La Banca d’Italia chiuderà la sede messinese entro il 2018. L’appello del sindaco Accorinti

“Il piano di riorganizzazione della rete territoriale predisposto dai vertici di Banca d'Italia prevede la chiusura della filiale di Messina entro la fine del 2018, senza tener conto del nuovo status di Città Metropolitana. Messina diventerebbe, quindi, l'unica Città Metropolitana d'Italia che non ha più la sede della Banca d'Italia”. E’ l’incipit del testo che il sindaco, Renato Accorinti, ha inviato ai rappresentanti messinesi del governo nazionale e regionale ed alla presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile.

Un appello al fine di scongiurare la chiusura della filiale di Messina della Banca d'Italia, cui hanno già aderito numerosi rappresentanti politici. “E' di fondamentale importanza, in un periodo di grave crisi economica fortemente percepita da Messina – prosegue il sindaco Accorinti – non privare una città ad alto tasso di usura e di racket e di percezione illegale del credito, di un importante presidio di legalità quale la Banca d'Italia. Ciò anche in relazione ai compiti istituzionali demandati alla Città Metropolitana di Messina per lo sviluppo socio economico del territorio. Chiediamo, quindi, che venga assunta ogni iniziativa utile al fine di scongiurare la chiusura della sede di Messina della Banca d'Italia, prevista dal Piano di riordino della rete di Bankitalia entro la fine del 2018, e, al contempo, di verificare la fattibilità della trasformazione della sede medesima in Filiale ad ampia operatività, attribuendole funzione consona ad una città metropolitana che sarebbe, viceversa, privata di un presidio indispensabile per la realtà territoriale locale”.

Un appello subito raccolto dal deputato di Area Popolare Vincenzo Garofalo che, insieme con il senatore Bruno Mancuso, ha scritto una lettera al direttore della Banca d'Italia, Salvatore Rossi. "E’ opportuno che riveda la sua posizione in merito alla chiusura della filiale di Messina. Ci sono oggi- scrivono i parlamentari che ad aprile avevano già incontrato il direttore per discutere della vicenda- elementi ulteriori rispetto a quelli analizzati nei mesi scorsi che rendono necessario un nuovo esame del caso. Tra questi- aggiungono- il fatto che l’Assemblea Regionale Siciliana si accinge ad approvare una mozione contraria alla chiusura della quale Bankitalia non può non tenere conto. Qualora venisse meno il presidio della città dello Stretto, nonostante la presa di posizione forte della Regione- concludono Garofalo e Mancuso- ne deriverebbe di certo un grave danno all’immagine dell’Istituzione che è presente a Messina dal 1894”.