Da settembre asili nido comunali a pagamento per tutti, anche per le famiglie disagiate

Niente più esenzioni, niente più agevolazioni per le famiglie disagiate. Dal prossimo settembre gli asili nido comunali saranno a pagamento per tutti. Anche per tutte le famiglie che fino ad oggi avevano potuto iscrivere i propri figli in uno dei tre asili comunali senza dover versare la retta mensile. Arriva una nuova stangata per i cittadini messinesi, soprattutto per quelli a reddito bassissimo o pari a zero. Una brutta sorpresa che arriva dai servizi sociali targati Nino Mantineo. La decisione è stata assunta dalla giunta Accorinti che ha approvato la rimodulazione delle tariffe applicate per gli utenti del servizio di Asilo Nido a partire dal mese di settembre 2015. Una revisione delle compartecipazioni alle rette mensili che erano ferme dal lontano 2001 e che l’amministrazione di Palazzo Zanca ha dovuto rivedere per rispettare il percorso di riequilibrio finanziario previsto dal Piano decennale al momento ancora al vaglio del Ministero. Il Piano di riequilibrio inizia dunque a mietere le prime “vittime” e in questo caso a pagare, nel vero senso della parola, saranno le famiglie più disagiate.

Come si legge nella delibera «al fine di assicurare il graduale riequilibrio finanziario, per tutto il periodo di durata del piano, il Comune di Messina è tenuto ad assicurare, tra l'altro, la copertura dei costi della gestione dei servizi a domanda individuale in misura non inferiore al 36% dei costi di gestione calcolati al 50% del loro ammontare». Considerato che il costo sostenuto da Palazzo Zanca ammonta a 1.030.421,93 euro, in base agli obiettivi fissati dalla legge, il Comune deve incassare 185.475,74 euro dalle rette mensili. Da quì l’operazione che di certo metterà in difficolta parecchie famiglie visto che, su 94 bambini che frequentano i nidi comunali, ad oggi sono circa una cinquantina quelli totalmente esenti dal pagamento perchè con reddito troppo basso.

Cancellata ogni tipo di esenzione, secondo l’atto siglato dalla giunta comunale, saranno tre le fasce tariffarie in cui saranno suddivise le famiglie che faranno domanda per l’inserimento dei propri figli nei nidi comunali.

C’è la “tariffa sociale” in cui saranno inseriti i nuclei con reddito fino a 6.524,57 euro, ovvero l’importo annuo della pensione minima INPS del lavoratori dipendenti: per loro l’asilo costerà 90 euro al mese. C’è poi la “tariffa media” per chi ha un reddito che va dai 6.524,57 euro a 13.049,14 euro: in questo caso retta mensile da 180 euro. L’ultima è la “tariffa piena” per chi supera i 13.049,14 euro di reddito: retta mensile fissata a 270 euro. Dunque anche chi ha reddito zero o pressochè tale sarà chiamato a pagare 90 euro al mese per mandare il proprio figlio all’asilo comunale, mentre fino ad oggi erano previste precise agevolazioni per i nuclei disagiati. Nello specifico chi non raggiungeva la soglia della prima fascia aveva diritto all’esenzione totale, per calcolare la tariffa di tutti gli altri si considerava il criterio di calcolare 7 mila lire per ogni milione di reddito dichiarato (il provvedimento risale a prima dell’adozione dell’euro). Basta fare pochissimi calcoli per rendersi conto che comunque questa rimodulazione penalizza tutti: ad esempio chi aveva un reddito di 30 milioni di lire, oggi all’incirca 15 mila euro, con il vecchio sistema finora ha pagato 210 euro mensili, mentre adesso si ritroverà nella tariffa piena da 270 euro.

Questa però è stata una precisa scelta dell’amministrazione. Come si spiega nella delibera, infatti, «per raggiugere risorse finanziarie pari al 36% sul 50% dello stanziamento sarebbe ncessario applicare una tariffa minima mensile ad utente di 180 euro». Piuttosto che caricare la stessa cifra indistintamente su tutti si è dunque preferito creare delle tariffe per fasce di reddito per «agevolare l'inserimento del minori i cui nuclei familiari hanno un reddito sino alla pensione minima INPS dei lavoratori dipendenti». Insomma, un modo per rendere meno indigesto un provvedimento destinato a far discutere.

Inevitabile non pensare a quegli 80 mila euro di fondi regionali (VEDI CORRELATI) che il Comune si è lasciato sfuggire poche settimane fa e che erano destinati proprio ad alleggerire il carico delle rette mensili che ricadono sulle spalle delle famiglie. Una somma che oggi avrebbe probabilmente potuto coprire per intero la fascia di reddito più bassa continuando a garantire l’esenzione e che avrebbe contribuito a rendere meno pesante le rette per le altre due fasce. Quell’opportunità però è svanita perchè il Comune non ha presentato il progetto in tempo utile. E da settembre asili nido a pagamento per tutti.

Francesca Stornante