Il canile Millemusi resta senza fondi. Protesta davanti al Comune

La chiusura, qualche anno fa, di Forte Schiaffino, struttura inidonea ad ospitare un canile, e l’apertura a Castanea della struttura Millemusi avevano rappresentato un passo avanti sotto tutti i punti di vista. Se però, come avviene da gennaio, il Comune non paga i contributi per prendersi cura dei circa 400 cani ospitati, si fanno dieci passi indietro.

Stamane, una rappresentanza di amici della struttura, “capitanata” dalla responsabile del canile, Caterina Merenda, ha manifestato davanti a palazzo Zanca per rivendicare i propri diritti. “I cani non hanno più cibo – spiega – e non abbiamo più possibilità di avere credito dai fornitori. Siamo già indebitati per 38mila euro. Il Comune è inadempiente perché già paga per 340 cani quando ne ospitiamo 410 e in più paga solo un terzo della cifra prevista dalla legge regionale. Senza neppure questi soldi, diventa un’impresa proseguire l’attività”.

Una delegazione è stata ricevuta dal capo di Gabinetto del Comune, Loredana Sciglio. “Si è resa conto della situazione – prosegue Caterina Merenda – e mi ha assicurato che avrebbe cercato di recuperare un minimo di risorse per assicurarci almeno un anticipo, per comprare il cibo. 400 cani, per rendere l’idea, mangiano circa 15 sacchi di mangime al giorno. Ed ancora, nella struttura, arrivano altri cani che abbiamo ovviamente rifiutato perché non possiamo nutrire”.

Secondo la responsabile del canile, in generale, la soluzione è rappresentata dalla necessità di effettuare le sterilizzazioni. “Ma le dobbiamo fare noi – prosegue – poiché l’Asp, che dovrebbe occuparsene, ci ha detto di non avere i soldi per acquistare l’anestetico. I nostri cinque operai non hanno neppure il denaro per acquistare la benzina per le macchine. Abbiamo dovuto anticipare soldi di tasca nostra, per adempiere ai versamenti Inail e Inps, viceversa non riceviamo il documento unico di regolarità contributiva”.

“Sappiamo – conclude Caterina Merenda – che il Comune è vicino al fallimento. Ma i servizi essenziali devono comunque essere garantiti viceversa la città andrà allo sbando in tutti i sensi”. (Ma. Ip.)