Terremoto nello Stretto, ordinaria amministrazione per l’area più sismica d’Italia ?

Un Antivigilia di Natale piuttosto movimentata stamane in riva allo Stretto di Messina. La terra, dopo un lungo periodo di pausa, è tornata a tremare in modo abbastanza brusco, svegliando di soprassalto decine di migliaia di messinesi e reggini. La scossa, di magnitudo 4.0 Richter (quindi di moderata energia), si è localizzata ad una profondità di circa 7.3 km nello specchio di mare antistante la penisola di San Raineri e il porto di Messina. La bassa profondità giustifica l’ampio risentimento fra Messina e Reggio, dove i terreni alluvionali (caratterizzati da sabbia, ghiaie e limi) hanno contribuito ad “amplificare” la potenza delle onde sismiche, che hanno scosso per bene gli edifici, fin dalle fondamenta. Come ben sappiamo lo Stretto è una delle aree a maggiore sismicità d’Italia, non tanto per la ricorrenza dei terremoti distruttivi, che per nostra fortuna hanno dei tempi di ritorno piuttosto lunghi rispetto ad altre zone del Mediterraneo, quanto per la frequenza degli eventi di moderata intensità (magnitudo 3.5 – 4.5 Richter) e degli sciami sismici ad essi connessi a rendere lo stretto la zona più sismica del paese. Gli eventi sismici distruttivi hanno periodi di ritorno molto lunghi, in genere compresi in “range” medio di ritorno fra i 500 e 1000 anni, parecchio lunghi. Basti pensare che fra il grande terremoto del 394 D.C., considerato dai sismologi il terremoto gemello di quello del 1908 (escludendo la crisi sismica del 1783 che ha riguardato le faglie della Calabria meridionale), sono trascorsi circa 1514 anni. Un periodo molto lunghe che mette in evidenza come per i grandi terremoti storici occorrono parecchi secoli di ricarica prima della loro attivazione. Ma i terremoti di moderata-forte intensità, come quello della notte scorsa, hanno una frequenza molto elevata, e spesso si ripresentano ad intervalli più o meno regolari, ogni 20-30 anni. L’area dove si è verificato il sisma della notte scorsa è già nota per essere stata la sede di due importanti terremoti che in passato hanno danneggiato, ma non distrutto, una parte della città di Messina, rispettivamente nell’853 e nel 1499. La scossa di questa mattina rappresenta la normale prosecuzione dell’attività sismica che da secoli e millenni modella l’area dello Stretto di Messina. Come tutte le sequenze sismiche che investono lo Stretto anche questa verrà da varie repliche, inferiori alla scossa principale tendenti gradualmente a scemare nel corso dei prossimi giorni.