Pd: il caso Messina in stand-by tra grane nazionali e regionali

Il caso del Pd messinese è capitato nel bel mezzo di un caos regionale e nazionale e ne segue, in un certo senso le sorti, almeno dal punto di vista dei tempi. Il segretario regionale Giuseppe Lupo, commissario del Pd dello Stretto e incaricato di indicare lo staff di reggenza, in questi giorni è alle prese con una serie di gatte da pelare tali da non aver ancora dato risposte alle diverse anime dei “ribelli” che gli hanno mandato un documento chiarissimo con una serie di richieste e priorità.

Il gruppo del Lucky beach, che unisce le diverse anime del Pd dello Stretto, ha chiesto a Lupo regole chiare e trasparenti: uno staff di reggenza che tenga conto delle diverse aree, un nuovo tesseramento con il conseguente azzeramento senza ricorrere a moratorie o “taciti rinnovi” (alla luce di circa 50 circoli gran parte dei quali esistenti solo sulla carta), azzeramento appunto dei circoli e mantenimento solo di quelli reali, individuazione di una sede per il Pd, trasparenza dei bilanci dal momento che in 4 anni non ne è stato approvato neanche uno. Una riflessione riguardo a questo punto è doverosa: ma nessuno si è accorto prima che in 4 anni non è stato approvato in bilancio? Da Lupo finora nessuna risposta, anche perché il segretario regionale del partito deve fare i conti con un Pd regionale in frantumi, la grana Crocetta e Megafono, nonché tutti i problemi di scala nazionale in vista del Congresso. Insomma, di carne al fuoco ce n’è abbastanza perché il caso Messina scivoli in seconda fila. Lupo sta già contattando i diversi deputati di riferimento delle aree ma non ha fatto altri passi concreti, anche se , quel che contestano i “ribelli” è proprio questo vecchio metodo di gestione dei problemi. Del resto il gruppo del Lucky Beach ha firmato in prima persona il documento, senza affidarlo ad alcun deputato di riferimento, fortissimo segnale di una voglia di rinnovamento che deve essere ascoltata e non rinviata prima che esploda. Nel frattempo pare che tra Megafono e Pd, da ieri, sia arrivato un armistizio. Ma i fermenti nazionali hanno fatto rinviare gli incontri in programma in Sicilia per Giuseppe Civati, candidato alla segreteria nazionale del Pd, quindi anche quello previsto a Messina sabato 3. Il partito vuole tutti i parlamentari a Roma nelle ore del dopo sentenza di Cassazione. Civati quindi verrà a Messina probabilmente a fine mese. A lui si deve comunque la frase più esilarante ma anche più vera sullo stato del Pd oggi: “Persino papa Francesco è più a sinistra di noi”.

Oltre ad essere la verità, probabilmente rischia di essere anche una previsione su quel che vedremo fare, dire, scrivere dal partito nelle prossime ore.

Rosaria Brancato