Gioia Tauro, che non solo non è competitiva con noi, ma potrebbe fare innescare, grazie ai porti di Milazzo e Tremestieri, sinergie indispensabili in un’ottica europea. In ogni caso, anche in questa seconda ipotesi abbiamo chiesto che venisse data adeguata tutela all’autonomia ed alla capacità gestionale di Messina in termini di uffici e di personale. Insomma, non finiremo schiacciati da nessuno”.

Oltre alla proposta al lavoro, lontano dai riflettori, ci sono da tempo quelle che si possono chiamare “le diplomazie”, ovvero quelle forze politiche che hanno un filo diretto con il governo. In casa Ncd sta lavorando il parlamentare Enzo Garofalo, che, anche se non si sbilancia, pare stia cercando di trovare una soluzione che apra grandi scenari. Il suo collega di partito, Nino Germanà, si è rivolto ad Alfano perché non dimentichi la specificità tutta messinese. In casa Udc il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone sta operando nella stessa direzione, con un unico obiettivo: porre le basi di un sistema che porterà alla realizzazione della Città Metropolitana integrata. Insomma quello che può definirsi il “Patto di Palazzo Zanca”, siglato in una mattina assolata d’agosto e che ha anche causato malumori e perplessità, potrebbe portare già nelle prossime settimane i primi frutti. La partita poi si dovrà giocare tutta nei dettagli perché è lì che dovremo essere in grado di far valere il peso specifico della città e della Politica e non perdere l’unico treno che potrà portarci in Europa

Rosaria Brancato