Addio alla Tabella H. Ma il Centro Helen Keller e l’Unione Ciechi restano senza fondi

La recente eliminazione della tabella “H” allegata alla legge finanziaria regionale è stata salutata con favore.

Pur se costituisce una decisione valida per buona parte di voci contenute in essa, però, per alcuni rappresenta un danno. A sottolinearlo è Fabrizio Zingale, presidente provinciale dell’Unione Italiana Ciechi. “L’abolizione della Tabella H – scrive – non può rappresentare la mortificazione di enti ed istituti ai quali per legge la Regione Siciliana ha delegato fondamentali ed insopprimibili compiti di interesse pubblico, in favore dell’istruzione, la cultura, l’informazione, l’autonomia l’assistenza e l’integrazione dei ciechi e degli ipovedenti siciliani”.

“La legge di iniziativa del governo Crocetta, varata dall’ARS lo scorso 12 agosto, – spiega ancora Zingale – costringerà l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, la Stamperia Regionale Braille ed il Centro Regionale Helen Keller Scuola Cani guida per Ciechi, istituiti e regolamentati da leggi nazionali e da quelle regionali 52/1978, 28/1990, e 4/2001, a sospendere tutti i servizi vitali erogati a favore dei ciechi e degli ipovedenti. Da settembre, 35 mila ciechi e 90 mila ipovedenti siciliani non avranno assistenza: gli studenti non vedenti ed ipovedenti, delle scuole di ogni ordine e grado e dell’università, non avranno i libri di testo in Braille ed a caratteri ingranditi; le persone con disabilità visiva non potranno seguire i corsi riabilitativi di autonomia personale e di orientamento e mobilità necessari per l’assegnazione del cane guida e del bastone bianco, strumenti vitali per l’esercizio del diritto di libertà, autonomia e mobilità”.

Il pericolo è che queste istituzioni siano costrette a seguire un percorso lungo e complesso, al fine di poter conseguire i fondi necessari allo svolgimento delle attività, e senza alcuna certezza.

“Il provvedimento – conclude Zingale -, voluto fortemente dal governo Crocetta, ampiamente ed aspramente dibattuto e criticato prima, e sconsideratamente votato poi dalla maggioranza del Parlamento Siciliano, segna una delle pagine più tristi, per tutti i disabili gravi, minorati della vista, negli oltre 65 anni di storia della Regione Siciliana e si candida tristemente a conquistarne il primato assoluto”.