Nasce il Comitato vittime del Cas: adotta un metro d’autostrada e asfaltalo

L’aspetto più bello delle file chilometriche nel tratto Villafranca-Rometta della Messina-Palermo è quello socializzante: in coda per ore ti fai un sacco di nuovi amici tra gli automobilisti accanto a te, ritrovi gente che non vedevi da una vita, riscopri il piacere dello stare insieme. Questo aspetto socializzante prosegue anche all’arrivo, perché al bar, in ufficio, al supermercato, in giro per negozi, trovi migliaia di persone che, come te, hanno condiviso l’allucinante esperienza dello stare tre ore immobile sotto il sole cocente nella corsia unica che da tre anni il Cas, Consorzio autostrade siciliane non elimina perché mira a rafforzare il nostro carattere. E’ risaputo: quel che non ti uccide ti fortifica. Quindi l’inerzia del Cas é a scopo terapeutico: vuol temprare il carattere dei messinesi. Ed è così che, in modo del tutto naturale, è nato il COMITATO VITTIME DEL CAS. Chiunque può entrare a farne parte, perché, ed è questo il bello, la fila è democratica, rende tutti uguali. Persone che non hanno assolutamente nulla in comune, si ritrovano ad aver vissuto la stessa terrificante esperienza e si sentono parte integrante del gruppo. Un po’ come quelli che sono convinti di essere stati rapiti dagli alieni, o gli ex alcolisti anonimi. Non importa se hai il Suv o la vecchia Panda della zia, perché in fila, anche se a casa hai la cameriera che ti stira pure i fazzoletti di carta, sei uguale a me.

Del Comitato si può essere membri permanenti, ed è questo il gruppo storico, un po’ come i renziani della prima ora, che ci tengono alla primogenitura “io sono stato il primo a sudare per due ore il 12 giugno del 2012 e ricordo che la signora bionda davanti a me si è suicidata perché è arrivata tardi dal parrucchiere”. I membri permanenti sono gli sfigati che hanno la casa al mare nella zona tirrenica ed anche volendo non sono riusciti a venderla. Sono una razza in estinzione perché ormai la gente non affitta più abitazioni in zona. Se il tuo destino è quello di abbronzarti in fila prima di arrivare al Boccetta tanto vale che prendi il sole sulla terrazza di casa tua e risparmi. Il gruppo storico ha anche la funzione d’accoglienza per i novellini che arrivano stravolti e non sanno ancora cosa li aspetterà e li aiuta nel difficile percorso del “ce la farai, ci siamo passati tutti”. Poi ci sono i membri ad honorem che sono gli amici delle vittime della prima ora, quelli che non ci credevano fin quando non li hai invitati a casa tua un sabato sera e poi sono rimasti in fila fino alla domenica alle 7.45 (e non te l’hanno mai perdonata). Ci sono poi i membri temporanei, che sono gli automobilisti che vengono da Palermo, i turisti, quelli che a causa della coda hanno perso treni, aerei, navi e hanno giurato di non tornare mai più in Sicilia. Ci sono gli ex membri del Comitato che sono quelli che hanno deciso di usare altri mezzi, come treno, deltaplano, risciò, forza del pensiero, ali d’uccello, canoa, oppure giro dei Colli e delle Masse.

Voi direte ma a che serve il COMITATO VITTIME DEL CAS? Intanto serve a contarsi, poi perché si possono studiare soluzioni. Il Comitato infatti affiderà a vari sottogruppo diversi compiti. C’è un pool di medici che ha l’incarico di studiare la sottile strategia politica che c’è dietro alcune decisioni del Cas, come quella di reiterare gli stessi strani comportamenti nel corso degli anni. Potrebbero esserci traumi infantili dietro l’ostinazione ad aprire per tre anni di fila gli stessi cantieri, negli stessi giorni e per la stessa durata. Perché farlo sempre negli stessi chilometri? Perché negli stessi giorni estivi? E’ accanimento terapeutico? Odiate le ferie e non volete che gli altri se le godano? Ma, soprattutto, perché non si vede neanche l’ombra di un operaio? Una risposta a questo ce la siamo data. Anche gli operai si recano al lavoro in auto e per raggiungere il cantiere restano bloccati in fila. Così, arrivano sul posto, ma in ritardo, a fine turno. Quindi gli tocca fare inversione e tornare a casa. Ma il Comitato ha la soluzione. Le ipotesi sono due: o il carsharing, cioè adotta un operaio e portalo al lavoro ogni mattina, e in questo potrebbero impegnarsi i pendolari che hanno una moto di grossa cilindrata. Oppure,ognuno di noi, mentre è in fila, per ingannare l’attesa potrebbe dare una mano. In questo caso l’operazione è: adotta un metro di autostrada e asfaltalo (o piantaci un geranio, o pota il cespuglio, o metti una lampada, a seconda delle esigenze).

