Circa 800mila euro per semafori a misura di non vedente.Rabbia per la perdita dei fondi sugli asili nido

Per un finanziamento europeo che “sfugge”, un altro che viene agguantato ed è pronto ad essere utilizzato. Alla pessima notizia dei fondi comunitari destinati al potenziamento e alla realizzazione di asili nido comunali andati persi per inadempienza del Comune (vedi correlato), fa da contraltare una buona novella: grazie alle risorse stanziate a Bruxelles sulla linea di intervento 6.1.3.5 dei Fondi Po Fesr 2007-2013, è stato finanziato il progetto esecutivo riguardante i “Lavori di adeguamento attraversamenti semaforizzati presenti nei percorsi che caratterizzano la mobilità di persone affette da disabilità visiva” nel Comune di Messina. L’importo ammonta complessivamente a 768.860,00 euro ed il via libera è arrivato con Decreto del Dipartimento regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti.

Il Comune si è già messo al lavoro, avviando la fase operativa. Per consentire l'esecuzione dei lavori di scavo e adeguamento degli attraversamenti semaforizzati sono state disposte alcune limitazioni viarie. Da ieri (lunedì 17 marzo) e per 60 giorni lavorativi, saranno chiusi al transito per semicarreggiata, gli incroci di largo San Giacomo, piazza Antonello, piazza Carducci, via Cesare Battisti e via I Settembre. Sarà, inoltre, vietata la sosta in prossimità delle aree di cantiere.

Nonostante questa buona notizia sugli impianti semaforici a misura di “non vedente”, a far discutere, e a fare arrabbiare, è ancora, però, la notizia della perdita delle risorse europee espressamente stanziate per migliorare la qualità, l’accessibilità e diffusione nel contesto regionale delle infrastrutture destinate a servizi per la prima infanzia e per la conciliazione vita-lavoro.

Abbiamo provato a capire perché Palazzo Zanca ci si è lasciati scappare un’occasione preziosa per dare risposte alle tante domande di posti in asili nido comunali, che per le famiglie hanno costi nettamente inferiori a quelli delle strutture private, ma non abbiamo avuto risposta. Il dirigente comunale Salvatore De Francesco, che all’epoca dei fatti (commissariamento Croce) aveva delega ai servizi sociali, sostiene di non saperne nulla e ci ha rimandato all’ex Ufficio Programmi complessi, scomparso dopo la rimodulazione dei Dipartimenti operata dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne . Abbiamo quindi contattato un funzionario di quell’Ufficio, ma anche in questo caso ci è stato risposto che la gestione della vicenda sui fondi per gli asili nido non era di loro competenza. Insomma oltre al danno, la perdita di milioni e milioni di euro, anche la beffa, visto che non è dato sapere nemmeno il perché quel treno ci è passato davanti e non lo abbiamo fermato.

Sull’argomento ha deciso di dire la sua il consigliere comunale dell’Udc, Libero Gioveni, che anche ai tempi in cui era consigliere di circoscrizione si è molto occupato di asili nido, sottolineandone spesso la grave carenza in città.

«Non ci sono davvero parole per definire l'ennesima e vergognosa incapacità e assoluta e inaccettabile imprudenza che ha avuto il Comune di Messina di poter finalmente sviluppare il delicato e depotenziato settore degli asili nido in città». Non usa mezzi il rappresentante del Civico Consesso.

«I bambini al di sotto dei 3 anni in città –scrive ancora , numeri alla mano – sono circa 9.600, per i quali sono attualmente disponibili (dopo l’apertura dell’asilo di Camaro avvenuta nell'ottobre 2011) soltanto 94 posti nei complessivi 3 asili nido comunali esistenti. In buona sostanza , la copertura territoriale di asili nido, che dovrebbe toccare la soglia del 33% dei bambini al di sotto dei 3 anni; a Messina arriva toccare a mala pena il solo 1%.

«Da questo dato scandaloso – continua il consigliere comunale, a cui si associa anche l'attuale Presidente del Comitato di Gestione dell'asilo nido di Camaro Alessandro Cacciottoe dopo le grandi opportunità concesse dal Governo e dall'Europa in termini di risorse, Palazzo Zanca avrebbe dovuto urgentemente porre in essere tutte quelle azioni e progettualità nel settore che ne avrebbero dovuto consentire l’investimento nel nostro territorio attraverso la cosiddetta “cura dell’infanzia”.

Gioveni conclude, quindi, con un interrogativo: «Chi paga per questi errori?». Si dà anche una risposta, che definisce “amara”: «Nessuno purtroppo…». Amara verità… (Danila La Torre)