L’idea di Reset: traghettamento pubblico nello Stretto

Il movimento Reset guarda allo Stretto e vuole che la città si riappropri della “risorsa mare”. Ecco da dove nasce la proposta presentata oggi al Teatro in Fiera occupato, una location non casuale perché rappresenta proprio quella voglia di riprendersi ciò che ai messinesi è stato negato per troppo tempo. Reset lancia l’idea del traghettamento pubblico, un progetto che potrebbe avere ricadute positive su tutto il trasporto pubblico locale e risolverebbe addirittura anche i tanti problemi economici dell’Atm. Un’idea che qualche anno fa era stata proposta da Renato Accoranti che oggi naturalmente ha sposato su tutta la linea l’iniziativa di Reset insieme anche al Movimento 5 Stelle. In pratica la proposta è di costituire una società pubblica che gestisca il traghettamento tra Messina e la Calabria. In campo dovrebbero scendere naturalmente Comune e Regione perché nella nuova realtà di Reset la prima società pubblica di traghettamento messinese sarà per l’80% del Comune di Messina per il restante 20% della Regione Siciliana. Un progetto che potrebbe apparire futuristico ma che è supportato da uno studio di fattibilità che riporta dati e numeri di quelli che sarebbero gli utili incassati proprio da Comune e Regione. La squadra di Reset ipotizza l’affitto di quattro navi che farebbero la spola tra Reggio Calabria e Tremestieri, non la Rada San Francesco. 16 corse andata e ritorno giornaliere per ogni singola nave, quindi 32 tratte, che partirebbero con una frequenza di 25 minuti. La singola nave costerebbe annualmente 7,5 milioni di euro. Il costo del biglietto si riduce del 20% per i mezzi commerciali e le autovetture. Per i residenti messinesi addirittura del 45% portando il biglietto di andata e ritorno a 20 €. Comune e Regione dovrebbero farsi carico del costo iniziale dell’investimento, ma i ricavi arriverebbero immediatamente secondo Reset. Ricavi che risolleverebbero le sorti del trasporto pubblico locale e soprattutto potrebbero essere investiti per far ripartire la disastrata Atm, spiega oggi la squadra di Reset. “Il progetto può ridurre di un quarto il valore del debito dell’amministrazione comunale portando nelle casse dell’ente oltre 60 milioni di euro in cinque anni, saldando di fatto il debito di ATM, pari a oltre 48 milioni. Tale progetto garantirebbe dal quarto anno in poi, di finanziare le attività di ATM, liberando, di fatto, risorse annuali per oltre 10 milioni di euro” precisa Alessandro Tinaglia, prossimo candidato a sindaco del movimento. La soluzione, nel caso specifico di Messina, viene dal traffico e dal mercato del traghettamento dello stretto. Vera opportunità e risorsa che fino ad oggi si è rivelata per la città solo un limite, un ostacolo allo sviluppo. Reset pensa al traffico dei tir in pieno centro per decenni, ai costi in termini di vite umane e di qualità della vita senza dimenticare che i vettori pubblici e privati mai hanno tenuto in alcuna considerazione le esigenze della città. La scelta di coinvolgere anche la Regione non è solo economica. E’ vero che sarebbe necessario che Palermo anticipasse i 9 milioni di euro necessari a far partire il nuovo modello, viste le condizioni di Palazzo zanca. Ma Reset vuole anche “verificare se la nomina dell’assessore alle infrastrutture Bartolotta, da parte del Presidente della Regione Crocetta, sia stata dettata, così come potrebbe apparire, dai “soliti” metodi e da interessi particolari. Se Crocetta ha davvero a cuore le sorti di Messina dimostrerà, sposando l’iniziativa, di voler rompere davvero con un sistema che ha massacrato la Sicilia e la nostra città in particolare”. Smantellare quello che di fatto è un monopolio del trasporto nello Stretto non sarà facile. Non sarà facile neanche convincere il Comune a sposare o anche solo prendere in seria considerazione questo progetto soprattutto in un momento difficile come questo. Ma Reset ci crede. E porterà avanti la sua idea per una Messina migliore che sia solo dei suoi cittadini. (Francesca Stornante)