Referendum d’ottobre: il Comitato del No sfida il fronte del Sì ad un dibattito pubblico

La sfida è lanciata. Le ragioni del no al Referendum d’ottobre si confronteranno con le ragioni del sì nel corso di un confronto pubblico.

A lanciare il “guanto della sfida” è stato il Comitato per il No al referendum Costituzionale di Ottobre che questa mattina a Palazzo Zanca ha spiegato in conferenza stampa le motivazioni dell’urgenza e della necessità di un dibattito aperto alle due posizioni.

A due giorni dall’esito di ballottaggi che hanno segnato le prossime fasi politiche e dai quali è emerso chiaramente un messaggio dagli elettori ad un Pd a trazione renziana che si è allontanato troppo dalla realtà e dai cittadini, i componenti del Comitato alzano l’asticella: “c’è troppo silenzio sulle ragioni del No e troppa propaganda su quelle del sì. Noi vogliamo un dibattito sui contenuti”.

Presenti in conferenza stampa Maurizio Rella, Marcello Minasi, Renato Coletta, Maurizio Ballistreri,Alessandra Minniti, Federico Martino, Marco Oriolesi ognuno dei quali ha sottolineato i vari aspetti in base ai quali la Riforma va fermata a tutela dei cittadini-elettori e della stessa Costituzione. Sotto i riflettori il combinato disposto “Riforma Costituzionale-Italicum”, un mix che finirebbe con il cambiare totalmente il nostro sistema e accentrare i poteri decisionali nella mani di un solo uomo.

L’obiettivo è quindi informare attraverso un confronto reale tra le due parti.

“Il governo Renzi è riuscito a compattare un fronte che va da Salvini ai 5 stelle, alla sinistra Pd fino a Sel e Si-ha detto Maurizio Rella- C’è oggi un’Italia della protesta, della sfiducia ed un Parlamento di nominati, eletto in base ad una legge incostituzionale, che adesso vuol facilitare l’accesso al comando con buona pace del popolo sempre meno sovrano”.

Se Marcello Minasi ha sottolineato come nel fronte del NO ci siano i migliori costituzionalisti italiani, a differenza del Comitato per il sì che annovera “professori di altre discipline, fatto questo che ci fa pensare che nessuno accetterà la sfida”,il professor Federico Martino si è soffermato sue due aspetti: da un lato le modalità che hanno portato alla riforma e dall’altro la legittimità o meno di questo Parlamento eletto in base ad una legge, il porcellum dichiarata nel frattempo incostituzionale. “Ricordiamo che la Corte Costituzionale ha dichiarato il porcellum incostituzionale, con attenzione alla parte che riguarda i nominati nelle liste blindate. Ne consegue che questo Parlamento ha poteri limitati, ma ha legiferato su materie costituzionali, peraltro a colpi di fiducia, andando anche contro lo stesso art.38 della Costituzione. E se oggi l’Italia è chiamata ad esprimersi con il referendum è proprio perché non è stata raggiunta la maggioranza dei 2/3. Tutto questo dovrebbe far riflettere. Un conto è la revisione della Costituzione un altro è lo stravolgimento che farebbe diventare tutti dei sudditi”.

La sfida è lanciata e sarà anche trasmessa al Comitato del sì ed al Pd in attesa di concordare luogo e data del confronto. Il Comitato per il No non mette alcun paletto e lascia ai Pd la scelta dei tempi e dell’organizzazione.

“Per noi è importante far conoscere entrambe le posizioni-ha spiegato Marco Oriolesi- Quel che rammarica invece è che una città che vanta un’Università che da dato al Paese i migliori Costituzionalisti ed ha una grande tradizione in tal senso, finora non abbia brillato per incontri, approfondimenti, se non un solo dibattito che ha visto la presenza della Finocchiaro e di D’Alia e che però non ha affrontato le motivazioni quanto il percorso seguito”.

Rosaria Brancato