Operazione verità e trasparenza del commissario straordinario Romano, che “rilancia” le Province

Se il Comune piange, la Provincia non può certo permettersi di ridere. Il default lambisce tanto Palazzo Zanca quanto Palazzo dei Leoni, con l’unica differenza che i numeri dell’ente comunale, seppur "ballerini", sono noti mentre quelli dell’ente provinciale sono stati sino ad oggi avvolti da “mistero”. Il commissario straordinario Filippo Romano, insediatosi il 20 giugno scorso, ha quindi deciso di scoprire le “carte” ed avviare quell’operazione verità in corso anche nel palazzo dirimpettaio per opera della nuova amministrazione Accorinti. Il funzionario dello Stato ha, infatti, convocato per mercoledì mattina una conferenza stampa sulla “situazione finanziaria dell’Ente” , durante la quale snocciolerà dati e numeri. All’incontro con i giornalisti, che si terrà nell’aula consiliare di Palazzo dei Leoni a partire dalle 11.30, parteciperanno anche il segretario generale Maria Angela Caponetti e tutti i dirigenti dell’Ente, a dimostrazione del rapporto di fiducia immediatamente instauratosi tra Romano ed i manager della Provincia regionale .

Un “assaggio” di ciò che sarà reso noto nel dettaglio tra 48 ore, Romano lo ha fornito subito dopo l’incontro a porte chiuse con il sindaco Renato Accorinti, recatosi a Palazzo dei Leoni per quelle che in gergo istituzionale si chiama visita di cortesia, ma che a detta dei due protagonisti si è immediatamente trasformata un vis a vis amichevole, in cui Accorinti e Romano sono immediatamente entrati in sintonia.

Ma torniamo all’ “incubo” dissesto, che rischia di affossare anche la Provincia. Romano non nasconde che il pericolo è incombente, ma ci tiene a sottolineare che le cause non vanno ricercate in una cattiva gestione dell’ente da parte delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni, ma nei tagli ai trasferimenti statali . «I bilanci della Provincia regionale di Messina sono sani, i debiti pregressi ci sono ma derivano da contenziosi e debiti fuori bilancio non da cattive gestioni. Qui il problema sono i tagli effettuati dallo Stato. Basti pensare – continua il commissario inviato dal presidente Crocetta – che siamo passati dai 29 milioni di euro erogati nel 2010, ai 22 milioni di euro nel 2011, ai 19 milioni di euro del 2012 sino ad arrivare a circa 700 mila euro nel 2013». Lo Stato dunque, ha chiuso i rubinetti e la provincia è in fase di “disidratazione economica”, nonostante – come evidenziato ancora da Romano – «l’ente non abbia mai fatto ricorso ad anticipazioni di cassa, gli stipendi siano sempre stati pagati regolarmente ed in Tesoreria vi sia un avanzo di 26 milioni di euro». L’irrisorietà dei trasferimenti statali impedisce la programmazione economica e mette un punto interrogativo enorme sulla copertura delle spese dell’ente. Il commissario straordinario della Provincia ha annunciato che mercoledì presenterà il «bilancio sociale», strumento attraverso il quale anche le Pubbliche amministrazioni possono decidere di rendere conto del proprio operato, rendendo trasparenti e comprensibili all’interno ed all’esterno i programmi, le attività e i risultati raggiunti secondo modalità non evidenti nei tradizionali documenti e nelle tradizionali procedure di rendicontazione. All’operazione verità si unirà quindi anche l’operazione trasparenza.

Intanto, il commissario Romano si appresta a recarsi a Palermo per l’incontro previsto alla Regione con i commissari delle altre province siciliane, alla presenza del governatore Rosario Crocetta e degli assessori regionali competenti. La riunione servirà a fare il punto su questa prima fase commissariale dopo l’abolizione delle province, voluta dal Governo Crocetta e votata dall’Assemblea Regionale Siciliana. Oltre ad un primo bilancio della propria attività, Romano è intenzionato a portare sul tavolo regionale una proposta concreta: chiederà di far continuare a vivere gli enti provinciali, concentrando su questi le competenze degli organismi esterni e partecipati (Ato rifiuti, Ato idrico etc), che secondo il funzionario statale sono la «vera fonte di spreco di denaro pubblico». Se la proposta verrà accolta, bisognerà studiare le modalità di assorbimento delle competenze e del personale di queste società da parte delle Province, che in teoria dovrebbero estinguersi entro il 31 dicembre per lasciare posto ai Liberi Consorzi, dopo apposita riforma. (Danila La Torre)