Caos bilanci, sette consiglieri di centrosinistra attaccano la giunta Accorinti

Da un lato continui e tranquillizzanti interventi, dall’altro l’affanno nell’approvazione del Piano di Riequilibrio e del bilancio consuntivo 2013. I consiglieri di “Felice per Messina” (Santalco, Cardile e Cantali) e del Partito Democratico (David, Vaccarino, Iannello e Cucinotta) attaccano l’amministrazione comunale, rea di aver presentato un bilancio che sta subendo una rivisitazione quasi completa, prima falcidiato dai revisori e ora “ammonito” dal commissario regionale.

Pomo della discordia, in particolare, la proposta di delibera relativa al riconoscimento di debiti fuori bilancio a favore dell’Ato 3, pari a 11 milioni 837mila euro.

“Si tratta di debiti – scrivono i consiglieri – che improvvisamente riappaiono dopo la trattazione in via d’urgenza del mese di agosto 2013, da approvare urgentemente, come al solito in ‘zona Cesarini’, entro il 30 settembre. Definire schizofrenica, intollerabile e del tutto priva di una seria programmazione l’attività del Dipartimento Finanziario è poca cosa rispetto ai continui ritardi, alle macroscopiche sviste, ai continui richiami dei Revisori dei Conti e l’esposto alla Procura della Corte dei Conti da parte del commissario Garofalo la dice lunga sulle perplessità del funzionario regionale”.

Ad essere presi di mira, in particolare, il vicesindaco Guido Signorino, il ragioniere generale Nino Cama ed il direttore generale Antonio Le Donne. “Hanno dimostrato deficit lapalissiani nel governare l’intera struttura tecnico-amministrativa – proseguono i sette consiglieri – e va pubblicamente manifestata l’incapacità di gestire un settore delicato quale quello finanziario da cui dipendono le sorti della città”.

Da qui una serie di considerazioni e di domande conseguenti. “Non è possibile approvare un Consuntivo in giunta dopo sette mesi e poi chiedere un altro mese per rivederlo e riapprovarlo. Vuol dire che il lavoro era stato fatto superficialmente o che la rivisitazione non è stata operata in modo diligente. Dubitiamo che la rivisitazione, che dovrà passare al vaglio dei revisori dei conti, possa materializzarsi tramite un maxi-emendamento. Come è possibile che una Istituzione possa accumulare tali ritardi? Come è possibile che una Amministrazione intera si abbandoni e rassegni ad una rivisitazione di uno strumento contabile che era stato approvato dalla Giunta senza battere ciglio? Come è possibile che il Sindaco non richiami alle responsabilità coloro che hanno determinato tali inammissibili ritardi? Che credibilità possono avere, nei confronti della città e del Consiglio Comunale, il sindaco, il vicesindaco e gli assessori? Come si possono condividere strumenti finanziari che non prevedono né nuove Opere Pubbliche, né aiuti alle piccole e medie imprese cittadine, ad artigiani e commercianti, né incentivi ai giovani per rimanere a Messina?”.

Critiche anche al piano di riequilibrio. “Oltre ai debiti pregressi, si stanno assumendo nuovi debiti che per 10 anni immobilizzeranno finanziariamente le risorse del bilancio comunale. Con coerenza non abbiamo votato il Piano di Riequilibrio in quanto, nonostante la condivisione dello spirito che lo ha animato, abbiamo ritenuto sovrastimate le entrate e la possibilità di far diventare come d’incanto virtuose le società partecipate comunali”.

I ritardi accumulati sul bilancio consuntivo 2013 si riflettono anche sul bilancio preventivo 2014, che doveva essere approvato entro il 30 settembre ma è stato rinviato. “Col rischio concreto – proseguono i consiglieri di centrosinistra – di non poter impegnare entro il 15 novembre la somma di 8 milioni e 800mila euro per progetti essenziali per la vivibilità della città”.

Non manca il tempo per un ultimo attacco all’amministrazione comunale, che “ha fatto solo battaglie di immagine sull’isola pedonale e sulla pista ciclabile, trascurando il resto della vivibilità cittadina e lasciando una città sporca e sempre più povera. Son passati 16 mesi e non vi sono più alibi. Sin qui abbiamo votato responsabilmente facendoci carico anche di interventi di natura tributaria oltremodo pesanti ma ineludibili e per mantenere gli equilibri di bilancio. Ora basta. Chiediamo fortemente che si passi a progetti di sviluppo ed aiuto all’economia cittadina; si intervenga autorevolmente per far ripartire i cantieri chiusi, si faccia valere il ruolo politico della città nella interlocuzione con la Regione; ci si faccia carico di interloquire con i sindaci della futura Città Metropolitana; si rilanci l’affaccio a mare della città e si rinnovi un Progetto Strategico del futuro di Messina, si dia una svolta ai servizi sociali. Approveremo i prossimi strumenti finanziari solo se la Giunta Accorinti farà una effettiva politica di sviluppo e rilancio dell’economia cittadina”.