Occupazione suolo pubblico e oneri concessori alle stelle. Ostacoli all’economia

Se anche la competenza sui costi dell’occupazione suolo pubblico sia del Consiglio comunale, l’amministrazione non può lavarsene le mani, ma deve fare chiarezza e convocare immediatamente un tavolo al quale siano invitati a partecipare tutti i protagonisti in grado di svolgere un ruolo attivo nella soluzione della vicenda. Il deputato Vincenzo Garofalo interviene in merito alle dichiarazioni dell’assessore al Commercio, Patrizia Panarello (vedi correlato), sul regolamento Cosap. “Non si può pensare di affrontare un tema così delicato con frasi ad effetto e rimpalli di responsabilità ma occorre dare risposte. In gioco ci sono interessi di imprenditori, commercianti e giovani che rischiano il proprio capitale per crearsi un futuro e provare a muovere l'economia della città e non possono vivere in un clima di costante incertezza né possono essere condizionati, nella riuscita della propria impresa, da interpretazioni, più o meno restrittive, date da questo o quel dirigente ai regolamenti che disciplinano la materia. Occorre serietà in questa vicenda e il rispetto dovuto a chi, per il pressappochismo o l'incapacità di coloro che stanno gestendo la vicenda, rischia di chiudere l'attività”.

Le critiche non sono andate giù all'assessore Panarello, che ha risposto per le rime, ribadendo quanto già affermato ed aggiungendo che "durante gli ultimi mesi la proposta di modifica richiesta dai commercianti e in particolare dalle associazioni di categoria è stata discussa dai consiglieri comunali, portata all’attenzione dei dirigenti, fatta propria dalla Presidenza del Consiglio e da me condivisa; pertanto nessuna inerzia attribuita al Consiglio Comunale e nessun rimpallo di responsabilità. Atteso che le procedure burocratiche hanno effetti concreti sulla vita dei cittadini, solo la corretta informazione che questa Amministrazione si sforza sempre di fare con toni e modi sempre pacati, può creare quel clima di collaborazione necessario per affrontare questioni così <delicate>. Del tutto fuori luogo dunque l’accusa di produrre frasi ad effetto, uno stile che non mi appartiene in alcun modo”.

Dai costi per l’occupazione del suolo pubblico a quelli per gli oneri concessori. Anche qui saliti alle stelle senza che nessuno si prenda le responsabilità di fornire risposte adeguate. E’ il Presidente dell’Ance Messina, Salvatore Arcovito, ad intervenire con decisione su un tema decisamente importante per i costruttori messinesi e per l’intera economia cittadina, soprattutto in un periodo di profonda crisi come quello attraversato dal comparto edile ormai da troppi anni: “La Delibera che prevede l’aggiornamento annuale, obbligatorio dal 1977 per legge, degli oneri di urbanizzazione e concessori, dopo essere stata esitata dalla Giunta, – afferma il Presidente dell’Ance – è bloccata da due mesi in Consiglio Comunale. Il risultato è che restano in vigore gli importi, fissati dal Commissario Croce nel marzo 2013, che prevedono oneri particolarmente gravosi. A Messina, infatti, prendendo come esempio le nuove costruzioni in zone A o B, gli oneri concessori ammontano a € 35,00/mc, mentre a Catania sono € 17,96/mc, a Palermo € 20,56/ mc, per non parlare di Ragusa dove si attestano su € 7,30/mc, quindi poco meno di un quinto rispetto alla nostra città. Non vogliamo entrare nel merito delle scelte politiche – sottolinea Arcovito – che non sono di nostra competenza, ma il settore edile già soffre di una crisi senza precedenti che ha portato alla chiusura di centinaia di imprese ed alla perdita del lavoro per migliaia di famiglie e non può tollerare ulteriori ritardi o tatticismi da parte di chi amministra la cosa pubblica. Circa un anno fa – ricorda Arcovito – avevamo incontrato l’Assessore De Cola per chiedere un provvedimento che, almeno, applicasse oneri diversi a seconda della localizzazione degli interventi edilizi, ottenendo rassicurazioni che la Giunta avrebbe operato nel senso da noi auspicato. La Giunta ha, in effetti, esitato una delibera che prevedeva oneri diversi secondo le zone di localizzazione degli interventi (vedi correlato), riducendo anche, sempre prendendo come esempio le zone A-B, gli oneri concessori a € 30,15/mc, ma, alla fine, si è scelto di renderla esecutiva solo dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale. Quindi, sono ancora in vita le tabelle previste da Croce e, adesso, in Consiglio, la decisione non viene presa per non meglio identificati problemi burocratici. Ancora una volta, perciò – secondo il Presidente dei costruttori messinesi – a farne le spese sono le aziende che vogliono realizzare investimenti produttivi e i privati cittadini che intendono investire anche solo per ristrutturare i propri immobili. E, tra l’altro, chiediamo all’assessore ed ai dirigenti del Dipartimento competente di confrontare le somme incassate dal Comune negli anni precedenti alla esecutività della cosiddetta Delibera Croce e quelle che sono entrate nelle asfittiche casse comunali dal marzo 2013 ad oggi e di rendere pubblica questa verifica per comprendere l’efficacia dell’applicazione di oneri così esosi. A questo punto – afferma Arcovito – l’Ance Messina chiede con forza che venga sfruttato questo tempo in cui la Delibera si trova in Consiglio per trovare una soluzione che riduca ulteriormente gli oneri, portandoli magari al livello delle altre città siciliane. Facciamo quindi appello alla Giunta ed al Consiglio Comunale affinché prevalgano senso di responsabilità ed attenzione al bene comune, che dovrebbero essere sempre tra le priorità di chi è chiamato a ruoli istituzionali pubblici. In assenza di una risposta a questa richiesta di intervento – conclude il Presidente dell’Ance Messina – i costruttori messinesi promuoveranno ulteriori azioni mirate a tutelare l’intero comparto dell’edilizia anche su questo argomento”.