Erosione costiera a Casa Bianca. Cucinotta chiede l’avvio di un tavolo tecnico

“Sono stato facile profeta nel prevedere che l’approssimarsi della stagione invernale ed il peggiorare delle condizioni meteo-marine avrebbero inevitabilmente arrecato gravi danni alla zona costiera di Casa Bianca”. L’amara constatazione è del consigliere comunale Nicola Cucinotta, che il 19 dicembre scorso aveva inviato una nota in proposito al Comune di Messina ed al dipartimento regionale Territorio ed Ambiente. Nessun intervento è stato attuato e intanto l’avanzamento del mare ha già causato seri danni ai fabbricati e invaso alcune abitazioni della frazione di Mezzana e una piazzola comunale di sosta.

Ma l’allarme erosione costiera, a Casa Bianca, non è nuovo. La Giunta municipale aveva deliberato una richiesta di intervento alla Regione il 1 agosto 1988, quasi 25 anni fa. Son serviti 20 anni, per avere una prima risposta dalla Regione, che il 1 settembre 2008 ha invitato la Capitaneria di Porto e il Comune ad adottare “quelle misure ritenute necessarie per la salvaguardia della pubblica incolumità e la prevenzione di possibili incidenti o danni lungo il tratto costiero ubicato ad oriente della foce del Torrente Tono, in località Casa Bianca”.

“Il Comune, però, – afferma il consigliere Cucinotta – si è limitato a redigere un progetto preliminare di mitigazione rischio idrogeologico erosione costiera, a rischio molto elevato (R4 priorità 1) denominata nel vigente P.A.I. “Casabianca Ovest”, trasmesso alla Regione il 2 settembre 2009”.

Cucinotta chiede allora al commissario Croce di convocare senza indugio un tavolo tecnico, alla presenza di tutti gli organi istituzionali interessati, “al fine di adottare prontamente, prima che possa accadere l’irreparabile, i provvedimenti necessari ed urgenti per la difesa dal mare del tratto di costa sito in località Casa Bianca, in corrispondenza della strada statale 113 dir, tra il km 15 e il km 16. Per la risoluzione delle criticità descritte, gli addetti ai lavori potrebbero avvalersi dei fondi Por Fesr Sicilia, messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e dalla Comunità Europea”. Il consigliere ha scritto per conoscenza anche alla Procura della Repubblica, alla quale ha chiesto di individuare eventuali responsabili delle omissioni.