Nelle prossime settimane il Comitato offrirà vacanze premio per i vertici del Cas in residence a Rometta, perché ha il fondato sospetto che costoro abitino nella zona jonica e non siano mai passati da Villafranca neanche per sbaglio, altrimenti non si comprende il perché di scelte strategiche così strampalate. Nei giorni scorsi si è pensato di voler mettere cartelli segnalatori a messaggio variabile prima dello svincolo di Rometta, in modo da avvisare su eventuali incolonnamenti dopo la barriera di Villafranca e dare modo agli automobilisti di scappare. Ci aspetteremmo soluzioni vere, non palliativi. Ma l’idea più singolare è la riduzione del pedaggio di Villafranca. Pagano la metà solo i possessori di telepass, solo nei mesi di luglio ed agosto e solo dalle 14 alle 16 e dalle 21 alle 8. E già che ci siamo purchè non fumino, non si mettano le dita nel naso e abbiano un cane di nome Fuffi. Il problema non è la fila al casello. E’ DOPO. Ma perché il Cas non riesce a capire che il problema E’ LA CORSIA UNICA? Il problema è il viadotto Ritiro, la mancata apertura degli svincoli in uscita, la mancata messa in sicurezza che ci ha precipitati nella più assoluta insicurezza. Io mi terrorizzo di più a stare mezz’ora in galleria o sul viadotto con 300 auto che se il traffico scorre regolarmente. Il problema è la corsia unica per un tratto esageratamente lungo ed esageratamente pericoloso e senza via di fuga a meno che non venga una navicella spaziale a soccorrerci.

Il Comitato sta anche pensando di chiedere un risarcimento danni, anche biologici. In fila si invecchia prima, vengono le rughe, il sudore rovina i vestiti e l’umore, si viene costretti a pensare e per alcuni questa è un’esperienza terrificante, ti mangi le unghie e si rovina lo smalto. Se non volete risarcire il danno, il pool sopravvivenza del Comitato ha un’altra proposta: l’introduzione di un nuovo casello al Boccetta con un grazioso omino che ti dice: allora, quanto ti deve l’autostrada per la pazienza che hai dimostrato in queste ore? Si stabilisce una tariffa, un’ora io direi che vale almeno 2 euro, però se ad esempio ho rischiato di perdere il treno, l’aria condizionata si è rotta o peggio, c’era mia suocera in auto allora la cifra lievita. Gli abbonati hanno diritto a ricevere di più perché hanno la carta fedeltà al disagio.

Se i vertici del Cas sono di nomina politica ci si aspetta che debbano adottare una “strategia politica”. Qualcuno mi spieghi allora che tipo di strategia d’immagine è quella che fa scappare la gente a gambe levate. Per risolvere definitivamente la tragedia basterebbe far transitare il presidente Crocetta e tutta l’Ars lungo il tratto Villafranca Boccetta applicando la democrazia della fila anche a loro, facendo in modo che pattuglie della Polstrada, che bloccano i furbi che usano la corsia d’emergenza, facciano lo stesso anche con le auto blu.

Pagherei dieci euro di pedaggio per vedere, per un’intera ora, una mattina di fine luglio, lunedì alle 8.30 l’auto blu di Crocetta (o affine) accanto a me, possibilmente con l’aria condizionata guasta, i finestrini abbassati costretto a sentire il mio cd con Gigi D’Alessio. E poi vediamo quanto durano i cantieri. Vediamo se non si conclude non solo il viadotto Ritiro, a tempo record ma persino la Salerno- Reggio.

Rosaria Brancato