150 milioni dalla Regione alle Chiese bloccati per i no delle Curie

Un paradosso tutto siciliano è quello dei fondi europei per la riqualificazione di Chiese ed edifici di culto che rischiano incredibilmente di andare perduti a causa di alcuni no da parte delle Curie dell’isola.

Stiamo parlando di circa 150 milioni di euro per 175 progetti in graduatoria.

Andiamo per ordine per capire cosa è accaduto.

Nella seconda metà del 2015 la Regione pubblica il secondo bando per la riqualificazione urbana (il precedente era stato bandito dieci anni fa) e stanzia complessivamente 20 milioni di euro. Il bando indica diverse linee di destinazione, distinguendo tra enti locali ed enti di culto. Dei 20 milioni complessivi quindi 4 sono destinati alla Linea B, quella per gli enti di culto (chiese, santuari, parrocchie, edifici religiosi). Non è una somma ingentissima ma è già una cifra importante.

Nel frattempo però nello scenario siciliano fa irruzione il Masterplan ed il Patto per la Sicilia, siglato da Renzi e Crocetta lo scorso anno.

Grazie ad una parte di risorse che il Patto per la Sicilia destina alla riqualificazione urbana la somma dei finanziamenti lievita a 250 milioni dei quali circa 150 vanno ai progetti per gli edifici religiosi.

Contemporaneamente gli uffici della Regione completano la graduatoria che vede ammessi ben 175 progetti in tutta la Sicilia (provincia di Messina compresa). Si tratta di progetti che potrebbero dare nuova vita a veri e propri “tesori” sotto il profilo storico ed artistico, finora lasciati in attesa a causa delle poche risorse a disposizione.

L’iniezione di ossigeno aveva fatto ben sperare ma la doccia fredda è arrivata dal dirigente regionale del Dipartimento che, a graduatoria ultimata, ha chiesto se nell’affidare le progettazioni esecutive attraverso bandi i parroci avessero seguito la normativa europea, dal momento che i fondi sono appunti dell’Unione Europea.

Di fronte alla scontata risposta negativa l’assessore regionale ai lavori pubblici Pistorio ha provato a trovare la soluzione assumendo in carico le competenze per le progettazioni (circa 5 milioni di euro). Soluzione che però era subordinata ad un parere legale che invece ha stoppato l’ipotesi. Le competenze per i progettisti sono a carico degli enti di culto (il bando del 2005 infatti prevedeva la compartecipazione delle parrocchie).

E qui la patata bollente è passata alle Curie che invece hanno detto no.

Non sono disposte a pagare le somme ai progettisti, pertanto o i parroci mettono mano a casse (che non hanno) o i liberi professionisti firmano una liberatoria dichiarando di aver lavorato gratis o saltano i finanziamenti europei.

La Regione aveva persino chiarito che, qualora le Curie avessero acconsentito, come peraltro prevede la legge, a pagare le competenze, le somme inizialmente destinate per i progettisti sarebbero comunque rimaste alle singole parrocchie in modo da poterle utilizzare per opere di riqualificazione.

Nulla da fare. Fino a questo momento la situazione è di stallo, con i progettisti che hanno lavorato per anni rischiando di averlo fatto gratis, parroci e sindaci impossibilitati a sbloccare la situazione e centinaia di edifici religiosi in tutta l’isola perderanno l’unica possibilità di essere riqualificate, con conseguente danno per l’immagine e per i fedeli.

A meno che le Curie non ci ripensino…… Quella di Messina potrebbe fare da apripista nell’interesse del territorio e della comunità di fedeli.

Rosaria Brancato