Complesso Casa Nostra. Dopo 9 mesi ancora la burocrazia “gioca a ping pong”

Un parco urbano al posto delle palazzine interessate negli anni 90 da uno smottamento del terreno, poi abbattute definitivamente due anni fa. E' l'obiettivo del comitato “Risaniamo Casa Nostra”, nato quattro anni fa con la volontà di ridare decoro alla zona.
Oggi la volontà politica per la realizzazione di uno spazio comune per i residenti del Piano di Zona Tremonti-Ritiro c'è, ma, ancora una volta, come spesso accade nel nostro Paese, è la mano della burocrazia a fermare tutti i lavori.
La Gap di Roma, ditta che nove mesi fa aveva vinto la gara d'appalto per avviare i lavori di risanamento del complesso “Casa Nostra” è fallita e, ad avviare nuovamente i lavori di risanamento ci ha pensato un'altra ditta, la “La Placa” che però è stata bloccata prima ancora di iniziare poiché, per l'avvocatessa Maria Saccà, chiamata dal Comune a pronunciarsi sulla vicenda, questa non ha ricevuto da parte della ditta fallita la somma spettante per il prosieguo e l'avanzamento dei lavori.
A dare ragione alla ditta “La Placa”, sulla prosecuzione e la titolarità dell'appalto, vi sarebbe la legge sugli appalti numero 263 del 2002, ritenuta valida anche dalla Saccà che, nell'aprile di quest'anno, ha ritenuto non valida la nuova normativa sugli appalti, la numero 50 del 2016, poichè, secondo la tesi dell'avvocato, i lavori sono inizati prima della data di emanazione della seconda legge sugli appalti.
In attesa della ripartenza dei lavori, il Comitato ha pensato bene di ripulire, nel corso di questi giorni, la zona dalla erbacce arredando nel contempo vari punti panoramici di cui i cittadini potrebbero fruire. Importante in questo senso l'apporto di MessinAmbiente che, in maniera anche tempestiva, ha fornito ai residenti della zona dei cassoni dove poter gettare tutto il materiale scerbato e raccolto nel corso dei lavori fai da te.
In attesa di tempi migliori si cerca quindi, all'interno dello spazio “Casa Nostra”, di ritrovare un po' di dignità visto che la zona è stata prima vittima del malaffare e ora della burocrazia.