Variante al Prg. Schiera: “Non abbiamo cercato scorciatoie né chiesto favori”

“Non abbiamo cercato nessuna scorciatoia per l’approvazione della Variante al Prg”. Lo dice il dirigente del dipartimento Politiche del Territorio, Vincenzo Schiera, in risposta a quanto dichiarato al nostro giornale dall’assessore regionale al territorio e ambiente, Maurizio Croce, e dagli ordini professionali.

Schiera, infatti, sottoscrive quanto detto da Croce, e cioè che ''le regole valgono per tutti, quindi anche per Messina'' prima di aggiungere “speriamo non soltanto per Messina”.

Poi ricostruisce la storia. “Gli uffici del Comune hanno dialogato in merito alle procedure Vas della Variante di Tutela Ambientale da oltre un anno con quelli regionali e tutto questo è dimostrabile dalla copiosa corrispondenza così come, d’altra parte molto correttamente, viene dato atto anche dall’assessore regionale. Ma allora dove sta il punto? Vi è una normativa nazionale di recepimento della normativa comunitaria, il Codice dell'Ambiente emanato con decreto legislativo 152/2006, che al comma 1 dell’art. 5 stabilisce che sono da assoggettare a Vas tutti i piani che hanno impatto significativo sull'ambiente. Assunto questo principio, il Comune di Messina, interfacciandosi con i dirigenti regionali, ha pertanto ritenuto di attivare le procedure ambientali procedendo con la verifica di assoggettabilità alla Vas, stante che la nostra Variante non prevede alcun impatto sull’ambiente”.

La variante – ricorda Schiera in tre punti -: 1) cancella oltre 2,5 milioni di metri cubi di volumetrie ancora previste dal Piano Regolatore del 2002, mentre non sposta affatto cubature in altre parti del territorio (fase questa che eventualmente apparterrà al prossimo Prg che indiscutibilmente dovrà essere sottoposto alla procedura di Vas); 2) tutela le aree della Rete Natura 2000 (Sic, Zps e Iba) largamente presenti sul territorio comunale, oggi ancora purtroppo buona parte edificabili (si ricorda in proposito che non è ancora stata chiusa la procedura di infrazione comunitaria Eupilot, avviata anche nei confronti del Comune di Messina); 3) elimina l'edificazione nelle aree che presentano criticità emerse non soltanto dal Pai e dallo studio Enea, ma dalla semplice suscettibilità e propensione al dissesto”.

“La Variante Parziale di Tutela Ambientale (non può essere definita variante generale in quanto interessa appena il 4 per cento del territorio comunale) – prosegue Schiera – rappresenta in sostanza l'esatto inverso di un piano urbanistico e non può essere trattata come un piano di espansione, un piano costruttivo, un piano di lottizzazione o come tutti quei piani o programmi urbanistici che prevedono l'insediamento di nuova edificazione. Pertanto si ribadisce ancora una volta che gli atti e i contenuti dell'art. 12 del C.A., che fanno parte delle procedure di Vas avviate dal nostro Ente e trasmessi alla Regione quale Autorità competente in materia ambientale, erano perfettamente completi e definiti fin dalla data della loro trasmissione il 5 agosto 2015 ed unica integrazione avvenuta con nota prot. 244530 del 20 ottobre 2015".

Una nota, quella del tecnico Schiera, che ricalca esattamente le parole più volte espresse dal politico De Cola, assessore all’Urbanistica. Dopo aver fornito le spiegazioni tecniche, Schiera si lascia andare ad alcune valutazioni di carattere politico, più consone a un assessore che non a un dirigente: "Per quanti ancora credono o sostengono che vi è sempre e comunque spazio e tecniche per costruire ovunque anche sul mare pur di creare posti di lavoro e aprire cantieri – conclude – occorre ricordare che la distruzione di un territorio o delle aree più belle impoverisce irrimediabilmente la città proprio com'è avvenuto con il sacco di Palermo dove i rigogliosi agrumeti della Conca d’oro sono oggi ricoperti di cemento armato proprio come rappresentato dallo stesso edificio dell’assessorato al Territorio che, ahimè, sorge proprio nel bel mezzo dei parchi delle ville settecentesche dei Gattopardi siciliani".