Parco urbano Camaro S. Antonio: dopo 4 mesi tutto tace

Sono passati quattro mesi dalla consegna dei lavori per il parco urbano di Camaro S. Antonio. Quattro mesi ma sembra ieri: nel senso che si è ancora fermi al punto di partenza. Tutto tace, infatti, su questo fronte, a causa del mancato prelievo e smaltimento dell’amianto. A denunciarlo è il consigliere della terza Circoscrizione Libero Gioveni, che attacca: «La domanda a questo punto sorge spontanea: perché questa differenza di tempi sull’amianto rispetto, per esempio, agli interventi alle “case Basse” di Paradiso?». Quella del parco urbano di Camaro è un’odissea che continua: «Ai già calcolati 7 anni, 2 mesi e 19 giorni che ci sono voluti dal 20 novembre 2003 (giorno dello sbaraccamento dell’area) al 8 febbraio 2011 per consegnare formalmente i lavori per la realizzazione del parco urbano di contrada S. Antonio a Camaro S. Paolo proprio sotto la chiesa parrocchiale, si devono aggiungere ad oggi altri 4 mesi e 8 giorni di silenzio ed inerzia da parte degli organi preposti, visto che l’ingresso ufficiale di ruspe ed escavatori dell’impresa “Mecoin s.r.l” che si è aggiudicata i lavori, di fatto non è ancora avvenuto. Il motivo? E’ sempre il solito, anzi l’ultimo in ordine di tempo: aggirato, infatti, l’ostacolo rappresentato da una particella di 60 mq che sbadatamente non era stata considerata da Palazzo Zanca nei diversi procedimenti espropriativi, si attende ancora adesso l’affidamento ad una ditta specializzata per il prelievo e lo smaltimento dell’amianto»

Gioveni segnala anche che «l’ormai perenne delimitazione dell’area di cantiere ha creato tra l’altro non pochi disagi ai residenti delle vie limitrofe a contrada S. Antonio, che si ritrovano oggi con una strada pubblica come la via Mongitore chiusa al transito troppo presto rispetto all’effettivo avvio dei lavori, senza considerare anche che diversi marciapiedi delle palazzine comunali adiacenti l’area sono stati inibiti al transito dei pedoni. Infine, giusto per mettere la classica “ciliegina” su una torta dal gusto finora un po’ amaro, all’interno dell’area scorre da settimane anche una perdita d’acqua potabile, per riparare la quale ovviamente l’Amam non può avere libero accesso se questo non viene concordato preventivamente con la ditta aggiudicataria dei lavori. E che dire anche della “foresta equatoriale” che si è creata nuovamente all’interno dell’area, che con l’avvio della calda stagione non lascia presagire nulla di buono per l’igiene e il decoro dei residenti? Insomma – conclude Gioveni – continua l’odissea per gli abitanti di Camaro S. Paolo, la cui gioia provata quel 8 febbraio, si è già trasformata in delusione, insofferenza e sfiducia verso le istituzioni».