Per gli abitanti del Complesso “Casa Nostra” tanta voglia di vedere nascere il Parco Urbano

“Questa zona diventerà un modello di risanamento per tutta Messina”. Questo ha promesso il sindaco Renato Accorinti ai membri del comitato RisaniAmo Casa Nostra, in occasione del massiccio intervento di MessinAmbiente nell’area delle palazzine del complesso sul Viale Giostra. Il comitato si è formato spontaneamente a fine luglio da un gruppo di residenti stanchi e indignati dal degrado in cui versa la zona, tra discariche a cielo aperto, palazzine date alle fiamme e depositi d’armi illegali. Dopo la visita dell’assessore all’Ambiente e ai rifiuti, Daniele Ialacqua, Accorinti ha mantenuto la parola data agli abitanti di visitare a sua volta l’intera area.

L’obiettivo di amministrazione e cittadini è quello di dare finalmente vita al “Parco Urbano”, previsto dal Piano di Zona Ritiro Tremonti, già cantierabile, che dovrebbe sorgere dopo l’abbattimento delle sette palazzine del complesso dichiarate inagibili e attualmente, tra le principali cause di degrado della zona. Questo permetterebbe l’inizio di una qualificazione che i residenti aspettano da ben vent’anni. I finanziamenti, però, sono in mano alla Regione. Per questo i membri del Comitato Casa Nostra hanno scritto una lettera al Presidente Rosario Crocetta, invocando, contemporaneamente l’aiuto e l’intervento di tutti i deputati messinesi all’Ars.

Le palazzine situate nella zona tra l’ingresso sul Viale Giostra , all’altezza dell’ASP 5 ex Ospedale Mandalari, fino al cancello di Via San Jachiddu, ospitano più di 350 famiglie che vivono in mezzo al nulla, in una zona che per spazi e panorama poteva non avere niente da invidiare ad un quartiere residenziale. Piuttosto recenti gli stessi edifici rosa antico che costellano la zona, costruiti, infatti, circa trent’anni fa, ma che ormai da venti hanno conosciuto solo abbandono e declino. Questo è dovuto soprattutto ad una frana che ha compromesso tredici edifici, sei dei quali, considerati a rischio e inagibili, sono stati demoliti. Non è toccata la stessa sorte, invece, ai restanti sette, che sono diventati con il tempo ricovero di degrado, vandalismo e malaffare. All’epoca della frana, avvenuta ne 1992 e dovuta al dissesto idrogeologico, 78 famiglie su 430 – 13 palazzine su 67 – persero la casa e gli altri residenti sono stati da allora abbandonati al loro destino. Una storia lunga ed articolata quella del complesso Casa Nostra, che ha visto il susseguirsi di interventi da parte di Regione e Municipio, mai risolutivi. Nel 1993 la legge regionale 22 stanziò15 miliardi di lire per interventi urgenti di recupero e messa in sicurezza della zona, attribuite alla gestione di spesa da parte della Prefettura di Messina,che,solo nel 2004,dava mandato al Comune di procedere alla demolizione di sei delle tredici palazzine evacuate e successivamente nel 2006,dava incarico al Genio civile di elaborare un progetto di sistemazione parziale della rete di raccolta delle acque bianche dell’intera zona, insieme ad altre opere di salvaguardia idrogeologica.

Nel 2002 con legge regionale n°4 del 15/5, art.14,e successiva copertura (Decr.25/10/2002) la Regione stanziò 2.500.000 di euro individuando nel Comune di Messina il soggetto attuatore per terminare i lavori. Dal 2006 il Piano di Zona “Ritiro–‐Tremonti” è compreso nel Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana come area di pericolosità “P4”, classificazione che indica un rischio significativo per i residenti, oltre che per gli anziani ospitati dalla clinica privata “Villa Katia” – che qualche mese fa ha rischiato, tra l’altro, di essere coinvolta in un incendio – e per gli ospiti dell’Anfas Onlus – clinica pubblica che aderisce all’associazione nazionale famiglie disabili.

Il 12 Maggio 2010 il finanziamento regionale, finalizzato all’aggiudicazione dell’appalto delleopere previste dalla progettazione esecutiva del Comune di Messina, veniva portato a 3.000.000 di euro, ma mai erogato in seguito alla caduta del primo governo Lombardo. Il 14 aprile 2012, durante un incontro tra i consiglieri comunali e la deputazione regionale al Comune di Messina sono state avanzate diverse ipotesi al fine di reperire i fondi, ma tutt’oggi non si è giunti ad una soluzione. per trovare una soluzione il Comitato RisaniAmo Casa Nostra propone un’ulteriore incontro tra giunta, consiglieri comunali e deputati regionali. Per salvare definitivamente il complesso Casa Nostra dall’inaudito degrado un cui versa, fedeli al principio che non esistono cittadini di Serie B. (Eleonora Corace)