«Il Comune ha avviato un consapevole e oculato percorso di riequilibrio economico-finanziario»

La riposta del Comune ai rilievi mossi dalla Corte dei conti sul bilancio consuntivo 2013 (vedi qui) porta in calce la firma del ragioniere generale, Antonino Cama, del segretario/direttore generale Antonio, Le Donne, e dell'assessore al bilancio nonché vice-sindaco, Guido Signorino. La memoria “difensiva” inviata dall’amministrazione Accorinti ai magistrati contabili della Sezione di Controllo consta di una relazione di 7 pagine (vedi versione integrale in Download), accompagnata da altrettanti allegati (lvale a dire, e note dei Dipartimenti Tributi, Polizia municipale, Politiche educative e culturali, Patrimonio, Servizi finanziari, Segreteria generale e Partecipate).

La trasmissione della documentazione appena citata è solo il primo step, perché giovedì mattina i rappresentanti di Palazzo Zanca dovranno presentarsi dinanzi al presidente regionale della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo, per approfondire la relazione del magistrato Gioacchino Alessandro, che mette l’accento sulle anomalie riscontrate nel rendiconto 2013. Il documento contabile in questione fotografa la gestione economica degli ultimi sei mesi del commissario straordinario Luigi Croce e dei primi sei (anzi poco più di cinque) della giunta Accorinti.

Gli amministratori di Palazzo Zanca tendono a scaricare le colpe su chi li ha preceduti, sottolineando in premessa come «in ordine al bilancio 2013, le osservazioni sollevate da codesta Onorevole Corte sono frutto delle precedenti gestioni»

L’ amministrazione Accorinti spiega di essere« consapevole delle gravi criticità» , ma è convinta che nel 2014 e nel primo quadrimestre 2015 «i risultati conseguiti indicano che I'Ente ha avviato in maniera netta un consapevole e oculato percorso di riequilibrio economico, finanziario e gestionale destinato a risanarne in maniera strutturale le condizioni di governo».

Entrando nel merito dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti rispetto al Consuntivo 2013, Signorino, Le Donne Cama ricordano innanzitutto che «alcune difformità interpretative tra il Collegio dei Revisori dei Conti e l'ente in merito al trattamento di alcuni residui attivi e alle modalità di calcolo del parametro 6 per la definizione della deficitarietà strutturale, hanno necessitato di confronti e approfondimenti a seguito dei quali (anche al fine di pervenire a un'approvazione condivisa del bilancio), l'Amministrazione Comunale ha ritenuto di accogliere tutte le indicazioni provenienti dal Collegio dei Revisori, ad esclusione di quelle inerenti il calcolo del parametro 6, provvedendo a rimodulare con determinazioni dirigenziali alcuni residui attivi e, conseguentemente, a stralciarli». Il parametro 6 attiene alle spese del personale, nelle quali secondo i revisori dei conti anderebbero inclusi anche i dipendenti delle partecipate, mentre secondo il vice-sindaco ed il segretario/generale invece non è necessario. Se avesse ragione l’organo di revisione, il Comune sarebbe oggi uno ente strutturalmente deficitario per aver sforato il limite del 38% nel rapporto tra spesa del personale/ entrate correnti. Sarà il Ministero a dirimere la questione, che è di vitale importanza perché – nel caso le spese del personale della partecipate dovessero conteggiate – il Comune di Messina non potrebbe più aderire alla procedura di riequilibrio.

Ma torniamo alla riposta alla Corte dei Conti da parte del Comune, che rispedisce al mittente l’accusa di aver ecceduto – oltre i limiti previsti dalla legge – nel ricorso all’anticipazione di tesoreria. Nella relazione si legge: «l'anticipazione di tesoreria non ha mai ecceduto i limiti della legge, in accordo alle relative deliberazioni della Giunta Municipale».

«Ancora in merito alla gestione delle anticipazioni di tesoreria – continua il documento – si ritiene utile informare Codesta Corte che la più ordinata gestione della cassa avviata dall'amministrazione comunale, ha consentito di ottenere nel corso del 2014 e del prima quadrimestre 2015 sensibili progressi».

