La Curia risponde a Cucinotta: «Respingiamo con forza “lezioni” di carità»

In riferimento all’articolo apparso sul Vostro quotidiano in data 11 ottobre 2013 ed in particolare circa le riportate dichiarazioni del Sig. Assessore alla Protezione Civile (vedi correlato), è necessario offrire le precisazioni necessarie per presentare ai lettori la situazione descritta nel pieno rispetto della verità.

Non è la prima volta che viene “lamentata” l’assenza della Curia da non ben precisati vertici e tavoli tecnici e non di rado tali “lamentele”, mistificanti della verità, avrebbero meritato opportune smentite (sebbene, per evitare polemiche, non sempre sia stato fatto). Anche in questa circostanza duole molto dover contestare in toto le affermazioni del Sig. Assessore che, forse per distogliere l’attenzione dall’oggetto della discussione, ha “messo in ballo” anche la Curia: e, vista la gravità della situazione, adesso non è più possibile tacere.

Per rispetto della verità occorre quindi precisare che la Curia Arcivescovile (non certo proprietaria di buona parte degli edifici cittadini, se si escludono le Chiese e gli istituti che svolgono le opere sociali di cui tutta la cittadinanza – e non soltanto i fedeli – gode) ha appreso della decisione e dell’imminente trasferimento nella città di Messina di un numero di fratelli immigrati soltanto dagli organi di stampa: non è stata invitata ad alcun vertice in Prefettura e, conseguentemente, non ha disertato alcun incontro.

Bisogna che il Sig. Assessore abbia chiaro, tra l’altro, che la Diocesi, non essendo un ente pubblico, non viene direttamente coinvolta in queste procedure ed in questi vertici che, ovviamente, riguardano soltanto gli organi dello Stato nelle sue varie articolazioni (centrali, regionali, locali etc.). Altro è, ovviamente, nell’ambito dei buoni rapporti tra Amministrazione e Chiesa che sempre hanno caratterizzato questa città, cercare successivamente ed insieme quelle soluzioni per le quali la Chiesa può dare il proprio contributo soprattutto in circostanze di emergenza. Ed in questa non sempre facile ricerca di soluzioni la Curia si è sempre mostrata disponibile e sempre ha fatto la sua parte.

Occorre infine aggiungere che l’utilizzo dell’espressione del Santo Padre da parte dal Sig. Assessore nei confronti della Chiesa messinese appare del tutto fuori luogo: la frase del Pontefice esprime un principio non inedito nella pastorale della carità della Chiesa cattolica e, senza alcuna presunzione, trova la Chiesa di Messina già da molto tempo in linea con queste indicazioni. Non deve essere dimenticato, infatti, che l’attenzione agli ultimi e la “gestione” della marginalità e delle povertà in questa città ed in questa provincia, è interamente delegata alla Chiesa cattolica che si articola nella Caritas ed in tutte le sue opere, nelle mense dei poveri e nelle case ricovero rette dagli ordini religiosi, nelle strutture in cui si accolgono amorevolmente soggetti diversamente abili, famiglie, donne e minori in situazioni di disagio, in città e provincia.

Pertanto, restando a disposizione per ogni necessità, respingiamo con forza queste “lezioni” di carità che oggi, inopinatamente e volgarmente, ci sono state rivolte.