Secondo quanto scrivono Signorino, Le Donne e Cama «tale miglioramento, tra il resto, è stato realizzato onorando nel 2014 molti impegni pregressi: il riallineamento delle mensilità alle partecipate, il saldo delle spettanze dovute ai dipendenti in termini di salario accessorio (peraltro, per la prima volta codificato da questa Amministrazione con il pieno rispetto delle regole di contrattazione decentrata), il rispetto della transazione con ENEL che, saldando precedenti debiti, ha consentito all'Ente di uscire dal regime di salvaguardia che imponeva un sovracosto del 30% sui consumi di energia. Da ultimo, sempre nel corso dell'anno 2014, la cassa ha sostenuto la restituzione della somma di circa 10 milioni di euro della maggior somma di euro 14,8 milioni anticipati dal Ministero dell'Interno a valere sul DL 174/2012 e ha chiuso al 31 dicembre 2013 in situazione di pareggio».

L’amministrazione chiarisce ancora che «per l'anno 2014 parallelamente alla riduzione del ricorso alla anticipazione si è ridotta la somma relativa agli interessi passivi. Evidentemente permane un eccessivo utilizzo dell'anticipazione di tesoreria, ma appare altrettanto evidente una positiva tendenza alla normalizzazione del fenomeno».

L’amministrazione Accorinti replica anche sui residui attivi vecchi e non più esigibili ma inseriti in bilancio, sostenendo che «i dirigenti responsabili hanno riscontrato le richieste di esplicitare ulteriormente in ordine a quanta richiesto da codesta Corte» ed hanno trasmesso apposite note (che vengono allegate alla relazione) in cui spiegano perché restano alcuni residui.

Per quanto riguarda i debiti fuori bilancio censiti in sede di rendiconto dell'esercizio finanziario 2013, Signorino, Le Donne e Cama spiegano che «sono stati finanziati nel bilancio di previsione 2014 in quanto trattasi di debiti insorti nel corso del 2014 e per la restante parte, maturati anteriormente sono stati ricompresi nel piano pluriennale di riequilibrio rimodulato con deliberazione di Consiglio Comunale n.6/c del 28/2/2015 e attualmente all'esame del Ministero dell'Interno».

«Per la parte dei debiti nella predisposizione di quest'ultimo piano pluriennale rimodulato – si legge ancora nella relazione – è stata compiuta una approfondita due diligence della massa debitoria».

In relazione agli organismi partecipati, Signorino, Le Donne e Cama spiegano che la redazione della nota informativa allegata al rendiconto 2013 e I'avvio delle procedure di allineamento dei rapporto debito/credito tra Amministrazione Comunale e aziende partecipate, costituiscono la fase iniziale del graduale processo di consolidamento del bilancio, di cui all'art. 147 c. 2 del TUEL e tale allineamento e stato parzialmente programmato in parte attraverso il piano pluriennale di riequilibrio, nel quale sono stati finanziati anche i debiti fuori bilancio nei confronti delle società partecipate Messinambiente SpA e Ato Me 3 SpA e in parte attraverso la predisposizione di atti transattivi tra Comune e organismi partecipati ii cui iter procedurale è attualmente in fase di definizione».

In ordine ai dubbi espressi dalla Corte dei conti circa la regolarità della procedura di mobilità degli ex Feluca all’Amam, la giunta Accorinti si limita ad allegare copia dell'atto di indirizzo della Giunta Municipale n.760 del 9.10.2014 avente per oggetto: "Mobilita interaziendale del personale delle aziende speciali e società direttamente e indirettamente controllate dal Comune di Messina e copia del parere del Segretario Generale /Direttore Generale del 14.10.2015.

Nelle conclusioni, il vice-sindaco, il segretario/direttore generale ed il ragioniere generale rendono noto alla Corte dei Conti che «la revisione della spesa e stata attuata in relazione alla approvazione del Piano Pluriennale di riequilibrio approvato dal Consiglio Comunale n. 6/C del 28.2.2015. L'adozione dello stesso ha comportato la necessità di azioni e misure che oltre ad incrementare le entrate, mirassero alla riduzione delle spese. Parte delle riduzioni sono connesse ad adempimenti di legge avendo aderito alla procedura di riequilibrio di cui all'art.243 bis. del TUEL. Altre misure sono connesse alla revisione della spesa energetica, alla riduzione dei fitti passivi, alla definizione dei contratti di servizio con le Aziende e società partecipate».

Poi – spiegano in ultimo Signorino, Le Donne Cama – ci sono altre «misure previste e dettagliate nel piano di riequilibrio che riguardano: lotta all'evasione fiscale, revisione rendite e riforma catasto, riduzione spesa del personale, riduzione fitti passivi, riduzione 10% spesa per prestazione servizi, minori spese per mutui».

Danila La Torre